Eccellenza d’Abruzzo n. 39 – Atri (TE): Duomo di Atri – SECONDA PARTE

Continua il viaggio straordinario alla scoperta delle 305 Eccellenze dei 305 Comuni d’Abruzzo ed eccoci arrivati alla SECONDA PARTE della 39° Eccellenza, quella del comune di Atri, il meraviglioso duomo di Atri, basilica concattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo. Ricordo che nella prima abbiamo descritto le caratteristiche generali del Duomo di Atri  presentando alcune opere presenti all’interno di grande valore;con questa seconda parte intendiamo mettere in mostra tutta la sua magnifica bellezza, illustrando i 101 affreschi del pittore abruzzese Andrea Di LItio. 

Infatti la cosa più stupefacente del Duomo di Atri è l’impressionante numero di affreschi quattrocenteschi a tema religioso conservati al suo interno realizzati tra il XIV e il XV secolo ed attribuiti ad Andrea De Litio, il massimo esponente del Rinascimento in Abruzzo e uno dei più importanti del Rinascimento italiano. Si tratta di ben 101 affreschi che ornano le pareti, le colonne e la volta del coro, l’opera più famosa della concattedrale, che attrae tanti turisti e studiosi, noti come gli affreschi del coro o appunto come gli affreschi di Andrea De Litio, grande opera e capolavoro di questo pittore catalogabili tra le principali espressioni artistiche dell’Italia centrale e meridionale, oltre ad essere tra i cicli di affreschi più grandi dell’Abruzzo. Dopo aver conosciuto il loro momento di gloria, gli affreschi del coro caddero nell’oblio e di essi non si conoscevano più l’autore e la datazione. Questa situazione durò fino al 1897, anno in cui lo storico atriano Luigi Sorricchio attribuì per la prima volta questa grande opera ad Andrea De Litio, facendo tornare l’interesse su questi affreschi, già restaurati nel 1824 ad opera del vescovo Ricciardone che li salvò dalle infiltrazioni d’acqua.

Sono articolati in più parti: sulle tre pareti del coro troviamo il capolavoro di de Litio con le scene della Vita di Maria, che racconta la vita della Madonna e Cristo (1480-81); sulle colonne e sull’arco trionfale alcune raffigurazioni di santi e martiri; sulla volta i 4 Evangelisti, i 4 Dottori della Chiesa e le Virtù Cardinali e Teologali realizzati tra il 1460 e il 1470. Specialmente quelli della Vita di Maria, non sono un semplice racconto sacro, ma un “libro” della società e della cultura atriana e abruzzese del tempo: infatti le varie scene presentano spesso alcuni riferimenti alla tradizione abruzzese (come il camino nella Nascita della Vergine) e lo stesso paesaggio ricorda quello marsicano, area di provenienza del pittore, quello piatto padano (zona dove si pensa che il pittore abbia visitato) e quello atriano con i tipici calanchi.

Vediamoli in successione: la Vita di Maria, con affreschi che si sviluppano sulle tre pareti del coro con 22 episodi in cui sono ritratti personaggi eminenti dell’Atri del Quattrocento (tra cui lo stesso giovane duca Andrea Matteo III Acquaviva, che fu assieme al vescovo Antonio Probi il committente degli affreschi).

La Cacciata di Gioacchino dal Tempio da cui inizia il ciclo con la vita della Madonna, che raffigura il padre della Madonna, accompagnato dalla moglie Anna, che si reca al tempio per offrire dei doni. L’anziana coppia non aveva figli e secondo la legge ebraica essi non potevano entrare nel tempio: il sacerdote scacciò allora Gioacchino dal tempio alla presenza di tutti con “l’aiuto” di una specie di “esecutore materiale” che lo afferra per il collo e il petto e Anna per la vergogna si nasconde dietro una tenda.

Gioacchino fra i pastori, cacciato dal tempio, con un angelo che lo avvisa nel deserto che avrà una bimba di cui parlerà tutto il mondo; angelo che ripete l’annuncio ad Anna, chiusa sconsolata in casa. Poi l’Incontro di Gioacchino ed Anna alla Porta Aurea. Lo stesso Angelo porta lo stesso annuncio ad Anna che esce di casa e cerca di andare incontro al marito che lei crede che sia ancora ignaro della notizia. I due si incontrano presso la Porta Aurea, una delle porte di accesso a Gerusalemme e si scambiano un casto bacio e secondo la tradizione è questo il momento del concepimento di Maria.

