… o di una destinazione turistica! Oggi, per tessere qualche ragionamento turistico, proponiamo due massime di marketing: “Un’evoluzione è un destino.” – Thomas Mann, “un mercato non è per tutta la vita” – Ivan Di Marco.
Sfruttando la massima di marketing sul ciclo di vita del prodotto, noi di Abruzzomania ci poniamo una gran bella questione di marketing: “In che fase di ciclo di vita della destinazione turistica si trova l’Abruzzo? ”
L’Abruzzo inteso quale destinazione turistica, analizzato sotto l’aspetto del ciclo di vita di una destinazione turistica, a mio avviso si trova ancora nella prima fase, una fase primordiale, quella della introduzione, in cui se da un lato non c’è da essere positivi, perché si tratta di una fase embrionale, d’altro canto si può essere ottimisti, perché il lavoro di marketing da sviluppare è ancora molto gravoso ma gravido di opportunità. Sapranno i nostri eroi del destination marketing abruzzese riuscire a prendere per mano la destinazione Abruzzo è condurla verso le vette del successo nel turismo?
“Panta rei”, tutto cambia ci insegna Eraclito e di certo questo stesso principio è applicabile nella vita come nella gestione d’impresa e nel marketing in particolare, per cui le imprese così come le destinazioni cambiano, non sono realtà immutabili e il marketer ha il compito di studiare questi mutamenti così come un genitore studia quello di un figlio che cresce.
Il concetto del “Ciclo di vita del prodotto” (CVP) è uno dei concetti fondamentali del marketing. Esso si basa sull’assunzione che i prodotti e quindi anche le destinazioni, attraversino un ciclo di nascita, vita e morte, proprio come un qualsiasi organismo vivente. Il termine fu usato per la prima volta da Theodore Levitt nel 1965 in un articolo della Harvard Business Review: “Sfruttare il Ciclo di Vita del Prodotto, (1965)”.
Secondo questa teoria, all’inizio la destinazione entra sul mercato e se non fallisce questa delicatissima fase, si espande ulteriormente. Ma il mercato non è infinitamente espandibile, a un certo punto il tasso di crescita rallenta e il prodotto entra nella fase di maturità. Infine, viene raggiunta una fase in cui ci sono troppe aziende sul mercato, scoppia la guerra dei prezzi e alcune imprese abbandonano di mercato, che a sua volta può correre il rischio di implodere.
Ma vediamo quali sono le 5 fasi di un ciclo di vita di una destinazione turistica. “Lo sviluppo turistico di un’area è sottoposto a un processo di autolimitazione che finisce per manifestarsi per effetto dell’evoluzione dei gusti, delle motivazioni, delle abitudini, del comportamento di spesa dei visitatori.
La teoria del ciclo di vita di un prodotto descrive l’evoluzione di un prodotto espressa in termini di dinamica del volume di vendite nel tempo attraverso le fasi di introduzione, crescita, maturità e declino, a cui viene aggiunta la fase della ripresa che da il via a un nuovo ciclo.
Le destinazioni turistiche seguono un ciclo evolutivo sulla base di un fattore prezzi (maggiore è l’attrazione esercitata da un’area, maggiore sarà la disponibilità a pagare dei turisti, ma con un probabile fenomeno di inflazione, portando altre destinazioni ad essere valide alternative) e di un fattore tendenziale (legato al mutare delle opinioni sulla fama dell’area considerata e sul suo essere alla moda, all’evoluzione nei gusti e nelle abitudini dei visitatori).
Il ciclo di vita si avvia con l’esplorazione da parte di un numero ristretto di visitatori, attratti dalle bellezze naturali e dalla cultura del luogo, ma la mancanza dei servizi ne limita il numero.
La seconda fase è quella del coinvolgimento, dove le iniziative dei residenti volte a mettere a punto alcuni servizi e a far conoscere il luogo danno come risultato una crescita regolare del numero dei turisti.
La terza fase è quella dello sviluppo, che si caratterizza per alti tassi di crescita dei flussi, con l’organizzazione del turismo affidata in outsourcing ad agenzie efficienti e innovative; aumentano in questa fase i processi che alterano l’identità della destinazioni producendo l’avvio di meccanismi di declino, generati dall’affollamento e dalla popolarità, manifestando alcune problematiche connesse alla non sostenibilità dei flussi turistici.
La quarta fase è quella della maturità, dove il numero assoluto di visitatori aumenta a tassi sempre più contenuti.
La quinta fase è quella della stagnazione, nella quale la destinazione ha raggiunto i livelli massimi di visita e non è più percepita come attrazione. A questo punto si può avere il declino, con i visitatori che diminuiscono e la domanda stanziale tende ad essere sostituita dall’escursionismo e dalle visite del fine settimana, oppure il rinnovamento grazie all’opera del destination manager che inverte la tendenza adottando opportune strategie.”