Oggi Eccellenze d’Abruzzo mette sul podio il borgo fortificato di Appignano, frazione di Castiglione Messer Raimondo e … ricordo che di eccellenze abruzzesi ne abbiam censite ben 305, una regina per ognuno dei 305 comuni della nostra regione e mancano all’appello 280 Eccellenze, tutte già selezionate! Ogni paese d’Abruzzo merita di partecipare a questo concorso di Eccellenze d’Abruzzo, anche il più piccolo.
“Antico borgo Appignano, piccolo centro fortificato . con l’abitato che presenta la tipica struttura del borgo incastellato, il cui nome è di origine romana e deriva dal latino apud Janum, vicino a Giano, il più importante tra gli dei nel culto dei popoli Italici e Romani. Sul vicino Monte Giove infatti sono stati rinvenuti i resti di un Tempio Italico risalente al II sec. a.C. durante una campana di scavi condotta nel 1974-75. Appignano è toponimo di formazione prediale dal personale latino “Apponius” con suffisso- “anus”. Il suo territorio, ancora in gran parte da esplorare, nasconde interessanti vestigia del passato. Il suo territorio appare infatti frequentato fin da epoca pre-romana (VI-V secolo a.C.), come testimonia il Sorricchio “… in Appignano abbiamo anche armille, ciondoli, tubetti bronzei del medesimo tipo ed età di quelli della necropoli di Pretara presso Atri.
Il borgo conserva alcune case, databili tra il XVI e XVII secolo. Sono ancora intatte le sue caratteristiche di abitato incastellato medievale del XV secolo con una torre quadrata, in via Castello, costruita nel IX secolo con muratura di conci di pietra giustapposti a secco e con architravi lignei alle aperture lavorati a ricorsi regolari e provvista di scarpa di probabile origine longobarda, inglobata nel Palazzo Pensieri realizzato sui resti del castello medioevale nel XVIII sec. realizzata probabilmente nel XI o XII secolo per assicurare la difesa della Valle e della Strada Reale, che si staccava dalla Via Cecilia e che collegava Teramo con Penne, passando per Appignano. Il Castello di Appignano è raffigurato nella Galleria delle Carte Geografiche realizzata nel Vaticano da Antonio Danti di Perugia negli anni 1580-1583, su indicazioni del fratello Egnazio, domenicano, matematico, cosmografo ed architetto. Tra il 1700 e il 1800, fu invece costruito il Palazzo de Victoriis Medori – de Leone con piante di origini secolari.
Il silenzio regna sovrano nella stradine del minuscolo e grazioso borgo, dominato da una torre, umida di antico, dove vivono solo 114 anime Qui il tempo appare immobile e assai lontano il mondo,infranto solo dal rumore del vento, mentre una piacevole sensazione di pace pervade l’animo e la mente del visitatore. Rimane in questo luogo il senso del mistico, e quando si spegne il sole e si tinge il cielo di fuoco l’aria si riempie di profumi, si ode il canto sommesso di una preghiera rivolta all’Altissimo. In questo pugno di case abbracciate su un’altura che domina a Sud la vallata del fiume Fino, il borgo offre un andirivieni simpatico e singolare di stradine, palazzi signorili, case in pietra, dai tetti bruniti dal tempo, balconi straripanti di gerani impazziti dal sole, mentre in lontananza il Gran Sasso svetta superbo a dominare le valli sottostanti.
Tra le sue piccole bellezze, annovera la chiesa della Madonna del Carmine costruita ” per volontà e con il contributo del popolo appignanese” come ricorda una targa posta al suo interno, negli anni 1855-1858, in ringraziamento della Madonna del Carmelo per aver protetto la popolazione durante l’epidemia di peste del 1855.
Nei pressi della fondovalle per Bisenti sono presenti i ruderi del convento di San Francesco dell’Ordine dei frati Minori Conventuali che faceva parte della “Custodia Pennese”. Nel 1215, secondo una leggenda, S. Francesco d’Assisi venuto nella Valle Siciliana, si trova in quel periodo a Penne, passa nella Valle del Fino per andare a dirimere una controversia insorta tra i feudatari locali, nella cittadina di Isola del Gran Sasso, tra i marchesi Castiglione di Penne e Palmeri di Tossicia, e fonda, vicino al fiume Fino, un Convento con la Chiesa di S. Maria Lauretana. Nel 1653, è soppresso, in seguito alla Bolla “Instaurandae regularis disciplinae”, emanata dal Papa Innocenzo X il 15 ottobre 1652, che riguarda i piccoli Monasteri con meno di 6 frati. il Convento Francescano aveva solo due frati, mentre erano 4 nel 1631. Attualmente, sono ancora visibili una parete con i resti di due nicchie. C’è anche lo scheletro di una statua lignea, attribuita a S. Antonio, che è rimasta sul luogo in quanto, secondo una leggenda, ogni volta che la si portava nella Chiesa parrocchiale di S. Pietro, il giorno dopo la si ritrovava nel Convento! Appunto la chiesa di S. Pietro Apostolo, che risale al XII secolo, rifatta tra gli anni 1735-1780. Al suo interno cinque tele, realizzate nel 1769-1770 dal pittore atriano Giuseppe Prepositi, poste sopra altrettanti altari (due dei quali oggi non più esistenti).
Da non perdere la festa della S. Croce (che celebra le vestigia della Croce sulla quale è stato crocifisso Gesù, portate a Roma da S. Elena, madre di Costantino) che si celebra il 3 maggio ed il 14 settembre.
Appignano era anche il borgo delle otto Fonti, descritte nel Catasto del 1713, utilizzate dalla popolazione finché non è stato costruito l’acquedotto, nel 1923. L’unica fontana antica, ancora visibile, è quella detta “Lu pisciarell” nell’omonima località.
Concludiamo ricordando che nel penultimo week-end di agosto si svolge la sagra medievale “Antichi sapori del borgo” organizzata dalla locale pro-loco, in cui si gustano i piatti tipici del luogo e si può assistere a rappresentazioni teatrali itineranti, come la “caccia alle streghe” impersonata da stupende ragazze del borgo. Tutto si svolge in un’atmosfera di festa e spensieratezza, con la suggestiva scenografia del Borgo che fa rivivere per l’occasione il suo trascorso, con costumi e rituali che riportano, anche se per un solo istante, ai fasti dell’antico passato.”
Fonti:
https://www.movingteramo.it/luoghi/borgo-appignano-castiglione-messer-raimondo
https://www.comunedicastiglione.gov.it/territorio/storia
https://www.inabruzzo.it/appignano.html
https://www.fondoambiente.it/luoghi/appignano