Eccellenza d’Abruzzo n. 48 – Guardiagrele (CH): il Duomo di Santa Maria Maggiore

Continua il viaggio straordinario alla scoperta delle 305 Eccellenze dei 305 Comuni d’Abruzzo.  Oggi Abruzzomania, con la rubrica Eccellenze d’Abruzzo, presenta la sua 48° Eccellenza, , quella del comune di Guardiagrele in provincia di Chieti, il suo splendido Duomo di Santa Maria Maggiore. Ricordo che di eccellenze abruzzesi ne abbiam censite ben 305, una regina per ognuno dei 305 comuni della nostra regione, per cui ne mancano all’appello 257, tutte già selezionate! Ogni paese d’Abruzzo merita di partecipare a questo concorso di Eccellenze d’Abruzzo per mettere in mostra la sua eccellenza speciale ed avere il suo meritato riconoscimento.

Ai piedi delle Maiella, sul versante orientale, si trova Guardiagrele, un borgo dalla storia molto antica e ricca di avvenimenti, in cui molto prima della nascita di Cristo, le tribù italiche dalle quali sarebbe poi nata la città di Chieti, stabilirono importanti villaggi, conquistati poi dai romani e sviluppatisi in epoca medievale e rinascimentale. Nonostante i secoli trascorsi, del suo passato il paese conserva numerose testimonianze tra le quali un vero capolavoro dell’architettura sacra: la chiesa di Santa Maria Maggiore.  La collegiata di Santa Maria Maggiore  oggi duomo di Guardiagrele, è uno scrigno che custodisce opere di grande importanza nell’elaborazione del linguaggio rinascimentale che  costituisce il più rilevante e articolato complesso monumentale cittadino ed è il risultato di ben otto secoli di trasformazioni architettoniche ed artistiche, che presenta una struttura complessa, frutto del susseguirsi delle fasi costruttive nei secoli e dei restauri del XII-XIII secolo e del XVIII secolo ed è caratterizzata da un’elegante facciata in pietra della Majella in cui è incorporata una massiccia torre campanaria, (che procurò alla città la definizione di “città di pietra” da Gabriele D’Annunzio ne “Il trionfo della morte”), dominata da un portale che ben rappresenta il gotico abruzzese, con le sue ricche lavorazioni a fasci di colonne e capitelli con motivi floreali e un archivolto a cordoni concentrici fortemente strombato.

La tradizione locale fa risalire l’edificazione della chiesa al 430 d.C., sui resti di un antico tempio pagano, mentre gli studi attuali attribuiscono l’origine a una chiesa cimiteriale del XIII secolo, la primitiva Santa Maria che venne edificata, tra la fine del XII e l’inizio del XIII sec., all’esterno della prima cinta muraria della Guardia collocata fuori dalle mura del castrum. Lo storico locale Francesco Paolo Ranieri parla appunto di due chiese ben distinte nel XIII secolo: Santa Maria e l’attigua Chiesa della Natività di Gesù, che verrà fusa nella nuova fabbrica dopo i danni del sisma del 1706. La chiesa subisce nel 1700 una totale trasformazione che ha restituito l’attuale impianto costituito da tre edifici: l’avancorpo, con il campanile e l’atrio, l’antica aula principale oggi cripta, la cappella della Madonna del Riparo, oggi chiesa di San Rocco e dell’edificio originale è sopravvissuto solo il prospetto sotto il portico meridionale, seppur con diverse aggiunte, come il secondo portale. Inserito nel 1578, quest’ultimo fu probabilmente ricavato da un blocco che in origine doveva essere un altare ed è caratterizzato da ricche decorazioni a treccia, grottesche e motivi floreali. Il portico fu prolungato nel 1882 oltre via dei Cavalieri, con l’affissione di un lastrone di pietra atto a coprire gli stemmi, affissi sul muro, delle famiglie guardiesi più importanti.

A seguito dell’espansione urbanistica della città, promossa dalla famiglia de Palearia (all’epoca conti di Manoppello), l’edificio perse la sua iniziale funzione, per acquisire il ruolo di fulcro della vita pubblica cittadina. Nella prima metà del Trecento la chiesa acquisì un discreto patrimonio fondiario e si dotò di un imponente corpus di corali miniati per le funzioni liturgiche, costituito da un Graduale in tre volumi e un Antifonario in quattro volumi. Nel 1365, per volere del nuovo conte di Manoppello, Napoleone Orsini, venne elevata al rango di chiesa collegiata e poi ampliata mediante la realizzazione di due porticati sui due prospetti laterali dell’edificio, con la cappella di San Giovanni Battista, eretta pochi anni dopo, che divenne cappella funeraria della famiglia Orsini. Agli inizi del Quattrocento venne introdotta la denominazione di Santa Maria Maggiore e, a seguito della cacciata degli Orsini, la nascente Universitas cittadina, che proprio nell’edificio riuniva i suoi parlamenti, promosse l’edificazione dell’imponente torre campanaria, inserita all’interno della facciata duecentesca. Sulla sommità della torre sono osservabili tracce che rimandano a una cella campanaria ottagonale, abbattuta dagli eventi sismici susseguitisi nel tempo, in particolare il terremoto del 1706, che implicò la ricostruzione di una torre campanaria quadrata, in stile diverso dal gotico della facciata, distrutta nel 1943.

