La Strada dei Formaggi d’Abruzzo: Canestrato di Castel del Monte PAT e Presidio Slow Food
Se vi piace ascoltar… oggi vi racconteremo la storia di un luogo dove tutto diventa possibile, dove un umile e povero pastore è riuscito a diventare un grande e illustre poeta, e dove un semplice formaggio riesce a trasformarsi in una vera e propria opera d’arte!

Il nostro percorso lungo la Via Lattea in Abruzzo ci porta alla scoperta di un’altra “Stella” appartenente al nostro ricco patrimonio caseario abruzzese: il Pecorino Canestrato di Castel del Monte PAT e Presidio Slow Food, forse, alla scoperta di una tra le più alte espressioni artistiche che incontreremo nel nostro viaggio. Il nome di questo formaggio deriva proprio dallo stampo del canestro in vimini nel quale si mette a stagionare il latte e che le conferisce la sua tipica forma e il suo colore ambrato, quasi a ricordare le sculture bronzee di Donatello conservate a Firenze. Ed è proprio grazie a questa città ed ai suoi governanti, all’epoca i Medici di Firenze, che il paese dal quale prende vita, Castel del Monte, probabilmente ricevette l’impulso a diventare luogo di dedizione per la pastorizia e la produzione della lana, portando ai suoi antichi splendori il suo bellissimo borgo che ancora oggi, nonostante il deteriorarsi del tempo, può essere ammirato.
Se vi piace ascoltar… non riuscirete a rimanere imperterriti difronte al fascino che viene provocato su coloro che si inoltrano nei suoi stretti e incantevoli vicoli, attraverso i quali traspira la magia di una bellezza che alcuni anni or sono era ancora vissuta e, dove tra i suoi “sporti“, i caratteristici collegamenti che attraversavano le abitazioni per collegare le sue strette e ripide vie, echeggiavano i suoni degli antichi rituali ancor oggi mostrati agli occhi dei visitatori nella lunga “Notte delle streghe“, rievocazione che si tiene ogni anno a metà Agosto. Essi, fin dalla notte dei tempi, si contrappongono alla mistica religiosità che si erge fiera in quel che un tempo era destinata ad essere la torre difensiva del paese e che ora, trasformato in campanile, si presta a richiamare i fedeli nella bellissima Chiesa di San Marco.

Se vi piace ascoltar… riuscirete ad assaporare qualcosa di unico, in questo Pecorino, una miscela di sapori e profumi decisi ma che rimandano al meraviglioso senso d’infinito che si prova nel momento in cui si ammirano i paesaggi mozzafiato che circondano il paese, sotto forma di gusto e di olfatto. Questo effetto “estasiante” deriva proprio da una caratteristica dovuta al territorio nel quale si produce (e che ci permette di guadagnare punti nei confronti dei formaggi alpini dei nostri amici svizzeri con i quali stiamo “gareggiando”): basti pensare che sul Gran Sasso vi sono ben 300 essenze foraggere a confronto delle sole 20/30 delle Alpi!

Oltre che ai metodi con il quale viene preparato: il latte di pecora appena cagliato e ridotto alle dimensioni di un chicco di mais, viene fatto asciugare nei suoi famosi canestri. Successivamente le forme vengono salate e collocate a stagionare sulle casere, tavole di legno in ambiente fresco ed aerato mentre durante il periodo di riposo, che varia da 2 a 15 mesi, la crosta viene unta costantemente con olio d’oliva. Da qui un formaggio a pasta dura ma con una cremosità che lascia a bocca aperta… anzi, in questo caso è meglio dire chiusa!
Se vi piace ascoltar… magari non rimarrete appagati dai soli, seppur straordinari, sapori, colori, odori e sensazioni che questo Pecorino conferisce a primo acchito ma troverete la spinta per andare oltre e scoprire anche quelli che possono essere i suoi meravigliosi suoni. E sarete, così, in grado di far risuonare gli echi, non soltanto della gente che di generazione in generazione ha abitato le vie di Castel del Monte e delle sue montagne, ma anche e soprattutto dei versi e delle storie del pastore-poeta e narratore Francesco Giuliani, dalle quali parole prende spunto il nostro articolo. Ed è grazie a lui che questo prezioso Pecorino, di cui oggi abbiamo così tanto decantato, è riuscito a trasformarsi da semplice formaggio a opera d’arte. Proprio da quel pastore incolto, soprannominato “Cicche ru Quaprare” (Francesco il Capraio), che si è riuscito a elevare tra i protagonisti della letteratura italiana. Ma questa è un’altra storia…
Almeno per il momento, speriamo che quando vi ritroverete a degustare il Pecorino Canestrato di Castel del Monte, sarete in grado di “saper ascoltare” tutto ciò che di meraviglioso sarà in grado di offrirvi!
Scopri le Stelle della Via Lattea d’Abruzzo: 1. Pecorino di Farindola, 2. Canestrato di Castel del Monte, 3. Cacio Marcetto di Castel del Monte, 4. Caciofiore aquilano