Nascita della Vergine, forse la scena meglio riuscita per la commistione tra racconto sacro e vita quotidiana, che presenta la nascita della Madonna e quello che avveniva durante un parto in una casa del Quattrocento. Sul sedile in legno è seduta la strega, fantomatica figura della tradizione abruzzese, rappresentata da una vecchietta che liscia un gatto e pronuncia il suo “malaugurio“. Indi la Presentazione di Maria al Tempio, con Gioacchino ed Anna che promisero a Dio che se avessero avuto un figlio, al compimento dei tre anni lo avrebbero offerto al tempio: così Maria a soli tre anni fu portata, “presentata” ai sacerdoti del tempio (raffigurata come una ragazza adolescente e non come piccola bimba).

Il Lavoro di Maria nel Tempio, scena forse unica visto che nei cicli di affreschi che raccontano il lavoro della Vergine durante la sua permanenza al tempio che svolge due attività lavorative diverse, ricamando al telaio (arte del ricamo tipica dell’Abruzzo e all’epoca Stato di Atri specialità delle donne atriane) e il lavoro preghiera, visto anche che quel ricamo sarà poi offerto a Dio. Sposalizio della Vergine, secondi i vangeli apocrifi dopo il tempo passato al tempio Maria fu costretta a prender marito e una leggenda popolare vuole che lei avesse solo 12 anni al momento del matrimonio, mentre Giuseppe ben 98. I pretendenti erano molti, ma il Gran Sacerdote stabilì una sorta di “gara” per scegliere il futuro sposo: ognuno avrebbe dovuto portare un bastone al tempio, e colui a cui la verga avrebbe fiorito nottetempo sarebbe stato lo sposo della Vergine. Il prescelto fu Giuseppe, giusto e timoroso di Dio e dopo un anno gli fu data in sposa, ma la tradizione racconta che il matrimonio avvenne dopo la fioritura del bastone.

L’Annunciazione, Maria è la prescelta per la nascita del Salvatore dell’umanità, Gesù, il Cristo e per nove mesi porterà in grembo il Figlio di Dio, e ne sarà madre. L’annuncio avviene tramite l’arcangelo Gabriele: l’Annunciazione appunto. La mano sinistra regge un giglio, simbolo di purezza, che l’Angelo poi offrirà a Maria. La Vergine inginocchiata ha le mani in posizione orante: abbassa la testa quasi a simboleggiare la sottomissione a Dio e alla sua volontà e risponde all’Angelo: Avvenga di me, come tu hai detto .... Le parole, dorate, sono scritte come un fumetto ed escono dalla bocca di Maria e davanti la sua bocca si trova la colomba dello Spirito Santo, che entra dentro Maria al momento dell’annuncio.

La Visitazione, durante l’Annunciazione, l’Angelo dice a Maria che sua cugina Elisabetta è già incinta da sei mesi per opera del Signore e la Vergine parte con Giuseppe per andare a trovare la cugina che abita nei pressi di Gerusalemme. La Nascita di Gesù, Maria concepisce il Figlio di Dio secondo il Vangelo di Luca, in una capanna e secondo gli apocrifi in una grotta. Da notare appoggiata sulla tettoia una civetta, uccello di cattivo auspicio, che il pittore ha collocato forse per sfatare questa diceria, facendolo diventare un segno augurale. L’Adorazione dei Magi, con le figure dei re Baldassarre, Gaspare e Melchiorre che non è raffigurato nero, rappresentazione questa che comincerà a circolare a partire dal Cinquecento. La Fuga in Egitto per sfuggire ad Erode, con la Sacra Famiglia sullo sfondo in fuga guidata dall’Angelo con due leoni che al passaggio del piccolo Gesù si inginocchiano.

