Abruzzo, un sostegno al primato Italiano dell’UNESCO – Intro

(foto by Wikipedia)

Siti UNESCO in Abruzzo secondo AbruzzoMania

L’Italia è detentrice del primato mondiale di Siti Patrimonio dell’Umanità secondo l’UNESCO. Attualmente detiene ben 54 riconoscimenti, numeri che potrebbero tranquillamente triplicarsi visto le risorse che ha a disposizione. Dopo anni di dominio assoluto, però, questo primato è, oggi più che mai, messo in forte discussione. Attualmente, infatti, abbiamo il fiato sul collo della Cina che detiene 53 siti riconosciuti, uno in meno di quelli nostri, seguita dalla Spagna che ne detiene, invece, 47. Alcuni potrebbero ritenere strategicamente inutile, ai fini dello sviluppo turistico, avere certi riconoscimenti. Secondo un’indagine, però, condotta per la candidatura alla UNESCO World Heritage List della Città di Bologna, riportata da “Il Sole 24 Ore“, si stima che le città con al loro interno luoghi o monumenti che abbiano ricevuto questo tipo di riconoscimento vedano la propria offerta ricettiva, le presenze e la spesa media pro-capite dei turisti crescere del ben 10,3% rispetto al resto delle città d’Italia  (http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2018-01-30/l-italia-cala-poker-candidature-il-patrimonio-unesco-124135.shtml?uuid=AEKsKPrD ).

(foto by Wikipedia)

Che cosa c’entra l’Abruzzo in tutto ciò? Diciamo che, come al solito, la nostra regione non sorride in merito ai numeri… dei 54 Siti Patrimonio dell’Umanità riconosciuti in Italia, l’Abruzzo ne ha soltanto 1. Si tratta delle “Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa” rappresentato con alcune foreste site all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. La nostra regione, però, potrebbe detenere un ruolo chiave per permettere all’Italia di spiccare nuovamente il volo, distanziando, così come si merita, le sue “rivali”. Basterebbe semplicemente partecipare più attivamente, così come hanno già fatto altre regioni italiane, per fare iscrivere all’interno della lista UNESCO anche le proprie eccellenze. Nessuno dice che sia semplice, ci sono, infatti, dei criteri e delle procedure molto rigide da rispettare (https://www.vicenza-unesco.com/it/unesco-whc/criteri-per-appartenere-al-patrimonio-dellunesco.html ) ma sarebbe ora di porsi questo obiettivo in maniera più concreta perché i luoghi straordinari non mancano. Soprattutto per il ritorno in termini di turismo, e quindi economico, che ne deriverebbe.

Ad AbruzzoMania ci siamo divertiti a selezionare le Eccellenze abruzzesi che, secondo noi, meriterebbero di essere considerate Siti Patrimonio dell’Umanità e ve li presenteremo di volta in volta.

 

Scopri i “Patrimoni abruzzesi dell’Umanità” già proposti da AbruzzoMania: 

  1. Costa dei Trabocchi
  2. Eremi d’Abruzzo

Italia, turismo cinese e … Abruzzo

Turismo cinese in Italia, mentre i concorrenti si danno da fare, l’Abruzzo dov’è e soprattutto cosa fa?  In Abruzzo il fenomeno del turismo appare come alienato dalla concorrenza, cioè come se la concorrenza non esistesse e quello che si produce in termini di flussi è il massimo che si possa raggiungere. Non ricordo di aver mai partecipato ad un convegno (ad eccezione di quelli in cui sono stato io relatore) o letto un articolo sul turismo d’Abruzzo in cui venisse fatta una disamina sulla situazione competitiva. Dal punto di vista di chi gestisce la governance del turismo abruzzese e dei suoi stakeholder, il turismo è un fatto assolutamente autoreferenziale e … tutto ciò che ci circonda sotto l’aspetto del micro e macro ambiente di marketing come se non ci coinvolgesse, in quanto inutile parlarne! In Abruzzo si pensa solo a promo-commercializzare con tutte le altre leve del marketing strategico e tattico inutilizzate perché …  beh, il perché andatelo a chiedere a chi gestisce la governance del turismo. Questa cultura della “promo-commercializzazione e basta” deve essere assolutamente cambiata. E allora, andiamo a vedere cosa architettano i nostri concorrenti, perché di concorrenza e … non solo, bisogna parlare!