Nei due secoli successivi allo spostamento del camposanto, la chiesa venne abbellita e arricchita con opere d’arte. Nel XIV secolo furono effettuate le principali modifiche all’edificio quali la costruzione della torre campanaria e il porticato settentrionale e nel secolo successivo vennero aggiunti o rinnovati altri importanti elementi architettonici e di arredo come il portale principale a sesto acuto, le monofore della facciata, gli affreschi sotto i porticati. Intorno agli anni ’30 del secolo, maestranze teutoniche, forse giunte al seguito di Gualterius de Alemania e ancora attive in Abruzzo, realizzarono lo splendido portale gotico di facciata, impreziosito nella lunetta con ante in legno datate 1686 dal gruppo scultoreo dell’Incoronazione della Vergine, opera del maggior artista abruzzese, scultore e orafo del Quattrocento Nicola da Guardiagrele, esposto ora nel museo del duomo che fu inaugurato nel 1987, artista che nel 1431, realizzò anche una preziosa croce processionale di San Giovanni in Laterano in argento sbalzato e smalti, purtroppo trafugata nel 1979 insieme ai corali miniati trecenteschi e recuperata solo in parte ed esposta nel museo del Duomo.

Tra i vari oggetti d’arte si segnalano i frammenti della croce processionale d’argento del celebre del Quattrocento Nicola da Guardiagrele, firmata e datata 1431. La croce fu rubata anni fa, smembrata e immessa sul mercato antiquario clandestino per essere venduta a pezzi, di cui solo alcuni sono stati recuperati. Agli inizi del Settecento, dovendo ampliare la chiesa ma facendo fronte anche alla necessità di non ostruire via dei Cavalieri, l’interno del Duomo è rialzato di un piano da cui si accede mediante un arco alla cappella di San Rocco, per permettere l’accesso dalla medesima strada dei Cavalieri, si decise di ricorrere alla sopraelevazione dell’intera aula prolungandola fino alla chiesa della Madonna del Riparo, situata sul lato opposto della strada che divenne un locale di sgombero chiuso. Il soffitto a capriate lignee è stato ripristinato negli anni ’50, quando la chiesa era stata danneggiata dai bombardamenti della guerra. Il soffitto, dopo il terremoto del 1706, era stato realizzato a cassettoni con i lacunari ornati da fioroni. I muri sono scanditi da paraste alternate ad altari in stucco, dentro cui sono presenti statue o dipinti. Sul lato sinistro particolarmente rilevante sono la Deposizione, tela seicentesca del pittore ferrarese Giuseppe Lamberti, e il pulpito in legno di noce su cui sono incise scene della Vita di Gesù. Sul versante opposto è presente un paliotto medievale ricomposto con elementi in pietra eterogenei, dentro il quale è posta una composizione a formelle, sovrastato da una tela di fine Cinquecento che rappresenta l’Assunzione di Maria. Nella sagrestia sono conservati una Crocifissione di Francesco Maria De Benedictis, le Anime purganti di Nicola Ranieri e quattro episodi della Vita di Cristo, tutte opere di artisti guardiesi e risalenti al XIX e XX secolo.

Benché l’interno si mostri, a navata unica, prevalentemente barocco, con il soffitto a capriate, rifatto dopo il 1944, l’esterno è il punto di interesse della cattedrale, con la facciata a torre centrale, decorata da portale con una copia del gruppo dell’Annunciazione, di Nicola Gallucci, un finestrone centrale, e un piccolo oculo. Sulla sinistra e la destra si trovano due portici, uno con il gigantesco affresco rinascimentale del 1473 un affresco di Andrea De Litio di San Cristoforo pellegrino (unica opera firmata e datata dall’artista), che mostra il santo nell’atto di attraversare un corso d’acqua gremito di pesci sorreggendo sulle spalle il bambino Gesù, che a sua volta innalza un globo sul quale sono scritte le lettere A A E (iniziali dei tre continenti conosciuti allora); l’altro portico è più interessante, ha un orologio, sovrastato dalla riproduzione dello stemma civico di Guardiagrele, e all’interno un dipinto ad affresco della Madonna del Latte. Probabilmente alla prima fase costruttiva fanno riferimento le due date ‘1133’ e ‘1150’ incise sulla facciata, riportate negli scritti dallo storico settecentesco Anton Ludovico Antinori, ma che sono sparite. Certo è che nel 1256 il cimitero venne spostato nelle vicinanze della chiesetta di San Siro, l’attuale chiesa di san Francesco d’Assisi, poiché il fulcro della vita cittadina e delle sue principali attività si stava spostando a Santa Maria Maggiore.

