Abruzzo, un sostegno al primato Italiano dell’UNESCO – n°2

(foto by Wikipedia)

Siti UNESCO in Abruzzo secondo AbruzzoMania – Eremi

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Eremo di S. Bartolomeo in Legio (foto by Trekking.it)

L’Abruzzo è il territorio che, insieme al Tibet, ha il maggior numero di concentrazione di Eremi al mondo, tutti di spettacolare bellezza. Le montagne, l’inaccessibilità dei sui luoghi, la conformazione della sua natura e la grande vocazione ascetica dei suoi abitanti hanno costituito gli elementi fondamentali per il loro sviluppo.

Ma perché considerarli patrimonio, non solo della nostra regione, ma del mondo intero? Ecco i nostri 3 motivi:

1. Gli Eremi abruzzesi hanno una caratteristica tutta loro: si trovano nei luoghi più impensabili e all’interno di paesaggi naturali straordinari! 

Papa Celestino V, ad esempio, amava costruirli negli anfratti naturali delle rocce, di cui ricordiamo l’Eremo di San Bartolomeo in Legio a Roccamorice, all’interno dell’incantevole scenario dei Canyon del Vallone Santo Spirito, e a ridosso di rupi rocciose che si affacciano nel vuoto, come ad esempio il Santuario della Madonna dell’Altare a Palena dove è sconsigliabile, per chi soffre di cuore, voltarsi dalla finestra. Ma non disdegnava nemmeno di edificarli sulle cime dei monti, tanto che ancora oggi vengono spesso scambiati, dagli alpini, con dei veri e propri rifugi. 

Eremo/Santuario della Madonna dell’Altare (foto by Abruzzo Turismo)

San Domenico abate, per intenderci il Santo per cui si festeggia la Festa dei Serpari a Cocullo, ce ne ha lasciato in eredità addirittura uno a ridosso di un lago, le cui acque, nei pressi del Lago di Scanno, sono cristalline come la purezza dell’anima a cui tendeva ad arrivare. Oggi è conosciuto da tutti con il nome di Grotta di San Domenico, a Villalago.

Eremo/Grotta di S. Domenico (foto by Onda TV)

Nel caso del Santuario di San Venanzio a Raiano, invece, ci troviamo difronte ad un luogo di culto edificato tra una sponda e l’altra di un fiume. Il ponte, infatti, in questi casi, non veniva inteso solo come mezzo per attraversare fisicamente un corso d’acqua ma anche come simbolo utilizzato per ricordare a tutti che, per riuscire a transitare dalla vita terrena alla vita eterna, è necessario, durante il cammino della propria esistenza, trovare il coraggio di affrontare i propri limiti. Essi però, sono come un fiume in piena che, per la paura di affrontarli, possono sviare il nostro cammino. Solo con l’ausilio di un ponte spirituale, ossia con il coraggio della fede, è possibile il loro superamento e un graduale passaggio ad una dimensione spirituale superiore. Proprio come San Venanzio da Camerino, che si dice abbia soggiornato in questo suggestivo luogo, amava fare nella sua vita ascetica.

Eremo/Santuario di S. Venanzio (foto by Terre colte d’Abruzzo)

2. Le tipologie di Eremi che si possono incontrare nella nostra regione sono innumerevoli e sono una magnifica espressione dell’ingegno umano: a volte ci si può imbattere dinnanzi a semplici altari innalzati nelle cavità rocciose, altre volte a chiese o a santuari, e può succedere addirittura di ritrovarsi difronte complessi monastici interamente costruiti nella roccia. Così come il vecchio Monastero di Sant’Angelo a Ripe costruito all’interno di una grotta che si suddivide in piccoli cunicoli e che i monaci benedettini seppero straordinariamente sfruttare per disporvi le loro celle e le stanze funzionali alla vita e alla preghiera. Nel punto più ampio, dove la roccia si apre in un ampio salone, è ancora oggi visibile la cappella dedicata a San Michele Arcangelo, raggiungibile attraverso antiche scale in pietra e stretti passaggi. Ma non vi spaventate se, una volta osservato l’eremo da lontano, per via delle sue tre aperture, assuma la fisionomia di un teschio. Che fosse stato un monito per i fedeli che vi passavano davanti?