Infatti le delegazioni di Campania, Calabria, Puglia e Umbria a Pechino arrivano a Pechino e nella sede dell’Ambasciata d’Italia, alla presenza dell’ambasciatore, Ettore Sequi e della presidente di CitsYu Ningning, e siglano un protocollo d’intesa con il tour operator di Stato Cits (China International Travel Service) ideatore del progetto Italia Top Destination.

Si rafforza così  l’interesse della Cina per l’italia (nei primi 6 mesi del 2018 i visti rilasciati dall’ambasciata italiana a Pechino verso l’Italia per turismo sono cresciuti del 30%). Finalmente si punta a offrire un viaggio che dice basta al “mordi e fuggi”: un’Italia che può essere amata attraverso l’esperienza più autentica, quella a cui i cinesi non sono abituati e che può essere capace di stupire, davvero.

“E’ un cambiamento significativo, un rapido cambio di marcia del turismo cinese nel panorama italiano grazie ad un’offerta capace di aggiungere anche l’esperienza di un turismo lento in nuove destinazioni tra lezioni di cucina, degustazioni, aziende agricole e altre realtà tipiche del Belpaese. I turisti cinesi oltre a godere delle bellezze delle città più note potranno soggiornare più a lungo, più notti, pronti a scoprire alcune regioni del Centro e del Sud.

Se in Italia i turisti cinesi sono 1 milione e 300.000, secondo le previsioni di Cits questi nelle regioni coinvolte aumenteranno del 10%, di anno in anno. E’ un dato incoraggiante che fa ben sperare che il progetto possa interessare anche altre realtà territoriale per incentivare il turismo in momenti ben precisi come la bassa stagione. Si perchè Italia Top Destination punta tutto sulla destagionalizzazione come gennaio, febbraio, marzo e poi ottobre, novembre sfruttando quelle che sono le loro festività in primis il Capodanno cinese o la festa della Repubblica.
E i primi turisti già sono arrivati, a giugno in Calabria entusiasti di guardare con occhi diversi la bellezze di un territorio del tutto nuovo: la città di Baia, a bordo di una crociera”.

Italia Top Destination” si avvale della collaborazione sinergica di The Gate Communication che è l’unico mandatario del Cits per la realizzazione del progetto. L’Italia con Puglia, Calabria, Campania e Umbria è già in prima linea anche nella comunicazione impattante che Cits ha pensato che solo attraverso la TV raggiungerà 379 milioni di spettatori attraverso degli speciali da 20’ ripetuti 5 volte al giorno. Ci sono anche la stampa, l’adv outdoor e gli immancabili social con We Chat e Weibo con il coinvolgimento di influencer e key opinion leader con numeri che sfiorano i 500 milioni di follower.”

E l’Abruzzo? Speriamo che non resti a guardare.

Fonte: www.guidaviaggi.it – Foto by formazioneturismo.com

Codice identificativo per chi affitta casa: quando anche in Abruzzo?

Il Veneto detta legge nel turismo ed è antesignano di idee, strategie ed innovazioni anche nel settore legislativo.

Ecco pronta la nuova legge per gli affitti turistici che prevede l’attivazione del codice identificativo. Vediamo cosa prevede questa legge e poniamoci il solito quesito: a quando o cosa si sta facendo in Abruzzo per gestire questo fenomeno?

Gli alloggi in locazione turistica sono strutture ricettive non soggette a classificazione né a segnalazione certificata di inizio attività (Scia), senza la prestazione di servizi a favore degli ospiti durante il loro soggiorno. Chi affitta ha attualmente solo obblighi di comunicazione alla Regione, riguardanti sia l’anagrafica di tale tipologia di alloggi, sia la movimentazione turistica.

Per i 37.100 alloggi dati in locazione turistica in Veneto sta per arrivare una nuova legge che vuole andare a combattere gli abusivi e garantire la trasparenza nel settore.