La nuova chiesa di Santa Maria Maggiore è stata restaurata nel XX secolo dopo i danni dei bombardamenti alleati del 1943-44, con la sostituzione della copertura in favore di un tetto a capriate, mentre per la ricostruzione del campanile bisognerà attendere il 2009. Infatti il Duomo nonostante le ruberie subite nei secoli, conserva uno straordinario patrimonio di arredi sacri, vero e proprio tesoro della chiesa, conservati, all’interno della cripta ottenuta dalla sua ristrutturazione settecentesca, grazie all’impegno del parroco don Domenico Grossi, allo scopo di salvaguardare, valorizzare e rendere maggiormente fruibile un patrimonio che prima si trovava sparso per le chiese marsicane ed era spesso oggetto di furto. Il Museo che si articola in tre sale: nella prima, la sala dei paramenti sacri, sono esposti un piviale in taffetas del Settecento, pianete ricamate con fili d’oro e d’argento risalenti al XVIII e al XIX secolo, una tonacella d’inizio Novecento con ricami in stile Liberty e sette sculture del XVIII secolo: 4 busti-reliquiari d’influenza napoletana, un reliquario del Santissimo Salvatore, una statua di San Nicola Greco e l’Immacolata concezione che schiaccia il demonio, rappresentato sotto forma di drago. La seconda sala è dedicata a uno dei protagonisti del Rinascimento abruzzese, Nicola da Guardiagrele e la sua opera suddivisa in tre periodi stilistici: il primo in cui spunti personali e innovativi si mescolano con la tradizione gotica, il secondo periodo coincidente con il viaggio fiorentino e un sostanziale cambio del linguaggio, influenzato dallo stile del Ghiberti, il terzo, in cui il raffinato ed elegante umanesimo di estrazione fiorentina è messo in crisi da una tensione espressionistica, influenzato sia da Raffaello, sia dal Gotico tedesco. Al centro della sala troneggia la Madonna dell’Aiuto, statua lignea dipinta e dorata risalente al XV secolo, tra le teche contenenti due pregevoli corali miniati trecenteschi, rubati anch’essi insieme alla croce e solo di recente tornati a far parte del patrimonio artistico cittadino. La terza sala, denominata Arte del XIV secolo, conserva un prezioso cofanetto del Trecento decorato con scene di corte e animali fantastici, la croce reliquiario di scuola umbra proveniente dalla chiesa di San Nicola Greco e una raccolta di ostensori, calici, turiboli e pissidi in argento di manifattura napoletana. Completa la collezione un braccio reliquario di scuola sulmonese, destinata ad ospitare le reliquie di San Nicola Greco, patrono guardiese.

Sotto l’orologio un’edicola accoglie una statua di San Giovanni Battista, riconducibile alla seconda metà del Quattrocento. La chiesa di San Rocco, anticamente intitolata a Sant’Antonio abate e dopo il terremoto del 1706, dedicata alla Madonna del Riparo e poi nel ‘900 a san Rocco, è parte integrante della collegiata di Santa Maria Maggiore, risaliva al XIII secolo ed era collegata alla cattedrale mediante un portico di via Cavalieri e all’ex cappella della Madonna del Riparo. Testimonianze dell’antichità della chiesa sono date anche da due altari laterali ad arco ogivale, con decorazioni in gotico radiale teutonico, altri frammenti di altare sono conservati nel museo civico. Restaurata profondamente a seguito degli interventi di sopraelevazione settecenteschi di Santa Maria Maggiore, quando la chiesa attigua fu sconsacrata e adibita a biblioteca comunale. Si articola in tre navate ed è arricchita da decorazioni barocche in stucco policromo. L’arredo è composto da un confessionale e un pulpito a cipolla dell’ebanista orsognese Modesto Salvini e alcuni dipinti di Nicola Ranieri, fra cui il medaglione/affresco della Madonna del Latte di un ignoto artista quattrocentesco, in fondo alla navata centrale che si trova un’edicola interamente decorata sotto una campata ricoperta da ricche decorazioni barocche in stucco.

Il campanile, parte sommitale della facciata centrale, terminava a torre, inizialmente ottagonale, forse un tamburo con una cupola a cuspide, seguendo le torri rinascimentali delle cattedrali di Chieti, Teramo e Atei, seguendo le ipotesi dello storico Lucio Taraborrelli. A causa dei danni del terremoto della Majella del 1706, il campanile fu rifatto a torre quadrata in pietra, visibile in alcune foto storiche. Nell’occupazione francese del 25 febbraio 1799 furono rotte le campane. Negli anni 30 fu demolito per pericoli statici dopo il terremoto della Majella del 1933. Nel 1943 un bombardamento aereo danneggiò la chiesa, il portico settentrionale, nel 1944 i tedeschi trafugarono le campane per trasformarle in pezzi di artiglieria. Le campane vennero rifuse, tuttavia il castello di ferro, sul tetto scoperto fu montato solo nel 2009. Inizialmente fu montato nei primi anni ’90, per ospitare una sola campana, benché il concerto fosse stato già fuso, in fotografie della seconda metà degli anni ’90, esisteva un concerto simile a quello attuale, ma poi per difetti di realizzazione del “castello”, le campane sono state parcheggiate sino al 2009 sopra il portico Nord. Il concerto è uno dei più grandi d’Abruzzo e possiede 9 campane a slancio che sono state fuse nel 1999 ed elettrificate nel 2009 dalla Fonderia Capanni di Castelnovo ne’ Monti (RE), che sostituiscono le vecchie campane ora conservate nella suddetta fonderia, poste a ottagono: 4 maggiori laterali, fiancheggiate da 4 piccole, e infine il campanone collocato al centro superiormente. Un altro piccolo campanile si trova all’inizio del portico di destra, costituito da una mezza torretta rettangolare in pietra, sopra cui si trova una campana che non viene suonata; rimasuglio dell’antica chiesa della Natività di Gesù.