Eremo/Grotta di Sant’Angelo a Ripa (foto by Korazym)
Altare di S. Michele Arcangelo, Grotta di Sant’Angelo a Ripe (foto by Italiavirtualtour.it)

3. In Abruzzo gli eremi custodiscono l’espressione religiosa, culturale, storica, antropologica e artistica a partire dall’uomo primitivo all’uomo contemporaneo. Fin dalla Preistoria, infatti, le grotte e le insenature rocciose hanno da sempre attratto l’essere umano. La loro assonanza con l’utero e il ventre materno, dal quale si nasce, aiutava a tornare in contatto con la propria “generatrice”, in questo caso, la madre terra. Entrando nelle cavità naturali si aveva, quindi, la possibilità, se in grado di affrontare la paura del buio e dei suoi pericoli, di entrarvi per uscirne “rinnovati”. Lo stesso fascino che continuarono a percepire, in questi luoghi, anche gli Eremiti cristiani. Qui, infatti, anche grazie alla natura che li circondava, essi hanno avuto, e continuano ad avere, la possibilità di isolarsi dal resto del mondo per affrontare la paura delle proprie fragilità personali e sentirsi in intimità con il loro Creatore per rinascere a “vita nuova”. Ma nelle profondità della propria esistenza, e in quelle che portano al buio sotterraneo delle grotte, gli “inferi”, è sempre in agguato il diavolo. Ecco perché il culto di questi eremi è spesso dedicato a San Michele Arcangelo, il suo principale nemico.

Ancora oggi è possibile ammirare, a Sulmona, nell’Eremo/Monastero di Sant’Onofrio a Maiella, il passaggio storico religioso e artistico a cui ci siamo riferiti prima, osservando tutti i suoi elementi in un unico luogo: dalle Pitture rupestri degli uomini primitivi all’interno della caverna, al Tempio Romano di Ercole Curino, fino ad arrivare alle pitture medioevali e barocche.

Gli eremi d’Abruzzo, di cui abbiamo parlato solo brevemente, quindi, sono uno scrigno di storia, cultura, antropologia, religione, arte, ingegno umano e valore paesaggistico di immensa bellezza. Vogliamo deciderci, allora, di farli finalmente riconoscere nella Lista Unesco come Patrimonio dell’Umanità?

Scopri gli altri “Patrimoni abruzzesi dell’Umanità” negli articoli precedenti: La costa dei Trabocchi 

Abruzzo, un sostegno al primato Italiano dell’UNESCO – n°1

(foto by Wikipedia)

Siti UNESCO in Abruzzo secondo AbruzzoMania – Costa dei Trabocchi

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(foto by Wikipedia)

Non possiamo incominciare quest’avventura senza partire dalla Costa dei Trabocchi“, sito per il quale vi è già stato un tentativo di iscrizione nella lista UNESCO, si era addirittura parlato della sua trasformazione in un Parco Nazionale, ma del cui esito, fin’ora, non si ha avuto notizia. I Trabocchi, fabbricati esclusivamente con l’ausilio di pali, danno l’impressione di essere giganteschi ragni che tessono le loro reti per intrappolare i pesci che si avvicinano agli scogli e, nonostante sembrano costruiti nell’acqua, in realtà rimangono collegati alla terra ferma, come se volessero sporgersi il più possibile verso il mare rimanendo, però, con “i piedi per terra”. Queste costruzioni sembrano rappresentare a pieno le caratteristiche dei suoi abitanti, agricoltori che mai avrebbero desiderato, se la necessità non li avesse costretti, di diventare pescatori. Le vicende storiche alle quali erano stati abituati, è sufficiente ricordare le numerose scorrerie da parte dei pirati Turchi che, non di rado, sulla costa abruzzese, disseminavano morte e distruzione, li rendeva terrorizzati al solo pensiero di inoltrarsi in mare aperto. Nella Cucina tradizionale dei Trabocchi, infatti, espressione della cultura del popolo che li rappresenta, troviamo più spesso piatti costituiti da ortaggi, carne, e a volte da formaggi ottenuti attraverso lo scambio di materie prime con i Pastori che attraversavano il territorio seguendo la rotta delle antiche strade della Transumanza, piuttosto che da pesce. L’ingrediente, comunque, non manca, ed è composto per lo più dal pescato che è possibile trovare, per l’appunto, lungo la costa. Indimenticabili, ad esempio sono i brodetti di pesce, piatto di cui ogni paese ne elabora una sua versione. 