Le disposizioni obbligheranno gli alloggi in locazione turistica ad essere conformi alle prescrizioni urbanistiche, edilizie, igienico-sanitarie e alle norme per la sicurezza degli impianti, così come peraltro già previsto per le strutture ricettive classificate.

Vengono poi introdotti obblighi informativi, fra i quali l’esposizione di una targa identificativa da apporre all’esterno dell’alloggio, per consentire ai turisti l’individuazione della struttura destinata ad accoglierli. La proposta di legge prevede inoltre il nuovo obbligo di dotarsi di un codice identificativo dell’alloggio da pubblicare nei siti internet di prenotazione ricettiva, ove l’alloggio sia eventualmente pubblicizzato, secondo le modalità disposte dalla Giunta regionale.”

Fonte: www.guidaviaggi.it – Foto by vulcanovacanze.it

Eccellenza d’Abruzzo n. 9 – Bussi sul Tirino (PE): la chiesa di Santa Maria di Cartignano

Abruzzomania oggi visita il piccolo centro di Bussi sul Tirino. La filosofia di Abruzzomania, e lo ripeteremo all’infinito,  è che ognuno dei 305 comuni d’Abruzzo esprime almeno un’eccellenza tale da consentirgli di essere messo sotto i riflettori della notorietà turistica.

A Bussi sul Tirino abbiamo eletto eccellenza del paese la chiesa di Santa Maria di Cartignano,  un gioiello di architettura medievale eletta monumento nazionale dal 1902, dopo essere stata messa in sicurezza e resa agibile.

“E’ probabilmente un’antica “chiesa di strada”, uno di quegli edifici sacri definiti “chiese tratturali”, costruite sui sentieri delle transumanze, i “tratturi”, sui cui i pastori si muovevano continuamente con gli armenti tra Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia: dai rilievi del nord alle pianure del sud in autunno, e in direzione contraria nella bella stagione.

Il poeta pescarese Gabriele D’Annunzio ricorda questi sentieri d’erba e sassi in una sua poesia, “I pastori”: E vanno pel tratturo antico al piano, / quasi per un erbal fiume silente.”  … ed ogni “fiume silente” era disseminato di borghi, stazioni di posta, taverne, fontane, immagini sacre e, appunto, chiese.

Santa Maria di Cartignano, riaffiorata dalla terra nel secolo scorso, era sommersa da detriti alluvionali, ha avuto quindi presumibilmente anche la funzione di ristoro spirituale per questi pendolari della pastorizia: edificata prima dell’XI secolo, conserva tratti stilistici sia romanici che gotici.”

Vi invitiamo a visitarla perché è bella da immaginare, caratterizzata dalla mancanza della copertura centrale e da uno stato di conservazione apparentemente fatiscente, ma che trasmette a chi la visita una sensazione  di magico e misterioso. A prima vista e se non si è esperti conoscitori di monumenti ecclesiastici, appare  un rudere di una antica  chiesa benedettina. Approfondendo la conoscenza, vederla si rivela interessante e affascinante.

Trasmette inizialmente un senso di  tristezza e malinconia, ma poi tutto passa, ci si immerge nella sua storia passata e dopo aver osservato l’ossatura della chiesa, si notano  interessanti bassorilievi dei pilastri, ma su tutto risalta l’unico affresco nell’abside che ritrae il Cristo Benedicente, seduto in trono tra la Madonna e San Giovanni Battista. Sono presenti anche numerosi graffiti di epoca medievale (croci e “sandali”) sugli stipiti del portale ed a sinistra di una delle monofore della facciata risaltano due Fiori della Vita. Notevole la presenza di due iscrizioni, una più antica dell’altra, bell’esempio di “riutilizzo” di materiale architettonico. Scarsi i resti di quella che doveva essere la struttura del monastero. L’importante bassorilievo, raffigurante la morte in Croce di Cristo con figure alate che gli volano intorno e due imponenti leoni atti a voler proteggere la scultura, non è visibile perché conservato nella chiesa parrocchiale di Bussi sul Tirino.