Come detto, si trovano incastonati nella parete, lo stemma della città e gli emblemi delle maggiori famiglie gentilizie di Guardiagrele, qui murati nel 1884 per non disperderli, che valorizzano gli stemmi nobiliari, con una lapide creata appositamente nel 1881 che si trova sul fianco sinistro del Duomo, con il compito di conservare tutti gli stemmi nobiliari delle più influenti famiglie guardiesi vissute dal Medioevo al XIX secolo, stemmi rimossi solitamente dalle architravi dei portali dei palazzi, alcuni dei quali scomparsi che offrono una preziosa testimonianza per tracciare la storia della vita locale dal XII sino al tardo Ottocento. Vediamoli in rapida successione: gli Ugni nobili guardiesi che avevano i feudi nella parte nord-occidentale della montagna, da Caporosso a Caprafico e Palombaro, Caprafico e signori dell’omonima contrada. Avevano la loro residenza fortificata presso il castello di Caprafico, i Palearia e il castello di Pagliara situato sopra Isola del Gran Sasso d’Italia (TE). La famiglia fu in rapporti col Regno di Napoli, nel Catalogus baronum (1150-1168) risulta di che Oderisio di Collepietro possedeva il feudo di Palearia, nel 1248 Innocenzo III confermò a Gualtiero di Palearia, conte di Manoppello, il possesso dei beni avuti da Federico II. I Palearia ebbero rapporti con Guardiagrele e i Caprafico, e dopo la venuta di Napoleone Orsini, andarono in decadenza. Gli Orsini, con capostipite della famiglia tal Orso di Bobone nel XII secolo. Nel 1276 Tommasa figlia di Gualtieri di Palearia sposò Subiaco conte di Chieti, e la loro figlia Maria andò in moglie a Napoleone I Orsini, che entrò nei possedimenti di Manoppello, San Valentino, Guardiagrele, Casoli e Pagliaria. Gli Scioli, con lo stemma recante il nome di Giulio Scioli, capostipite del casata. I Carrara e di questa famiglia si ricorda Ardizzione, luogotenente del capitano Braccio da Montone, al servizio di Giovanna II d’Angiò; nel 1423 fu inviato in Abruzzo insieme a Niccolò Piccinino per preparare l’assedio de L’Aquila. I De Sorte e il loro stemma dal tronco d’albero con due grandi pomi cadenti dai rami. Non si sa molto della famiglia, sennonché il cognome ha dato lustro al personaggio teatrale Antonio De Sorte detto “Frappiglia”, maschera comica della commedia dell’arte abruzzese. I Farina, originari di Casalincontrada, uniti con i D’Alena, lo stemma è scudo d’azzurro al giglio di giardino al naturale, fiorito di sei pezzi, tre per parte, nodrito sulla vetta più alta fra le tre di un colle al naturale verdeggiante; detto giglio accostato di sei stelle a sei raggi d’oro ordinate in palo tre e tre nei fianchi dello scudo. I Vallereggia, originari di contrada Valle Regia dove avevano il castello, possiedono lo stemma con il cimiero di un cavaliere in cima, e lo scudo blasonato con nella parte superiore due corone di fiori, e in basso una solo. Gli Stella, originari di Villa Maiella-Colle Barone, si conserva della loro presenza il torrione posto su vis Occidentale, coevo di Torre Adriana. Lo scudo è tripartito orizzontalmente in cima da tre gigli, e negli altri riquadri da due, e da una stella. Gli Accursio, provenienti da un castello presso L’Aquila, lo stemma è inquartato nel 1 e nel 4 d’argento all’aquila spiegata di nero; nel 2 e nel 3 d’azzurro al leone d’oro rivoltato. I Passarotti che risultano al catasto onciario del 1753, dove si nomina tale Apostolico Passarottio Ferdinando, sposato con Anna Carmela De Lauro. Gli Elisii che apparirono nel catasto onciario del 1609 come “Lisii”, poi nel XVIII cambiato nell’attuale (1753). Lo stemma mostra un cipresso ornato in cima da tre stelle, e in basso da due boccioli che nascono dal terreno ha la cornice molto ben elaborata da motivi barocchi, che in basso ritraggono il volto di un uomo, con la barba che si fonde nei riccioli con la stessa cornice.

Fonti:

Foto by Abruzzomania

https://it.wikipedia.org/wiki/Collegiata_di_Santa_Maria_Maggiore_(Guardiagrele)

https://it.wikipedia.org/wiki/Guardiagrele

https://www.inabruzzo.it/guardiagrele-cattedrale-di-santa-maria-maggiore.html

https://ilcantooscuro.wordpress.com/2020/03/01/il-duomo-di-guardiagrele/

http://www.culturaitalia.it/opencms/museid/viewItem.jsp?id=oai%3Aculturaitalia.it:museiditalia-mus_9156

Abruzzo, con Basilicata e Calabria, leader di crescita nei primi 3 mesi del 2019

Finalmente buone e soprattutto concrete notizie per il turismo della nostra regione!

I dati della OTA Expedia ricavato sulla base delle prenotazioni registrate fra gennaio e marzo 2019, sono estremamente positivi e rassicuranti per l’anno turistico in corso.

“I primi tre mesi dell’anno hanno visto una crescita senza precedenti delle regioni Basilicata e Calabria, in un periodo che solitamente non fa registrare una grande riempimento delle strutture nell’area. Accanto ad esse, anche l’Abruzzo ha mostrato una andamento decisamente positivo.

La Basilicata, sulla spinta della popolarità che sta ottenendo per la presenza di Matera, Capitale europea della cultura 2019, ha fatto segnare un +60% anno su anno, mentre la Calabria ha registrato un incremento del 40% della domanda turistica rispetto ai primi tre mesi del 2018.

