Eccellenza d’Abruzzo n. 14 – Atessa (CH): il Duomo e leggenda di San Leucio

Oggi Abruzzomania,  vi racconta la 14° Eccellenza d’Abruzzo, il Duomo di Atessa intitolato a Leucio d’Alessandria, primo vescovo di Brindisi, che risale all’874 e la leggenda di San Leucio. Ricordo che di eccellenze abruzzesi ne abbiam censite ben 305, una regina per ognuno dei 305 comuni della nostra regione. Mancano all’appello 191 Eccellenze, tutte già selezionate!

“il borgo di Atessa conserva un arcano mistero all’interno del Duomo di S. Leucio. Costruito nel XIII-XIV sec. su una precedente chiesa intitolata al santo nell’874, alla cattedrale restano oggi tracce architettoniche e stilistiche gotiche e barocche. All’interno della sagrestia il tempio custodisce un particolare ”oggetto” che è alla base  della leggenda del  miracolo: in una teca di vetro, protetta da un’inferriata, è visibile una enorme costola (di circa 2 metri) che la tradizione attribuisce ad un drago motivo di terrore per gli abitanti del posto, drago che fu ucciso da S. Leucio.

Preziosi elementi medioevali si possono leggere ancora integri sulla monumentale facciata della chiesa. Lo sovrasta uno spettacolare, luminoso e pregiatissimo rosone angioino a ruota, opera del 1312 della scuola del Petrini di Lanciano. Il rosone, ricco di arcate, colonnine radiali e trafori è protetto da un archivolto sorretto da colonne pensili poggianti su mensole leonine. In piccole nicchie, poste tra il rosone ed il portale, si trovano i simboli dei 4 Evangelisti e dell’agnello divino.

Secondo la leggenda San Leucio (Leucio d’Alessandria d’Egitto vissuto fra IV e V secolo) uccise il drago che seminava terrore tra Ate e Tixia, i due primi nuclei abitativi della città di Atessa, la città nata dal miracolo di questo santo. Dopo avere ucciso il drago, egli diede il sangue ed una costola al popolo perché venisse custodita in ricordo dell’accaduto. La costola attualmente è conservata nella chiesa intitolata proprio al Santo. L’edificio sorge nel luogo dove secondo la leggenda vi era la grotta del drago.

Il racconto mitico sulle origini di Atessa si situa in un tempo indefinito ed in uno spazio orrido, popolato di selve spinose, di grotte profondissime e di putride paludi, degno habitat di un drago malefico e sanguinario che, non sazio di pecore e di bestiame domestico, esige giovani vittime per la sua avidità. Ma , sul pianto e la disperazione di un popolo, scende la pietà celeste nelle vesti di San Leucio, il Santo Vescovo di Brindisi che, nel suo pellegrinaggio di evangelizzazione, incontra ed ammansisce l’immane dragone, con il dorso verde, il ventre giallo e la bocca rossa, lo incatena e lo trascina davanti al popolo piangente, mentre uccelli e colombe cantano l’inno di liberazione. Il rito si compie in uno scenario collettivo : Leucio, la luce, il bene, uccide il drago e sconfigge il male. La bestia, divenuta docile, viene mattata dal Santo come una vittima sacrificale ed il suo nero sangue , nutrito con la carne dell’innocenza e della giovinezza, acquista poteri terapeutici e taumaturgici, antidoto contro dolori ossei e renali.

Il miracolo è compiuto : San Leucio raccoglie il sangue e, nel donarlo al popolo festante e grato, gli assicura la protezione divina, ma gli chiede anche la sua ricompensa : un tempio a lui intitolato.

La leggenda si colora anche di storicità e San Leucio “fonda” simbolicamente una nuova città : Atessa. Ucciso il terribile mostro divoratore di uomini e purificato il vallone scosceso della sua dimora, anche i suoi tributari, i borghi di Ate e Tixa, insediati su due opposti colli, si espandono urbanisticamente fino a congiungersi. La chiesa voluta da San Leucio ed a Lui intitolata diventa il nodo di saldatura del processo di conurbazione fra i due abitati ed il punto di riferimento architettonico, e non solo religioso e sociale, del nuovo centro.

Il ritrovamento di una costola fossile di animale, forse un elephas primigenius, il dragone della leggenda, documenta l’antico assetto della zona.

Infine la lettura degli avanzi del circuito murario e dell’antico impianto urbano di Atessa testimonia l’esistenza di due nuclei abitati alto medioevali, da cui la genesi di un’unica città.”

Sarà vera questa leggenda? Forse non lo sapremo mai ma è sicuramente affascinante leggerla e immaginare che la costola di San Leucio sia vera e rappresenti qualcosa di importante e la fondazione di Atessa sia collegata a questo straordinario miracolo!

Fonte: www.comunediatessa.it/v2/

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