La Strage degli Innocenti, l’affresco più crudele e sanguinario di tutto il ciclo, che descrive il piano per uccidere Gesù, con Erode che ordina di uccidere tutti i bambini maschi di età inferiore ai due anni della zona di Betlemme. Una delle opere più note che raffigurano questo episodio. con lance, altri soldati che prendono i bambini e li trapassano con la spada; mamme disperate che piangono i loro figli, altre che cercano di vendicarsi graffiando e menando i soldati. Gesù tra i dottori del tempio, quando compì 12 anni, Maria e Giuseppe decisero di portarlo con loro al Tempio di Gerusalemme durante la Pasqua. Al ritorno, però, Gesù non era più con loro: tornarono indietro a Gerusalemme a cercarlo, e lo trovarono dentro il tempio a discutere con i “dottori” del Tempio, che la tradizione vuole che fossero dodici.

Le Nozze di Cana, con Gesù invitato assieme alla Madre al matrimonio di un ricco signore di Cana che portò con lui i discepoli, che in quel periodo erano sei, in cui diede il primo segno miracoloso: il vino finito e lui che trasformò l’acqua in vino. Il Battesimo di Gesù, con il pittore che colloca questo importante episodio della vita di Cristo, erroneamente, dopo le nozze di Cana. Gesù che a 30 anni circa, andò nelle sponde del fiume Giordano dove suo cugino, Giovanni Battista, battezzava annunciando la venuta del Messia, con il cielo che si aprì e scese lo Spirito Santo. L’Annuncio della morte a Maria che fa parte dei testi apocrifi che raccontano gli ultimi giorni di vita terrena della Madonna; è scritto che Maria avrebbe pregato il Figlio di annunziarle la sua morte due giorni prima che tutto ciò accadesse, e così fu. Nell’affresco la Vergine, vestita di azzurro e bianco, è anziana, con il volto rugoso. Ai piedi della Madonna c’è un gatto sta per mangiare un topo. Il Commiato di Maria dagli Apostoli, affresco, tra i più belli e noti del ciclo, rappresenta l’episodio raccontato dagli apocrifi con cui la Vergine diede anche agli Apostoli la notizia della sua morte e si accomiata da loro, offrendo la palma datale dall’angelo all’apostolo Giovanni. Maria è raffigurata come una giovane donna, prossima a morire, che sorride ed è felice, perché potrà ricongiungersi al Figlio in anima e corpo (l’Assunzione).

La Sepoltura della Vergine con Maria, distesa sul letto che muore e la sua anima sale al cielo con gli Apostoli che trasportano il corpo della Vergine fino alla Valle di Giosafat, dove viene sepolta. L’affresco della Resurrezione di Cristo con Gesù che si alza e dalle piaghe esce copioso sangue, che regge con la mano destra l’ostia sacra e con la sinistra un calice dorato e sullo sfondo il cielo diviso a metà: quello “terreno” azzurro, quello “divino” in alto di colore blu. L’Incoronazione della Vergine, affresco che chiude il ciclo dedicato alla Vita di Maria, che qui viene deposta dagli Apostoli nel sepolcro, con i Dodici che vedono una sfolgorante luce alzarsi verso il cielo: è il corpo della Madonna, che va a riunirsi all’anima in cielo; qui Gesù la incorona come Regina dei Cieli e di tutti i Santi. Avviene così l’Assunzione, ricordata ogni anno il 15 agosto e festeggiata anche ad Atri con grande solennità. Accanto al trono quattro angeli festeggiano suonando vari strumenti.