Il turismo delle regioni meridionali sta crescendo soprattutto grazie all’ampia varietà di bellezze che è possibile ammirare ed i flussi in principale aumento sono quelli internazionali.

Cina e Russia sono cresciute nel periodo rispettivamente del 120 e del 70%. Altro dato straordinario è la domanda di turismo proveniente dalla Grecia con i numeri che evidenziano  un aumento superiore al 160%.”

C’è la novità Abruzzo, terza regione che ha registrato ottimi risultati in termini di domanda turistica nel primo trimestre dell’anno che mostrano una crescita attorno al 10% rispetto allo stesso periodo del 2018.

Fonte: https://www.ttgitalia.com/stories/incoming/152171_expedia_basilicata_calabria_e_abruzzo_leader_di_crescita_nei_primi_3_mesi_del_2019/

Regione Abruzzo: finanziamenti per il turismo

Arrivano finanziamenti per il turismo della nostra regione. sono 11 infatti i milioni di euro per le imprese turistiche appartenenti alle categorie  strutture ricettive e lidi balneari grazie al rifinanziamento della legge 77 del 2000, che prevede interventi a sostegno delle aziende che operano nel settore.

Tra gli obiettivi dei finanziamenti, favorire investimenti per aumentare standard di qualità e ridurre il rischio sismico, la sostenibilità ambientale, l’accessibilità per i turisti con disabilità motorie e sensoriali, il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente.

Il programma operativo 2018, il cui bando sarà pubblicato sul Burat consentirà la  richiesta di finanziamenti ad alberghi con minimo 7 camere, residenze turistiche alberghiere con minimo 7 unità abitative, alberghi diffusi, campeggi e villaggi turistici, case per ferie, residenze di campagna, ostelli della gioventù, rifugi montani ed escursionistici ed infine anche a stabilimenti balneari.

Come va il turismo mondiale?

Oggi vi parliamo dei grandi numeri del turismo mondiale! Gli arrivi mondiali “viaggiano” verso il miliardo e 400 milioni e scopriamo gli italiani dove vanno in vacanza? Attenzione alla cartina mondiale che rappresenta il mondo dal punto di vista dei turisti?
“Il Ciset aggiorna sull’andamento del turismo a livello mondiale: i primi quattro mesi del 2018 hanno totalizzato un aumento del 6% e le prospettive annuali non si discostano da questo trend, confermando così gli ottimi risultati conseguiti nel 2017 (+7%). “Si tratta di un risultato decisamente superiore alla dinamica di lungo termine 2010-2020, stimata pari al +3,8% medio annuo”, osserva l’istituto universitario.

Le economie avanzate consolidando il peso sul mercato turistico globale con una quota del 54,8%, a fronte di una crescita stimata pari a +5,3%. Mentre il Nord America si posiziona al +4,1%, l’Estremo Oriente, in primis il Giappone, e l’Oceania registrano dinamiche rispettivamente del +6,3% e del +5,2%, mentre l’Europa rinsalda le proprie performance attestandosi al +6,8%.

Più rilevante la dinamica dei paesi emergenti (+7,1%) con il recupero confermato di Cina e Sud-Est Asiatico (+10%), le performance del Sud America (intorno al +7,7%) e del Centro America (+5,7%) e l’interessante dinamica dell’area subsahariana (+6,1%). A questo scenario si aggiungono ulteriori segnali di rimonta della Turchia e del Nord Africa”.

I fattori push, capaci di consolidare e accrescere la fiducia sia del business internazionale che dei consumatori, stanno nella conferma della capacità propulsiva dell’economia statunitense, nella complessiva tenuta di quelle asiatiche e nel recupero delle altre economie emergenti.

A fronte di questo scenario, a fine 2018, il movimento turistico mondiale dovrebbe avvicinarsi al miliardo e 400 milioni di arrivi, come confermato anche dall’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto).

Magli italiani dove vanno? Nell’intero anno, le partenze internazionali dall’Italia verso i principali paesi supereranno i 24 milioni, con un tasso di incremento del  +2,9%. In particolare, superiore alla media sarà la crescita dei flussi diretti verso il Mediterraneo (+3,2%). Le cui destinazioni assorbono più della metà del totale dei flussi in partenza dal nostro paese. Torna  positivo nel 2018 il movimento verso la Francia (+3,1%), principale mercato di destinazione per il nostro paese con oltre 8 milioni di partenze.

L’Europa Centrale mostrerà una crescita inferiore alla media con un +2,1%.  Il Nord Europa sarà contraddistinto da un aumento di poco inferiore alla media (+2,5% ), ma Svezia e Irlanda risulteranno tra le mete preferite, con dinamiche superiori al +4%, mentre i viaggi verso il Regno Unito, che rappresenta circa il 70% delle partenze verso l’area non supereranno il +2%. Infine, i paesi extraeuropei saranno caratterizzati da un andamento in linea con la media (+2,9%), con una predilezione per le mete dell’America Latina e dell’Australia. Tra le mete tradizionali d’oltre oceano, gli Stati Uniti registreranno un  +2,8%. In recupero, ma ancora sotto tono, infine, le mete africane (+1,4%).

Per l’analisi viene utilizzato “Trip”, un modello di previsione dei flussi turistici internazionali elaborato da Ciset-Ca’ Foscari e utilizzato due volte l’anno, da vent’anni.”