Vediamo un po’ della sua storia: “Nel 1021 era una chiesetta dipendente da Montecassino. Lo sappiamo grazie a un atto di donazione nel quale si fa cenno a una cella di San Benedetto, ovvero una chiesetta di campagna. Nel 1065 divenne un monastero ed è a questo periodo che risale la chiesa che vediamo oggi. Nei documenti infatti si parla anche di monaci oltre che di rettori.

Nel Trecento il monastero esisteva ancora. Nel 1569 abbandonata dai monaci di Montecassino, la chiesa divenne grancia di S. Liberatore a Maiella, per poi passare, durante la metà del XVIII secolo, sotto i Celestini del Morrone. Forse a seguito del terremoto che colpì Roma nel 1231, venne ritoccata.

Tuttavia ciò non valse a permettere la lunga durata di vita della chiesa, che nel 1500 e nel 1600 venne abbandonata completamente nell’oblio. Nel XVIII secolo la chiesa fu inglobata nel territorio dell’abbazia di San Liberatore a Majella e dei Monaci Celestini del Morrone. Documenti del 1770 attestano che la chiesa era ancora in piedi e presentava una struttura a tre navate; successivamente è stata seppellita da detriti alluvionali. In seguito a lavori di scavo e ad interventi di restauro effettuati nel corso del XX secolo l’edificio è stato parzialmente ricostruito.

Dagli atti notarili del 1770 si deduce che la chiesa era ancora in piedi e presentava: “tre navi, con due altari laterali, con sacrestia, con una porta grande alla parte di settentrione, con un’altra piccola all’oriente e con rendita di duecento ducati”. Nel 1780 la chiesa viene rivendicata dai Borbone finchè nel 1899 Piccirilli la descrive come “seppellita dai lavaroni fino al ciglio delle arcate delle navi”. E’ poi definitivamente abbandonata riducendosi allo stato di rudere. Agli inizi del Novecento, risulta completamente coperta di detriti alluvionali. Nell’ultimo secolo l’edificio è stato in parte ricostruito.”

Fonte: http://www.archart.it – wikipedia – Fonte e foto: www.italianways.com – 

Il turismo: la più grande industria del mondo

E se lo afferma The Economist c’è da crederci!

Oggi Abruzzomania vuole celebrare l’industria del turismo. Si, perché in pochi hanno compreso che il turismo è un industria e in Italia così come nella nostra regione il problema del mancato sviluppo turistico è collegato alla mancanza dei “capitani d’industria”, cioè ad un problema di governance. LFrancia con 89 milioni di turisti nel 2017, è eletto Paese più visitato del mondo. Quando l’Italia e la nostra meravigliosa regione potranno recuperare quanto spetta loro di “diritto” (diritto delle meraviglie e delle eccellenze), in termini di flussi turistici?

In questo un video di pochi minuti The Economist traccia lo stato di salute del mercato dei viaggi internazionale. Video in inglese, ma di facile comprensione.


“Dal 1950 al 2016 il numero di viaggiatori è passato da 25 milioni a 1,2 miliardi. I migliori viaggiatori, che hanno superato gli americani che in passato erano il popolo viaggiatore per eccellenza, sono i cinesi, che nel 2017 che con un trend in ascesa, hanno speso 258 i miliardi di dollari in viaggi (più di statunitensi, tedeschi, britannici e francesi). Un fenomeno collegato al rafforzamento della classe media e del suo potere di acquisto, che ha portato a un aumento del budget destinato agli spostamenti. Nel 2030, anticipa il video, il 25 per cento dei cinesi farà viaggi internazionali. Una miniera d’oro!

Mi chiedo, che genere di attenzione la nostra regione sta riservando a questo super target?

E se i cinesi viaggiano di più, il turismo negli Stati Uniti sembra registrare una battuta d’arresto. Il  hanno disincentivato gli arrivi, generando un calo degli arrivi internazionali del 4 per cento.

L’Europa, al contrario degli Stati Uniti che registrano un calo del 4% degli arrivi internazionali (causa travel ban, restrizioni visti e rafforzamento del dollaro), è il continente più visitato del mondo, destinazione preferita degli europei (90 per cento dei pernottamenti).”

Fonte: www.ttgitalia.com

Il Veneto copia Abruzzomania!

