The Abruzzese Dream – n°2

 

Gli abruzzesi che hanno “fatto” l’America – Bradley Cooper

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(foto by Wikipedia)

Nella nostra “Hall of Fame”, per quanto riguarda i VIP statunitensi di origine abruzzese, a Ripa Teatina non c’è spazio solo per Rocky Marciano ma anche per un altro grande personaggio, stavolta contemporaneo, Bradley Charles Cooper (Filadelfia, 5 Gennaio 1975). Attore, regista, icona del cinema hollywoodiano e sex symbol 2011 secondo la rivista americana “People“… giusto per ricordare che in Abruzzo siamo anche tra gli uomini più affascinanti e desiderati del mondo!

Una carriera ancora molto lunga da percorrere ma che, nel frattempo, gli ha già permesso di collezionare la presenza in film importanti, alcuni dei quali lo hanno portato a sfiorare l’Oscar per ben 4 volte. Protagonista di film cult come “Una notte da Leoni” e il remake della famosissima serie tv “A-Team”, dove Bradley Cooper si immedesima nel ruolo di Templeton “Sberla” Peck. Per non parlare delle pellicole girate da registi di spessore come Clint Eastwood, con le quali è stato chiamato ad interpretare, ad esempio, “American Sniper”, il cui ruolo lo vedeva alle prese con un cecchino degli Stati Uniti d’America durante la guerra in Iraq dopo gli attacchi dell’11 Settembre. O dei film girati con la presenza di attori del calibro di Robert De Niro, altro italo-americano, come “Limitless”, l’avvincente storia della pillola di NZT capace di far funzionare il cervello al 100%, anziché al suo abituale 20%, e che porterà il protagonista a realizzare cose inimmaginabili nella sua vita. Bradley Cooper, nella vita reale, è riuscito a fidanzarsi anche con “Bridget Jones”, o meglio, l’attrice che la interpreta, Renee Zelwegger, ma la storia non ha avuto lieto fine. Al Festival di Venezia di quest’anno, infine, il nostro divo abruzzese si è addirittura voluto cimentare come regista nel film “A star is born”, avviando, così, una nuova carriera. Non ci resta che augurargli di avere lo stesso successo, anche in questo campo, che ha già ottenuto come attore, e di onorare finalmente l’Abruzzo con un’altra statuetta d’orata (si perché abbiamo già “vinto l’Oscar” con altri abruzzesi ma di questo parleremo una delle prossime volte).

Bradley Cooper è innamorato dell’Italia e afferma di dovere tutto alla sua discendenza di origine abruzzese. In particolare ricorda la nonna materna, Assunta De Francesco, di Ripa Teatina, che gli ha trasmesso, così come egli stesso ha affermato, la morale, l’educazione, l’attaccamento alla famiglia e, soprattutto, l’amore per il cibo… quello abruzzese! Il nostro attore non ci ha ancora raccontato, nello specifico, aneddoti particolari riguardo al rapporto che aveva con lei, ma immaginiamoci, ora, di vederlo da bambino, seduto attorno a un tavolo con sua nonna Assunta, magari davanti a un bel piatto di Sagne e Ceci, inteso ad ascoltare le storie del suo paese di origine. Di sicuro gli

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sarà stato raccontato anche del tragico evento verificatosi durante la campagna militare in Italia condotta da Napoleone avvenuto nell’Ex Convento francescano, adiacente alla bellissima Chiesa di Santa Maria della Pietà, teatro di un terribile scenario. In quel periodo alcuni rivoltosi che si erano ribellati al domino napoleonico, perdendo il controllo della città di Chieti, si erano ritirati trovando rifugio dai frati. Quando furono scoperti, transalpini e i ribelli diedero vita ad uno scontro cruento nel quale persero la vita circa 600 persone tra ambo due le parti. Le truppe napoleoniche ebbero la meglio e per ripicca decisero di prendersela con i poveri religiosi che furono, così, sterminati e gettati nel pozzo del chiostro del convento, che ancora oggi può essere visitato. Chissà se, forse, Bradley Cooper, ricordandosi della sua Ripa Teatina, deciderà, un giorno, di immortalare questa vicenda in una pellicola cinematografica e farla conoscere al mondo intero. Nel frattempo, il paese si impegna a ricordare il drammatico evento, quasi ogni anno, con la rievocazione storica “Quella notte al Convento“.

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Non saremo noi, ora, ad annunciare chi sarà il VIP abruzzese di cui vi parleremo la prossima volta ma lo faremo fare direttamente dal nostro attore americano attraverso uno spezzone di un film del 2012 “L’energia delle parole – The Words”, insieme a un altro grande interprete, Jeremy Irons. Guardatelo attentamente… sarete così bravi da riuscire a scoprirlo da soli?

Vedi articoli precedenti: Rocky Marciano

The Abruzzese Dream – n°1

(foto by David Giovannoli)

Gli abruzzesi che hanno “fatto” l’America – Rocky Marciano

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Ad aprire le porte della “Hall of Fame” dei nostri VIP sarà proprio lui, Rocky Marciano, alias Rocco Francis Marchegiano (Brockton, 1 settembre 1923 – Newton, 31 agosto 1969) figlio di un abruzzese, espressione in carne ed ossa dell’appellativo “Abruzzo Forte e Gentile”. Ispiratore del celeberrimo film e della saga di “Rocky Balboa” interpretato da un altro Italo-Americano, Sylvester Stallone.