(foto by visitterradeitrabocchi.it)

A noi, però, quando si parla della Costa dei Trabocchi, viene subito in mente un altro prodotto culinario, uno dei tanti risultati dell’arte della panificazione abruzzese, la Pizza Scima (detta anche Acima) cucinata “sotto il Coppo“. In dialetto locale significa “Pizza Azzima” e la sua creazione ha a che fare, molto probabilmente, con gli inventori di queste macchine da pesca, guarda caso Ebrei, che tra il 1600 e 1700, forse per sfuggire ad alcune persecuzioni, si erano insediate nella zona di San Vito Chietino. Famiglie di abili artigiani e di funari, che unendo le loro abilità diedero vita a questi veri e propri capolavori, strutture che permetteva loro di pescare senza la necessità dell’utilizzo delle barche e senza il bisogno di allontanarsi troppo dalla riva. I borghi di questo territorio, pieni di fascino, che si estendono da Ortona a Vasto, fino a raggiungere parte del Molise, sono pieni di tesori e di eccellenze storico-culturali che spaziano dalle vestigia degli antichi Romani alla II Guerra Mondiale, e religiose, qui si può addirittura visitare la salma di S. Tommaso Apostolo.

(foto by Wikipedia)

Non solo storia, arte, cultura, religiosità ed enogastronomia ma anche paesaggi naturali mozzafiato immersi in un mare cristallino. Come la bellissima spiaggia tra Punta Aderci e Punta Penna, una delle 20 più belle d’Italia.

Non ci siamo potuti soffermare molto a parlare della Costa dei Trabocchi perché il suo patrimonio è talmente importante che merita di essere ripresa in altre occasioni. Pensate sia sufficiente, però, per decidere di inserirla nella lista dei Siti UNESCO?   

Scopri gli altri “Patrimoni abruzzesi dell’Umanità”: 

  1. Eremi d’Abruzzo

Abruzzo, un sostegno al primato Italiano dell’UNESCO – Intro

(foto by Wikipedia)

Siti UNESCO in Abruzzo secondo AbruzzoMania

L’Italia è detentrice del primato mondiale di Siti Patrimonio dell’Umanità secondo l’UNESCO. Attualmente detiene ben 54 riconoscimenti, numeri che potrebbero tranquillamente triplicarsi visto le risorse che ha a disposizione. Dopo anni di dominio assoluto, però, questo primato è, oggi più che mai, messo in forte discussione. Attualmente, infatti, abbiamo il fiato sul collo della Cina che detiene 53 siti riconosciuti, uno in meno di quelli nostri, seguita dalla Spagna che ne detiene, invece, 47. Alcuni potrebbero ritenere strategicamente inutile, ai fini dello sviluppo turistico, avere certi riconoscimenti. Secondo un’indagine, però, condotta per la candidatura alla UNESCO World Heritage List della Città di Bologna, riportata da “Il Sole 24 Ore“, si stima che le città con al loro interno luoghi o monumenti che abbiano ricevuto questo tipo di riconoscimento vedano la propria offerta ricettiva, le presenze e la spesa media pro-capite dei turisti crescere del ben 10,3% rispetto al resto delle città d’Italia  (http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2018-01-30/l-italia-cala-poker-candidature-il-patrimonio-unesco-124135.shtml?uuid=AEKsKPrD ).

(foto by Wikipedia)

Che cosa c’entra l’Abruzzo in tutto ciò? Diciamo che, come al solito, la nostra regione non sorride in merito ai numeri… dei 54 Siti Patrimonio dell’Umanità riconosciuti in Italia, l’Abruzzo ne ha soltanto 1. Si tratta delle “Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa” rappresentato con alcune foreste site all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. La nostra regione, però, potrebbe detenere un ruolo chiave per permettere all’Italia di spiccare nuovamente il volo, distanziando, così come si merita, le sue “rivali”. Basterebbe semplicemente partecipare più attivamente, così come hanno già fatto altre regioni italiane, per fare iscrivere all’interno della lista UNESCO anche le proprie eccellenze. Nessuno dice che sia semplice, ci sono, infatti, dei criteri e delle procedure molto rigide da rispettare (https://www.vicenza-unesco.com/it/unesco-whc/criteri-per-appartenere-al-patrimonio-dellunesco.html ) ma sarebbe ora di porsi questo obiettivo in maniera più concreta perché i luoghi straordinari non mancano. Soprattutto per il ritorno in termini di turismo, e quindi economico, che ne deriverebbe.

Ad AbruzzoMania ci siamo divertiti a selezionare le Eccellenze abruzzesi che, secondo noi, meriterebbero di essere considerate Siti Patrimonio dell’Umanità e ve li presenteremo di volta in volta.

 

Scopri i “Patrimoni abruzzesi dell’Umanità” già proposti da AbruzzoMania: 

  1. Costa dei Trabocchi
  2. Eremi d’Abruzzo