Fonte: www.guidaviaggi.it

Strategie di turismo destagionalizzato con la Golden Week cinese del 1 ottobre: Italia nella Top Ten

Oggi Abruzzomania accende i riflettori su una delle più grandi problematiche di chi si occupa di turismo, la destagionalizzazione. E perchè la destagionalizzazione è un problema? Semplicemente perché il suo contrario, la stagionalizzazione, è un problema: “il problema più grave del turismo in Europa è la sua elevata concentrazione in alta stagione, il che comporta la congestione delle capacità di trasporto e dei servizi di accoglienza, nonché il degrado dell’ambiente naturale ed umano nell’alta stagione, ed uno scarso impiego delle risorse finanziarie ed umane nella bassa stagione”. (Commissione CEE (1991)). Quindi bisogna darsi da fare per ideare strategie finalizzate a far aumentare i flussi turistici nei periodi dell’anno che hanno meno appeal turistico.

Prendiamo pertanto spunto da un interessante articolo edito sul miglior blog d’Europa, curato dal prof. Giancarlo Dall’Ara, che si occupa da circa 15 anni di mercato turistico cinese. Un livello di specializzazione ed una competenza raggiunte sul turismo cinese  senza precedenti ed una straordinaria capacità visionaria, tale da consentirgli di vedere cose che 15 anni or sono nessuno osava immaginare. Alzi la mano chi 15 o anche 10 anni fa pensava che oggi il turismo cinese divenisse un baluardo nella top five (sono quarti al mondo!) di chi viaggia per visitare il globo!

Ho avuto la fortuna di conoscere il prof. Dall’Ara in occasione di un convegno organizzato dall’Associazione “Francavilla c’è” nel 2010, in cui storicamente, grazie alla sua qualificata presenza, per la prima volta si discusse della materia turistica, nella cittadina di Francavilla al Mare, in modo veramente qualificato.

Leggiamo il suo pensiero ed i suoi preziosi suggerimenti sull’adozione di una possibile strategia di destagionalizzazione, con la speranza che qualche organizzazione turistica o qualche amministrazione illuminata, ne possano far tesoro:

Se la vostra località vuole aumentare il numero dei visitatori nel mese di ottobre, questa notizia fa per voi. L’1 ottobre è festa nazionale in Cina e gran parte della popolazione va in vacanza (Golden Week). Negli ultimi anni è aumentato il numero dei turisti cinesi che vanno in vacanza all’estero e le previsioni per la prossima Golden Week sono di un ulteriore incremento del 4% (secondo Ctrip, leader nel turismo online in Cina). Tra le mete più gettonate quest’anno ci sarà ai primi posti il Giappone, assieme alla Taylandia, e poi Singapore, Stati Uniti e Canada. Ma anche l’Italia è tra le prime 10 destinazioni estere del turismo cinese. A consuntivo vedremo in quale posizione. Il mercato turistico cinese non è solo il più grande mercato turistico al mondo ma è anche quello più destagionalizzato, che cresce di più, e spende di più.

Quindi la speranza di Abruzzomania, è che la nostra regione o qualche destinazione turistica o DMC del nostro territorio, ovviamente non per il 2018, perché siamo in ritardo, possa prendere spunto da questa opportunità cercando di progettare per il 2019 un’iniziativa strategica finalizzata ad attirare turisti cinesi in occasione del Golden Week!

Foto & Fonte: http://turismocinese.blogspot.com/2018/08/golden-week-1-ottobre-italia-nella-top.html

Italia 5° meta turistica del mondo

Nel 1970 l’Italia era la prima meta turistica del mondo! Continuiamo con la metafora calcio/turismo, che ben si adatta e ricordiamo che nel 1970 nel calcio fummo sconfitti nella finalissima dei mondiali per 4 a 1 dal Brasile e quest’anno i mondiali non li abbiamo visti neanche col binocolo, quindi possiamo dire, nonostante i problemi di perdita di posizioni nella top ten mondiale, che nel turismo le cose vanno meglio che nel calcio, ma questo sicuramente non ci conforta! Un dato di fatto è certo, in due settori molto importanti sotto l’aspetto socio-economico, dove eravamo fino a qualche decennio fa potenze mondiali, oggi contiamo relativamente poco.

Lo eravamo perché il mercato del turismo non era ancora globalizzato e perché quando si è globalizzato, la disciplina del marketing del turismo non è stata applicata a questo importante e strategico settore. Abbiamo continuato a vivere di rendita, scivolando in basso alla classifica delle destinazioni turistiche anno dopo anno, senza che nulla, e questo vale sia a livello nazionale che regionale, venisse fatto di concreto per recuperare le posizioni perdute.

A titolo puramente esemplificativo, nel 1970 un turista dell’entroterra abruzzese, con gli equivalenti 1.000 euro odierni, si godeva una bella vacanza sul litorale abruzzese, oggi, grazie ai voli low cost ed all’ipercompetizione delle strutture ricettive, creata dalle OTA, con la stessa cifra va in Croazia o in Spagna ed a parità di tempo di soggiorno nella stessa metà a pochi chilometri da dove risiede, molto probabilmente spenderebbe di più!

Ma vediamoli un po’ da vicino questi dati del turismo mondiale“LUnwto (Organizzazione Mondiale del Turismo) nell’edizione 2018 dei suoi Tourism Highlights, quantifica in 1,323 miliardi i turisti nel pianeta nel corso del 2017, 84 milioni in più rispetto all’anno precedente (più 6,8%). E’ il record dei record!

