
Siti UNESCO in Abruzzo secondo AbruzzoMania – Eremi

L’Abruzzo è il territorio che, insieme al Tibet, ha il maggior numero di concentrazione di Eremi al mondo, tutti di spettacolare bellezza. Le montagne, l’inaccessibilità dei sui luoghi, la conformazione della sua natura e la grande vocazione ascetica dei suoi abitanti hanno costituito gli elementi fondamentali per il loro sviluppo.
Ma perché considerarli patrimonio, non solo della nostra regione, ma del mondo intero? Ecco i nostri 3 motivi:
1. Gli Eremi abruzzesi hanno una caratteristica tutta loro: si trovano nei luoghi più impensabili e all’interno di paesaggi naturali straordinari!
Papa Celestino V, ad esempio, amava costruirli negli anfratti naturali delle rocce, di cui ricordiamo l’Eremo di San Bartolomeo in Legio a Roccamorice, all’interno dell’incantevole scenario dei Canyon del Vallone Santo Spirito, e a ridosso di rupi rocciose che si affacciano nel vuoto, come ad esempio il Santuario della Madonna dell’Altare a Palena dove è sconsigliabile, per chi soffre di cuore, voltarsi dalla finestra. Ma non disdegnava nemmeno di edificarli sulle cime dei monti, tanto che ancora oggi vengono spesso scambiati, dagli alpini, con dei veri e propri rifugi.

San Domenico abate, per intenderci il Santo per cui si festeggia la Festa dei Serpari a Cocullo, ce ne ha lasciato in eredità addirittura uno a ridosso di un lago, le cui acque, nei pressi del Lago di Scanno, sono cristalline come la purezza dell’anima a cui tendeva ad arrivare. Oggi è conosciuto da tutti con il nome di Grotta di San Domenico, a Villalago.

Nel caso del Santuario di San Venanzio a Raiano, invece, ci troviamo difronte ad un luogo di culto edificato tra una sponda e l’altra di un fiume. Il ponte, infatti, in questi casi, non veniva inteso solo come mezzo per attraversare fisicamente un corso d’acqua ma anche come simbolo utilizzato per ricordare a tutti che, per riuscire a transitare dalla vita terrena alla vita eterna, è necessario, durante il cammino della propria esistenza, trovare il coraggio di affrontare i propri limiti. Essi però, sono come un fiume in piena che, per la paura di affrontarli, possono sviare il nostro cammino. Solo con l’ausilio di un ponte spirituale, ossia con il coraggio della fede, è possibile il loro superamento e un graduale passaggio ad una dimensione spirituale superiore. Proprio come San Venanzio da Camerino, che si dice abbia soggiornato in questo suggestivo luogo, amava fare nella sua vita ascetica.

2. Le tipologie di Eremi che si possono incontrare nella nostra regione sono innumerevoli e sono una magnifica espressione dell’ingegno umano: a volte ci si può imbattere dinnanzi a semplici altari innalzati nelle cavità rocciose, altre volte a chiese o a santuari, e può succedere addirittura di ritrovarsi difronte complessi monastici interamente costruiti nella roccia. Così come il vecchio Monastero di Sant’Angelo a Ripe costruito all’interno di una grotta che si suddivide in piccoli cunicoli e che i monaci benedettini seppero straordinariamente sfruttare per disporvi le loro celle e le stanze funzionali alla vita e alla preghiera. Nel punto più ampio, dove la roccia si apre in un ampio salone, è ancora oggi visibile la cappella dedicata a San Michele Arcangelo, raggiungibile attraverso antiche scale in pietra e stretti passaggi. Ma non vi spaventate se, una volta osservato l’eremo da lontano, per via delle sue tre aperture, assuma la fisionomia di un teschio. Che fosse stato un monito per i fedeli che vi passavano davanti?


3. In Abruzzo gli eremi custodiscono l’espressione religiosa, culturale, storica, antropologica e artistica a partire dall’uomo primitivo all’uomo contemporaneo. Fin dalla Preistoria, infatti, le grotte e le insenature rocciose hanno da sempre attratto l’essere umano. La loro assonanza con l’utero e il ventre materno, dal quale si nasce, aiutava a tornare in contatto con la propria “generatrice”, in questo caso, la madre terra. Entrando nelle cavità naturali si aveva, quindi, la possibilità, se in grado di affrontare la paura del buio e dei suoi pericoli, di entrarvi per uscirne “rinnovati”. Lo stesso fascino che continuarono a percepire, in questi luoghi, anche gli Eremiti cristiani. Qui, infatti, anche grazie alla natura che li circondava, essi hanno avuto, e continuano ad avere, la possibilità di isolarsi dal resto del mondo per affrontare la paura delle proprie fragilità personali e sentirsi in intimità con il loro Creatore per rinascere a “vita nuova”. Ma nelle profondità della propria esistenza, e in quelle che portano al buio sotterraneo delle grotte, gli “inferi”, è sempre in agguato il diavolo. Ecco perché il culto di questi eremi è spesso dedicato a San Michele Arcangelo, il suo principale nemico.
Ancora oggi è possibile ammirare, a Sulmona, nell’Eremo/Monastero di Sant’Onofrio a Maiella, il passaggio storico religioso e artistico a cui ci siamo riferiti prima, osservando tutti i suoi elementi in un unico luogo: dalle Pitture rupestri degli uomini primitivi all’interno della caverna, al Tempio Romano di Ercole Curino, fino ad arrivare alle pitture medioevali e barocche.
Gli eremi d’Abruzzo, di cui abbiamo parlato solo brevemente, quindi, sono uno scrigno di storia, cultura, antropologia, religione, arte, ingegno umano e valore paesaggistico di immensa bellezza. Vogliamo deciderci, allora, di farli finalmente riconoscere nella Lista Unesco come Patrimonio dell’Umanità?
Scopri gli altri “Patrimoni abruzzesi dell’Umanità” negli articoli precedenti: La costa dei Trabocchi
Lombarda d adozione ma con forti radici abruzzesi nel cuore…dico che tutti questi luoghi meritano di entrare a far parte dei siti speciali
Grazie, il tuo è un incoraggiamento che ci sosterrà nella nostra missione anche per l’anno nuovo che sta per arrivare… e con l’occasione ti auguriamo un sereno Natale e buone feste!