Eremi della Maiella e loro Tradizioni n°8 – San Michele Arcangelo a Pescocostanzo

Luogo di deserto, grazie alle sue alte vette e ai suoi paesaggi selvaggi e sconfinati, ponte di accesso per l’Infinito per molti dei più grandi asceti alla ricerca di Silenzio, l’Abruzzo è, da sempre, una terra intrisa di sacralità.

Il percorso attorno alla montagna “madre” della Maiella che ci sta portando dal versante settentrionale al lato occidentale che comincia ad affacciarsi sulla Conca Peligna, ci ha condotti all’imperdibile Eremo di San Michele Arcangelo a Pescocostanzo.

Eremo di San Michele a Pescocostanzo visto ai piedi della vallata (foto by Wikipedia)

Così come la maggior parte dei più importanti luoghi di culto “micheliti” sono situati all’interno delle grotte, anche l’eremo pescolano è stato edificato a ridosso di una grossa insenatura rocciosa. Nonostante la sua posizione isolata e sui monti, esso era collegato ad un’ampia via di comunicazione che poteva partire da Pavia, passando per Benevento, per arrivare ad uno dei più importanti santuari dedicati all’Arcangelo del mondo, quello di Monte Sant’Angelo. La via era costellata, per tutto il suo percorso, da una fitta rete di luoghi di culto, quasi equidistanti tra loro, eretti in onore di Michele. La principale rotta, probabilmente già utilizzata dai romani, che i Longobardi seguivano per collegare la loro capitale pavese, insieme alla loro più importante città meridionale beneventana, al luogo di apparizione del loro santo guerriero protettore sul Gargano.

Interno dell’Eremo di San Michele a Pescocostanzo (foto by David Giovannoli)
Interno n°2 dell’Eremo di San Michele a Pescocostanzo (foto by David Giovannoli)

La scelta della grotta, quando si parla di San Michele, non è casuale. Essa, infatti, esprime un forte valore simbolico, facente parte, nell’immaginario collettivo, soprattutto medioevale, delle porte d’accesso agli inferi. Così come manifestato anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia, infatti, si pensava che queste insenature, molto spesso dirette verso l’interno oscuro, e il più delle volte ignoto, delle rocce, dava l’impressione che esse fossero collegate con le profondità della terra e, quindi, l’Inferno. Per questo motivo si decideva di dedicare gli anfratti al culto del più acerrimo nemico del demonio, l’unico che fu in grado di dominarlo e di cacciarlo dal Paradiso, l’Arcangelo Michele, il quale si sovrappose alle figure di simile valenza di epoca precristiana come, nel caso del territorio abruzzese, l’eroe greco-romano Ercole. La grotta, inoltre, era una metafora tangibile del profondo interiore nel quale l’asceta poteva ritrovarsi. Un’interiorità per cui l’uomo ha bisogno di un coraggioso Silenzio senza il quale è impossibile fare i conti con il proprio ignoto ed affrontare i pericoli verso il quale conduce. Un’aspra lotta contro i propri mali e i propri limiti personali per cui si invocava, così come per la permanenza nelle grotte, l’aiuto dell’Arcangelo.

Porta d’Ingresso vista dall’interno (foto by David Giovannoli)
Altare e statua di San Michele Arcangelo (foto by David Giovannoli)

Anche San Francesco d’Assisi, molto devoto a San Michele, utilizzò questa strada durante i suoi spostamenti per recarsi al Santuario di Monte Sant’Angelo, visto che questa era la strada più importante dell’epoca che congiungeva la vicina Spoleto al luogo di culto sul Gargano. Per questo si presume che il fondatore dell’ordine francescano abbia avuto la possibilità di soffermarsi, nel suo passaggio, anche all’Eremo di Pescocostanzo. Ancora oggi sono visibili i luoghi dedicati all’Arcangelo posti lungo questa via, e, laddove oggi scomparsi, la loro passata esistenza è rintracciabile attraverso i vari toponimi ancora sopravvissuti. Solol per citarne alcuni nel tratto abruzzese possiamo ricordare: la Chiesa di San Michele situata sopra le Catacombe di San Vittorino, il Convento di Sant’Angelo d’Ocre, Villa Sant’Angelo, l’Eremo-Grotta di San Michele a Bominaco, la Chiesa di San Michele Arcangelo a Beffi, la Grotta di San Michele a Roccacasale, l’Eremo di Sant’Angelo in Vetulis sita tra Sulmona e Pacentro.

Esterno della struttura dell’Eremo di San Michele a Pescocostanzo (foto by David Giovannoli)
Particolare dell’esterno (foto by David Giovannoli)
La struttura dell’eremo si presenta, con l’ampia cavità naturale murata all’esterno da un muro di pietre, quasi a sembrare, dal di fuori, una normale chiesa rurale che al suo interno nasconde una suggestiva sorpresa. Esso è stato realizzato sulla base del Santuario di Monte Sant’Angelo e forniva la possibilità ai visitatori di avere almeno un assaggio di quello che doveva essere il ritrovarsi nel luogo dell’Apparizione dell’Arcangelo sul Gargano.