E’ evidente che il titolo di questo articolo vuole essere ironico, ma al tempo stesso possiamo dire di essere stati precursori di questa idea, quella cioè di creare una piattaforma digitale con la quale invitare gli stakeholder (a cui non dimentichiamo appartengono anche i residenti delle città turistiche), a produrre e condividere idee turistiche sul blog Abruzzomania. Infatti sin dall’inizio Abruzzomania si è proposto come luogo virtuale finalizzato a produrre pensieri innovativi e costruttivi sul turismo. Pertanto in mancanza di strumenti, nella nostra regione, quali quelli pensati dalla regione Veneto, ci proponiamo come piattaforma interattiva per produrre idee per il turismo dell’Abruzzo! Intanto vediamo cosa fanno in Veneto!

“La Regione Veneto chiede consigli ai cittadini per il Piano strategico del turismo (pilastro dei Comandamenti di Abruzzomania), aprendo al pubblico la piattaforma interattiva digitale ideata  per la definizione del Piano strategico del turismo. Nel sito, accessibile sino a pochi giorni fa a soli 300 addetti ai lavori delle associazioni di categoria, ogni operatore o cittadino interessato potrà ora, dopo essersi registrato, fornire i propri suggerimenti, valutazioni e commenti.

Gli interessati potranno così accreditarsi sulla piattaforma e inserire entro il 20 settembre un commento il più possibile coerente con la struttura del Piano, su 6 assi tematici: prodotti turistici; infrastrutture; turismo digitale; accoglienza e capitale umano; promozione e comunicazione; governance partecipata.”

A quando la svolta di “pensare” strategicamente il turismo anche nella nostra bellissima regione?

Fonte: www.ttgitalia.com – Foto by luccaindiretta.it

I 10 Comandamenti di Abruzzomania

Alle soglie dei 100 articoli del blog pubblicati, possiamo festeggiare iniziando a tirare le somme del lavoro svolto sino ad oggi. Il gran lavoro di Abruzzomania non deve restare sterile e senza costrutto, per cui abbiamo deciso di eseguire una sorta di “spremuta” di Abruzzomania, ovvero individuare gli elementi fondanti di quella che dovrebbe divenire la nuova strategia per il rilancio turistico della nostra regione, l’Abruzzo, prendendo spunto dagli articoli pubblicati sino ad oggi! Li abbiamo chiamati 10 Comandamenti di Abruzzomania ed oggi inizieremo a estrapolarne alcuni, ma non è detto che cammin facendo si possa superare la soglia dei 10.

I 10 COMANDAMENTI DI ABRUZZOMANIA:

  1. Il turismo deve poggiare su una solida azione permanente di “pianificazione strategica” dettata dai principi del marketing management applicati al turismo, chiamatelo se suona meglio Destination Marketing Management.
  2. Il turismo non ha “colori politici”. Chi conosce appena un po’ la disciplina del marketing management, sa bene che tutta la trama che deve svolgersi intorno ad un grande progetto di marketing, ha orizzonti molto lunghi, per cui va da se, che se la trama, ovvero il progetto di pianificazione strategica, inizia a svilupparsi, e siccome la strategia è anche (sottolineo anche) sviluppata in modalità top down, ovvero dall’alto (oggi purtroppo è sviluppata solo dall’alto!), è impensabile ai fini di una efficace riuscita dell’implementazione del piano, che se cambia un’amministrazione politica, tutto il lavoro svolto venga rimesso in discussione e stravolto dalla nuova amministrazione. Questa potremmo definirla, coniando un neologismo, “idiozia di marketing”, per cui questo dettame è fondamentale e collocato al secondo posto nella gerarchia strategica dei 10 comandamenti, perché non affermare e perseguire questo comandamento, significherà navigare a vista nel corso dei prossimi anni, come si è fatto sino ad oggi, elemento questo che ha determinato il fallimento della politica turistica della nostra regione. A tal proposito vedasi cosa hanno ingegnerizzato in Emilia Romagna per ovviare a questo grave inconveniente politico.
  3. Se il turismo è importante per la regione Abruzzo, “di turismo bisogna parlare tutti i santi giorni”, come facciamo noi di Abruzzomania e non relegare dissertazioni sul turismo negli uffici di qualche funzionario burocrate o affidarle a qualche convegno senza costrutto, a cui di solito non partecipa quasi nessuno!
  4. Se vogliamo vendere l’Abruzzo, dobbiamo “conoscere bene l’Abruzzo”, dobbiamo essere noi abruzzesi i primi ambasciatori dell’Abruzzo e se vogliamo essere ambasciatori, dobbiamo conoscere meraviglie, tesori e gioielli della nostra regione e per farlo non è sufficiente prendere un libro e studiare cosa c’è di bello nella nostra regione, ma quanto c’è di bello dobbiamo andarlo a scoprire di persona … appunto come da qualche anno facciamo noi di Abruzzomania con le nostre bellissime “Vacanze Abruzzesi”.