A trainare l’incremento i Paesi del bacino del Mediterraneo, ben lungi dal poter essere considerati destinazioni ‘mature’: tra le macroregioni, infatti, l’Africa con le destinazioni del nord porta a casa un + 8,6% di arrivi, seguita dall’Europa, a + 8,3%. In totale i turisti nel Vecchio Continente sono stati 537,6 milioni, di cui 266,2 nella parte dell’Europa del Sud e mediterranea.

Nella top ten delle mete preferite dai turisti di tutto il mondo troviamo l’exploit della Spagna che, grazie a un incremento dell’8,6%, è cresciuta fino a diventare la seconda destinazione più visitata dopo la Francia con 81,8 milioni di arrivi internazionali.

Sul terzo gradino del podio gli Stati Uniti, a quota 75,9 milioni, seguiti dalla Cina con 60,7 milioni. L’Italia stabile al quinto posto con 58,3 milioni di visitatori e un incremento dell’11,2% rispetto all’anno precedente. Il maggiore aumento di visite è della Turchia, che con un + 24,1% conquista l’ottava posizione tra le top ten del turismo mondiale scavalcando la Germania, ferma al nono posto con 37,5 milioni di turisti.

Il Messico, al 6° posto con 39,3 milioni di arrivi, 7° la Gran Bretagna a quota 37,7 milioni, 8° Turchia, 9° Germania e, ultima con 35,4 milioni di arrivi, la Thailandia, completano la classifica delle mete più visitate.”

Fonte: www.ttgitalia.com

Veneto vs Abruzzo

La grafica che possiamo osservare in capo all’articolo è un po’ datata, è del 2012, ma è ancora rappresentativa di come l’Italia è vista dagli stranieri da un punto di vista turistico. Ne esce fuori ovviamente un’immagine deformata che presenta il Veneto allora come oggi sullo stesso piano della Juventus del turismo. Una squadra imbattibile con i suoi assi rappresentati da Venezia, Verona e il Lago di Garda. Come si può osservare, l’Abruzzo è un piccolo puntino, praticamente inesistente da un punto di vista turistico!

Il Veneto nel settore turistico è quindi la prima della classe, pertanto un paragone con l’Abruzzo apparirebbe impietoso e non consono, un po’ come se si volesse paragonare la Juventus al Frosinone. Ma io obietto  a questa affermazione che nel calcio durante il corso del campionato, anche se i livelli di valore e forza societaria sono totalmente diversi, le due squadre prima o poi, complice il calendario, dovranno confrontarsi. Se si fa nel calcio è bene iniziare a fare questi confronti anche nel turismo. Nel calcio si confrontano 18 squadre, nel turismo 20 regioni, per cui il campionato del turismo è abbastanza simile anche a livello di quantità di competitors. Siamo lì!

Il Veneto è la sesta regione turistica in Europa e prima un Italia con 19,2 milioni di arrivi (+7,4%) e 69 milioni di presenze (pernottamenti) (+5,8%) nel 2017.
L’Abruzzo nel 2017 ha prodotto come risultato in termini di flussi turistici 1.548.653 arrivi e 6.193.473 presenze (pernottamenti). Il gap è di poco meno di 17.000.000 di arrivi e 63.000.000 di presenze. Non pretendiamo che il Frosinone/Abruzzo debba vincere il campionato del turismo, ma siamo sicuri che non possiamo migliorare la nostra classifica nel turismo che ci vede classificati terzultimi davanti solo ad Umbria e Molise? L’Abruzzo è ricco di tentazioni turistiche, quindi le potenzialità ci sono. Dobbiamo semplicemente cambiare paradigma turistico.
A Treviso  durante la “Conferenza delle idee” Aiest, l’associazione che riunisce i più importanti esperti internazionali di turismo, sono stati presentati i numeri che testimoniano l’eccellenza del business turistico in Veneto.

Quando anche in Abruzzo si potrà organizzare una Conferenza delle idee sul turismo?

In Italia le prime 50 località turistiche concentrano il 90% dei flussi turistici e il Veneto è la prima regione italiana per arrivi e presenze con il 16% del totale nazionale, seguita da Trentino Alto Adige, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia.

Nel 2017 il turismo ha apportato al Veneto oltre 17 miliardi di euro che corrispondono a: 6 volte il bilancio del comparto agricolo, 5 volte l’agrifood, 4 volte il comparto moda. Inoltre, senza il turismo nel 2017 il Veneto avrebbe perso  il 10% del Pil regionale, il 18% dei consumi interni e oltre mezzo milione di posti di lavoro.”

Quando anche in Abruzzo comprenderemo che il turismo è volano dell’economia e quindi occorre investire sul turismo con competenza!

Fonte: www.guidaviaggi.it/ – Foto by corrieredellasera.it

Il turismo: la più grande industria del mondo

E se lo afferma The Economist c’è da crederci!

Oggi Abruzzomania vuole celebrare l’industria del turismo. Si, perché in pochi hanno compreso che il turismo è un industria e in Italia così come nella nostra regione il problema del mancato sviluppo turistico è collegato alla mancanza dei “capitani d’industria”, cioè ad un problema di governance. LFrancia con 89 milioni di turisti nel 2017, è eletto Paese più visitato del mondo. Quando l’Italia e la nostra meravigliosa regione potranno recuperare quanto spetta loro di “diritto” (diritto delle meraviglie e delle eccellenze), in termini di flussi turistici?

In questo un video di pochi minuti The Economist traccia lo stato di salute del mercato dei viaggi internazionale. Video in inglese, ma di facile comprensione.