Non vi è molta memoria dei riti della religiosità popolare se non quelli della frequentazione della grotta nei periodi delle festività di San Michele. Degno di nota era l’appartenenza del luogo all’Abbazia di Monte Cassino che lo aveva scelto come luogo di ritiro, ascesi e solitudine ma anche come postazione ideale il controllo delle greggi che transitavano lungo la vallata. Fino alla sopravvivenza della transumanza, infatti, anche a seguito dell’abbandono da parte dei monaci, l’eremo è rimasto punto di riferimento per la sosta dei pastori transumanti, tra l’altro molto devoti al principe della milizie celesti, che si accingevano a raggiungere il capoluogo foggiano. 

Riferimenti bibliografici:

  • Micati Edoardo, Eremi e luoghi di culto rupestri della Majella e del Morrone, CARSA Edizioni, Pescara 1990

Riferimenti sitografici:

  • www.diquipassofrancesco.it/IT-Ali/

“Eremi della Maiella”: 1. Eremo di Sant’Onofrio a Serramonacesca, 2. Eremo di San Giovannino a Serramonacesca, 3. Eremo della Madonna della Mazza a Pretoro, 4. Grotta del Colle a Rapino, 5. Eremo di Sant’Angelo a Palombaro, 6. Monastero di S. Martino in Valle a Fara S. Martino, 7. Eremo della Madonna dell’Altare a Palena, 8. Eremo di San Michele a Pescocostanzo

Eccellenza d’Abruzzo n. 62 – Pennapiedimonte (CH): Case Rupestri nella Matera d’Abruzzo

Continua il viaggio straordinario alla scoperta delle 305 Eccellenze dei 305 Comuni d’Abruzzo.  Oggi Abruzzomania, con la rubrica Eccellenze d’Abruzzo, presenta la sua 62° Eccellenza, quella del comune di Pennapiedimonte in provincia di Chieti  con la sua straordinaria eccellenza, le Case Rupestri dichiarate Monumento Nazionale nel borgo scavato nella roccia detto la Matera d’Abruzzo. Ricordo che di eccellenze abruzzesi ne abbiam censite ben 305, una regina per ognuno dei 305 comuni della nostra regione, per cui ne mancano all’appello 243, tutte già selezionate! Ogni paese d’Abruzzo merita di partecipare a questo concorso di Eccellenze d’Abruzzo per mettere in mostra la sua eccellenza speciale ed avere il suo meritato riconoscimento. 

Alle pendici della Majella, tra le montagne più suggestive del centro Italia, é Pennapiedimonte “la Pinna ai piedi del Monte” detta la Matera d’Abruzzo perché conserva un numero incredibile di grotte utilizzate come abitazioni costruite in pietra locale scavate nella roccia viva nelle quali hanno vissuto le varie generazioni, tramandate fino ad oggi, con il suo centro abitato situato su di un irto costone a picco sulla valle del torrente Avello. Il borgo conserva i segni di insediamenti umani antichissimi ed è abbarbicato sul fianco della montagna, inespugnabile come un castello naturale; lungo le vie che salgono a serpentina verso la parte alta del paese, o su e giù per le scale che realizzano ardite “scorciatoie”, si scorgono ovunque scorci caratteristici o si aprono panorami mozzafiato.

Lo spettacolare borgo con le strette vie e antichi frantoi rupestri ricavati nella roccia e la cava delle “pile dell’olio”, come entrare in un “trappeto”, è incastonato nella pietra bianca della Majella orientale costruito attorno alle gallerie scavate per prelevare pietra della Majella, la caratteristica roccia bianco/grigia utilizzata nei secoli sia per uso edile e sia per scopi artistici e per questo definito anche Borgo degli scarpellini. Antichi maestri gli scalpellini locali che affascinano con le loro splendide sculture e alla sommità del Borgo si passeggia lungo il panoramico Balzolo un vero e proprio spettacolare monumento litico naturale. La loro disposizione a gradinate, con strette vie, di cui alcune percorribili solo a piedi, con gli elementi stilistici dei cornicioni, dei capitelli, dei portali, delle sculture in pietra lavorata, costituiscono un patrimonio architettonico unico e di enorme pregio, segno dell’attività un tempo fiorente di ricercati maestri scalpellini. Le nuove generazioni sono quelle che stanno ridando vita al borgo, il recupero delle case, stalle e frantoi rupestri per loro è una priorità proprio per conservare le proprie origini e la propria storia.

A Pennapiedimonte il tempo sembra essersi fermato e per le vie del borgo è facile percepire suoni della vita che scorre lentamente e sentire profumi caratteristici dei luoghi dove si conduce ancora una vita sana e genuina. Gli ambienti recuperati sono visitabili e tanti sono stati oggetto di attività di recupero che non ne ha stravolto la loro natura. Stare qui sembra di raggiungere il cielo! Pennapiedimonte, bomboniera d’Abruzzo, che offre un panorama straordinario in grado di unire mare e montagna. Il borgo degli scalpellini che dà il benvenuto ai visitatori con un’accogliente piazzetta e la bianca chiesa dei santi Silvestro e Rocco. Pennapiedimonte, borgo oggi meravigliosamente “fuori dal tempo”, un paese fa favola.

FONTI:

Foto by Abruzzomania

visita guidata ai frantoi rupestri di Pennapiedimonte (bedandbreakfastlognomo.it)

http://www.parks.it/parco.nazionale.majella//man_dettaglio.php?id=3609

http://www.comune.pennapiedimonte.ch.it/

https://it.wikipedia.org/wiki/Pennapiedimonte

https://fondoambiente.it/luoghi/case-rupestri-botteghe-artigiane-scavate-nella-roccia-frantoi-rupestri?ldc