Per il momento ci sembra che di “carne a cuocere” ce ne sia in abbondanza e che possa essere sufficiente iniziare a ragionare su questi 4 pilastri. Il resto dei comandamenti potrete leggerlo nei prossimi articoli di Abruzzomania. Paolo D’Intino

Case vacanze: Abruzzo e Sicilia le regioni dove si spende di meno

Finalmente una buona notizia per il turismo abruzzese che arriva dal portale CaseVacanze.it. L’analisi delle prenotazioni eseguite ha evidenziato che Sicilia e Abruzzo sono le regioni più convenienti ad agosto per l’affitto di case vacanze. Ma … siamo certi che la politica di prezzo più basso sia la più conveniente? Anche su questa importante leva del marketing tattico sarebbe opportuno aprire un dibattito tra gli stakeholder turistici soprattutto perché i dati e previsioni sui flussi turistici della nostra regione non sono per niente rassicuranti.

Le due regioni che contano più località nella classifica delle case vacanze sono la Sicilia e l’Abruzzo: le mete siciliane sono ben sette e fra queste c’è Palermo, la più economica in assoluto, dove per l’affitto di una casa vacanza per 4 persone ad agosto sono stati spesi in media 390 euro per una settimana

Per l’Abruzzo si trovano in classifica Pineto, al secondo posto con una spesa media di 395 euro a settimana, Francavilla al mare, Silvi, Alba Adriatica e Martinsicuro.

In Italia le case vacanza rappresentano il 52% dell’offerta ricettiva turistica totale. Lo dice Solo Affitti, rete immobiliare specializzata nella locazione. La Campania è la regione italiana dove le case vacanza sono cresciute di più negli ultimi 10 anni, con un +790%, seguita della Basilicata dove sotto l’effetto Matera il numero di queste strutture è aumentato di oltre sette volte (+645%).

Secondo quanto rilevato da Solo Affitti Brevi queste strutture sono aumentate in modo significativo anche in altre regioni dalla forte vocazione turistica. In Emilia Romagna(+378%) sono quasi quintuplicate, passando da 1700 a 8124, mentre nel Lazio (+238%, da 1551 a 5235) e in Puglia (+212%, da 498 a 1554) sono più che triplicate. In Lombardia, gli appartamenti per locazioni turistiche sono incrementati del 482%.

Fonte: www.guidaviaggi.it & www.soloaffitti.it –  Foto by mediavacanze.com

Vince l’Asia nella top ten delle destinazioni internazionali

Le mete asiatiche dominano la top ten delle destinazioni internazionali (GlobalData) e per capire quali siano è sufficiente leggere la grafica che introduce l’articolo. E quindi? Potremmo rispondere mutuando una bella citazione  del prof. Giancarlo Dall’Ara: “Il futuro del turismo è già cominciato”.

Chiediamoci anche perché. Perché la Thailandia è la meta turistica tra le più ambite a livello mondiale? Hanno spiagge e isole tropicali al sud e la giungla bellezze naturali incomparabili, palazzi reali d’epoca, antichi templi decorati con Buddha che fa da padrone un po’ ovunque, con possibilità di fare vacanze in luoghi molto belli senza spendere cifre alte. Quindi il vantaggio competitivo REALE è sicuramente l‘ottimo rapporto qualità-prezzo. Mi sfugge qualcosa?  Dimenticavo, è chiamata “Il Paese dei sorrisi”, quindi accoglienza a go go, e in ultimo la forte identità  dell’essere “thai” con lo stile “thainess”: rappresentato da cibo, massaggi, benessere, artigianato, festività, ospitalità, Questa è la loro chiara e divulgata strategia che porta ogni giorno mediamente 57.000 persone a visitare Bangkok?