“Dal 1950 al 2016 il numero di viaggiatori è passato da 25 milioni a 1,2 miliardi. I migliori viaggiatori, che hanno superato gli americani che in passato erano il popolo viaggiatore per eccellenza, sono i cinesi, che nel 2017 che con un trend in ascesa, hanno speso 258 i miliardi di dollari in viaggi (più di statunitensi, tedeschi, britannici e francesi). Un fenomeno collegato al rafforzamento della classe media e del suo potere di acquisto, che ha portato a un aumento del budget destinato agli spostamenti. Nel 2030, anticipa il video, il 25 per cento dei cinesi farà viaggi internazionali. Una miniera d’oro!

Mi chiedo, che genere di attenzione la nostra regione sta riservando a questo super target?

E se i cinesi viaggiano di più, il turismo negli Stati Uniti sembra registrare una battuta d’arresto. Il  hanno disincentivato gli arrivi, generando un calo degli arrivi internazionali del 4 per cento.

L’Europa, al contrario degli Stati Uniti che registrano un calo del 4% degli arrivi internazionali (causa travel ban, restrizioni visti e rafforzamento del dollaro), è il continente più visitato del mondo, destinazione preferita degli europei (90 per cento dei pernottamenti).”

Fonte: www.ttgitalia.com

Case vacanze: Abruzzo e Sicilia le regioni dove si spende di meno

Finalmente una buona notizia per il turismo abruzzese che arriva dal portale CaseVacanze.it. L’analisi delle prenotazioni eseguite ha evidenziato che Sicilia e Abruzzo sono le regioni più convenienti ad agosto per l’affitto di case vacanze. Ma … siamo certi che la politica di prezzo più basso sia la più conveniente? Anche su questa importante leva del marketing tattico sarebbe opportuno aprire un dibattito tra gli stakeholder turistici soprattutto perché i dati e previsioni sui flussi turistici della nostra regione non sono per niente rassicuranti.

Le due regioni che contano più località nella classifica delle case vacanze sono la Sicilia e l’Abruzzo: le mete siciliane sono ben sette e fra queste c’è Palermo, la più economica in assoluto, dove per l’affitto di una casa vacanza per 4 persone ad agosto sono stati spesi in media 390 euro per una settimana

Per l’Abruzzo si trovano in classifica Pineto, al secondo posto con una spesa media di 395 euro a settimana, Francavilla al mare, Silvi, Alba Adriatica e Martinsicuro.

In Italia le case vacanza rappresentano il 52% dell’offerta ricettiva turistica totale. Lo dice Solo Affitti, rete immobiliare specializzata nella locazione. La Campania è la regione italiana dove le case vacanza sono cresciute di più negli ultimi 10 anni, con un +790%, seguita della Basilicata dove sotto l’effetto Matera il numero di queste strutture è aumentato di oltre sette volte (+645%).

Secondo quanto rilevato da Solo Affitti Brevi queste strutture sono aumentate in modo significativo anche in altre regioni dalla forte vocazione turistica. In Emilia Romagna(+378%) sono quasi quintuplicate, passando da 1700 a 8124, mentre nel Lazio (+238%, da 1551 a 5235) e in Puglia (+212%, da 498 a 1554) sono più che triplicate. In Lombardia, gli appartamenti per locazioni turistiche sono incrementati del 482%.

Fonte: www.guidaviaggi.it & www.soloaffitti.it –  Foto by mediavacanze.com

Vince l’Asia nella top ten delle destinazioni internazionali

Le mete asiatiche dominano la top ten delle destinazioni internazionali (GlobalData) e per capire quali siano è sufficiente leggere la grafica che introduce l’articolo. E quindi? Potremmo rispondere mutuando una bella citazione  del prof. Giancarlo Dall’Ara: “Il futuro del turismo è già cominciato”.

Chiediamoci anche perché. Perché la Thailandia è la meta turistica tra le più ambite a livello mondiale? Hanno spiagge e isole tropicali al sud e la giungla bellezze naturali incomparabili, palazzi reali d’epoca, antichi templi decorati con Buddha che fa da padrone un po’ ovunque, con possibilità di fare vacanze in luoghi molto belli senza spendere cifre alte. Quindi il vantaggio competitivo REALE è sicuramente l‘ottimo rapporto qualità-prezzo. Mi sfugge qualcosa?  Dimenticavo, è chiamata “Il Paese dei sorrisi”, quindi accoglienza a go go, e in ultimo la forte identità  dell’essere “thai” con lo stile “thainess”: rappresentato da cibo, massaggi, benessere, artigianato, festività, ospitalità, Questa è la loro chiara e divulgata strategia che porta ogni giorno mediamente 57.000 persone a visitare Bangkok?

A questo punto interroghiamoci su quale siano le nostre di strategie? Non pretendo ovviamente di paragonare la nostra seppur bella regione alla Thailandia, ma mi piacerebbe molto leggere un documento di indirizzo strategico sul nostro turismo, sul turismo d’Abruzzo, anche sintetico, che illustri visione, missione, valori, filosofia, segmentazione, target, posizionamento, vantaggio competitivo, obiettivi, leve tattiche.  Dov’è, qualcuno lo ha mai elaborato? Se si, come detto mi piacerebbe leggerlo, qualcuno può dirmi dove reperirlo? Se no, cosa si aspetta a produrlo? Paolo D’Intino