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“Forte” perché, secondo gli esperti, è stato il più grande pugile di tutti i tempi, l’unico peso massimo della storia a ritirarsi imbattuto, su 49 incontri professionistici disputati non ha mai perso e ha vinto mettendo KO gli avversari in 43 occasioni. E’ stato campione dei pesi massimi dal 1952 al 1956. Aveva uno stile di combattimento abbastanza “sporco”, non possedeva, infatti, una grande tecnica e non era dotato di un’impostazione bella a vedersi come ad esempio poteva avere Muhammad Ali, pugile molto più celebrato ma che è stato sconfitto in un match surreale faccia a faccia, intitolato “The Super Fight“, ricostruito attraverso tecniche video ma straordinariamente vere. La vittoria del pugile abruzzese fu decretata da una commissione di tecnici e dal risultato di un complesso algoritmo di probabilità calcolato da un computer.

Rocky Marciano, durante i match, ne prendeva parecchie ma sapeva incassarle bene perché non si arrendeva mai, accompagnando i suoi avversari in lunghi ed estenuanti incontri, fino a quando riusciva a trovare il momento giusto per sferrare il suo destro micidiale. Una descrizione, questa, che ci sembra sentire ogni volta che si parla della nostra regione, soprattutto nei momenti drammatici, in cui gli abruzzesi danno prova, nonostante tutto, di essere sempre capaci di continuare a combattere e conquistare nuove vittorie.

“Gentile” perché basta guardarlo e invece di riscontrare un’espressione da guerriero ti imbatti in un volto che esprime bontà d’animo e serenità. Rocky Marciano non dimostrava di sentirsi mai superiore a nessuno e quando combatteva assumeva una postura così bassa che sembrava voler esprimere tutta la sua umiltà. Storia di emigranti, la sua, come quella di migliaia di italiani che lasciarono la loro terra in cerca di fortuna e che, invece, si imbatterono in una vita di stenti e di sacrifici dove la dignità non era una certezza. Storia di una favola che si realizza, dove la fatica e il sudore condurranno al riscatto dalla povertà e a raggiungere un insperato successo, riuscendo a portare onore ad un popolo, quello italiano, all’epoca fortemente discriminato e vittima di pregiudizi. Il motivo per cui il pugile abruzzese cominciò a combattere, infatti, fu per riuscire ad allontanare il padre dalla fabbrica di scarpe all’interno della quale rischiava quotidianamente la vita per le condizioni lavorative, e con l’unico risultato di riuscire a malapena a sfamare la propria famiglia. Un pugile, che, quando spediva in ospedale gli avversari, si preoccupava per loro e rimaneva al loro fianco finché non guarivano, e che salvò dalla disgrazia finanziaria l’avversario più importante mai sconfitto in carriera, Joe Louis, nonché suo idolo da bambino.

Le origini del pugile abruzzese ci conducono a Ripa Teatina, paese che ha dato i natali al suo amato papà, Quirino Marchegiano, e che ogni anno, nel mese di Luglio, ricorda il suo campione con il Festival Premio Rocky Marciano che celebra le gesta dei più grandi eroi dello sport. La Cantina Ripa Teatina, inoltre, gli ha dedicato addirittura un vino, il “Montepulciano d’Abruzzo Rocky Marciano“. Ma per scoprire a fondo questo personaggio la cosa migliore da fare è quella di addentrarsi tra le vie di questo piccolo borgo situato sulle colline frentane ripercorrendo, di pari passo, le strade che Rocky calpestò quando, il 1 Settembre 1964, giorno del suo 41° compleanno, decise di farvi tappa per “colpa” della Porchetta più buona del mondo. (https://www.gazzetta.it/Sport-Vari/21-07-2018/rocky-marciano-ritorno-casa-280784658416.shtml) Mentre si cerca di comprendere la sua storia in profondità, oltre a lasciarvi andare alla ricerca di dove sia possibile assaggiare questa delizia assolutamente abruzzese, accompagnata dal vino che porta il nome del campione assoluto di boxe, non si riuscirà ad evitare di farsi attrarre dalla Torre muraria di Porta Gabella che sarà capace di condurvi all’interno

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delle viscere del paese e alla visita di un interessante museo. E, ricordandosi di sua madre, che durante gli incontri, invece di assistere ai match, preferiva recarsi in chiesa per pregare la Madonna affinché evitasse a suo figlio e ai suoi avversari incidenti che mettessero a repentaglio la loro vita, non si può che concludere questo straordinario viaggio se non recandosi alla Chiesa di S. Pietro Apostolo dove è conservata la bellissima tela della Madonna del Sudore (http://www.ripateatina.org/madonna-del-sudore-a-ripa-2/),

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immagine quasi sicuramente conservata in casa dei genitori di Rocky e che ogni anno, il 22 Marzo, giorno nel quale nel 1728 avvenne il miracolo, gli abitanti portano in processione perpetuando, ormai da secoli, l’antico rituale. La comunità di Ripa Teatina, inoltre, la festeggia ogni estate, durante l’ultima settimana di Settembre, nella “Festa Patronale della Madonna del Sudore e di San Rocco“.

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