Gli affreschi della volta del periodo tra il 1480 e il 1481, che raffigurano gli Evangelisti, i Dottori della Chiesa e le Virtù Cardinali e Teologali separati tra loro da ricchi festoni con decorazioni floreali, vegetali ed umane, inframezzati da alcuni medaglioni. Ogni evangelista ha accanto i propri simboli ed è affiancato da un dottore della Chiesa, ognuno con i propri attributi principali. Negli angoli in basso si trovano spazi dove sono raffigurate le Virtù. In successione: San Giovanni evangelista giovane ragazzo che si avvia all’età matura, mentre nei vangeli era tra gli apostoli il più giovane, doveva avere tra i 15 e i 20 anni e come tutti gli altri evangelisti e dottori della Chiesa, legge un libro sacro, molto probabilmente il suo Vangelo e accanto un’aquila, suo simbolo con ali spiegati apre un libro con una zampa. Sant’Agostino vescovo di Ippona seduto su una ricca panca lignea con schienale con decorazioni rinascimentali che ascolta quello che dice Giovanni. San Tommaso d’Aquino seduto su una semplice panca che sembra stia dormendo. Le virtù della Fede  giovane donna che prega su un calice con l’ostia sacra e la Speranza, ragazza in preghiera, con lo sguardo rivolto verso l’alto dove si trova una luce dorata che rappresenta la grazia divina, a cui tende l’uomo. San Luca e Sant’Ambrogio, con san Luca evangelista patrono dei pittori, il pittore che per primo ritrasse la Vergine, raffigurato seduto mentre da l’ultimo tocco ad un quadro raffigurante la Madonna con Bambino (quadro nel quadro). Ai suoi piedi il suo simbolo, il toro, che ha tra le zampe il vangelo di Luca. A destra Sant’Ambrogio seduto su una panca mentre scrive con calamaio e astuccetto. Le virtù della Prudenza, donna che con la mano destra regge un piatto con un compasso  e con l’indice della mano sinistra si tocca la bocca a indicare il silenzio e la Pazienza: virtù delle anime grandi, giovane donna, che regge sulle spalle il giogo, che sorride, quasi a voler indicare il dolce peso. Nel medaglione un uomo che ride: ride bene chi ride ultimo il messaggio che vuole esprimere. In prossimità dell’arco trionfale troviamo un barbuto San Marco  che su una panca scrive e ai suoi piedi c’è il leone alato, suo simbolo, che ghermisce il libro con il vangelo secondo Marco e San Gregorio Magno nei ricchi paramenti papali, volto paffuto, seduto su una sontuosa sedia di legno. Le virtù della Fortezza, donna con lunghi capelli biondi che spezza una colonna, mentre guarda diritto davanti a sé e la Temperanza , donna che versa dell’acqua in un calice. San Matteo  bel giovane, intento a scrivere il suo Vangelo su un tavolino di legno, seduto su una ricca panca lignea decorata che guarda l’Angelo, suo simbolo, che sostiene il libro in modo che Matteo possa leggerlo e quindi ricopiarlo che tiene in mano un rotolo di carta e il libro del Vangelo secondo Matteo aperto. Accanto san Girolamo, che passò quasi tutta la sua vita nel deserto in preghiera intento a leggere un libro. La Carità, donna dai capelli biondi che ha in braccio due bambini e la Giustizia, donna solenne, che con regge una spada e la bilancia.

Infine i Santi delle colonne, semicolonne e delle campate con lo stemma dei duchi di Atri, gli Acquaviva  del XVI secolo, San Lorenzo con palma, graticola del martirio e libro; San Leonardo, con il Vangelo e il ceppo; San Sebastiano vestito come un ricco principe, con la freccia del martirio; San Silvestro papa, con in capo il triregno sormontato da una colomba e il Vangelo semiaperto, Santo Stefano con la testa sanguinante che regge il Vangelo; San Celestino V, in abiti papali, con una croce nella mano sinistra e con la destra in atto di benedire, San Biagio con in mano una pietra tonda dove sono poggiati un tau e il Vangelo; San Vito, vestito da ricco paggio, con due cani al guinzaglio. Raffigurati anche quasi 50 santi, tutti con i loro attributi e spesso con didascalia con il nome, tra cui Santa Reparata, vestita da regina con la palma del martirio e il modellino della città di Atri in mano; Santa Maria Maddalena, vestita di rosso; Sant’Agnese, con una croce in mano e un agnello ai piedi; Santa Margherita di Antiochia, con croce e drago ai piedi; Santa Barbara, con il modellino della torre dove fu rinchiusa; Sant’Onofrio, con in mano un rosario e infine santi di difficile identificazione.”

Arrivederci alla terza e ultima parte che sarà pubblicata prossimamente, sempre su Abruzzomania!

FONTI

http://www.comune.atri.te.gov.it/pagina2238_monumenti-e-chiese.html        –    wikipedia

Foto by Abruzzomania

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