A questo punto interroghiamoci su quale siano le nostre di strategie? Non pretendo ovviamente di paragonare la nostra seppur bella regione alla Thailandia, ma mi piacerebbe molto leggere un documento di indirizzo strategico sul nostro turismo, sul turismo d’Abruzzo, anche sintetico, che illustri visione, missione, valori, filosofia, segmentazione, target, posizionamento, vantaggio competitivo, obiettivi, leve tattiche.  Dov’è, qualcuno lo ha mai elaborato? Se si, come detto mi piacerebbe leggerlo, qualcuno può dirmi dove reperirlo? Se no, cosa si aspetta a produrlo? Paolo D’Intino

Qual è il vero turismo dell’Abruzzo?

Oscar Farinetti afferma che il vero turismo dell’Italia è quello enogastronomico e che tutto il mondo vuole bere e mangiare italiano. E’ chiaro, lui nell’enogastronomico nutre i suoi interessi ed è normale che affermi ciò. Sarebbe anormale che qualcuno gli creda! Conosco bene il valore dell’enogastronomia italica, e sarebbe anche interessante e affascinante sotto l’aspetto del marketing strategico sviluppare un progetto che presenti l’Italia intera come una sorta di megagalattico ristorante, un Italia-menù, per cui regione o luogo che vai e pietanza o piatto o squisitezza che trovi.

Ma il posizionamento strategico sarebbe debole o non fortissimo come deve essere questo fondamentale principio ed elemento del marketing strategico. Perché debole o comunque non forte? Perché dal punto di vista dei marketer, del marketing e dei mercati, tutto ciò che è attaccabile e non difendibile al 100% e che potrebbe essere reso non inviolabile, non va utilizzato come leva per fissare il posizionamento strategico. La cucina, come ben sappiamo è delocalizzabile. Apro un bel ristorante, ingaggiando i migliori cuochi d’Italia a Singapore (ne sappiamo qualcosa di cervelli in fuga!) e la frittata è fatta.

Allora marketing docet che la strategia di posizionamento che è direttamente collegata a quella di differenziazione deve fare riferimento, ovviamente nei limiti, e quanto più possibile, facendo leva su ciò che la mia azienda, il mio territorio, la mia destinazione, abbia di esclusivo, che vuol dire di unico, non replicabile, che vuol dire o vieni da me a vivere questa esperienza o “nisba”, l’esperienza non la vivi!

Quindi, è presto detto, il vero turismo dell’Italia non è quello enogastronomico, come Farinetti asserisce, ma è quello storico-culturale, perché mentre il ristorante italiano a Singapore lo puoi aprire, il Colosseo è qui e solo qui, in Italia e non è delocalizzabile. Poi va da se, che l’enogastronomia, diventa punto di rafforzamento della strategia suddetta, della serie vieni a visitare il Colosseo (preso ad esempio come padre putativo di tutte le straordinarie ed uniche rarità che abbiamo in Italia), e poi mangiati pure un bel piatto di coda alla vaccinara e così via.

Chiaro il concetto? Adesso passiamo all’Abruzzo e cerchiamo di tessere lo stesso ragionamento innestandolo sulla nostra bella e amata regione. Domanda: qual è il vero turismo dell’Abruzzo? Io la risposta ce l’ho come dissi in un precedente articolo pubblicato su Abruzzomania, ma avrei piacere che si aprisse un ampio dibattito su questo delicatissimo tema.  Attenzione però, perché prima di iniziare a ragionare su questo scottante argomento, mi chiedo e vi chiedo, conosciamo bene gli assets turistici dell’Abruzzo? Perché è da qui che si parte, Individuati e poi selezionati gli assets, si passa successivamente a valutare il posizionamento strategico.

 A voi la parola, stakeholder del turismo!