Qual è il vero turismo dell’Abruzzo?

Oscar Farinetti afferma che il vero turismo dell’Italia è quello enogastronomico e che tutto il mondo vuole bere e mangiare italiano. E’ chiaro, lui nell’enogastronomico nutre i suoi interessi ed è normale che affermi ciò. Sarebbe anormale che qualcuno gli creda! Conosco bene il valore dell’enogastronomia italica, e sarebbe anche interessante e affascinante sotto l’aspetto del marketing strategico sviluppare un progetto che presenti l’Italia intera come una sorta di megagalattico ristorante, un Italia-menù, per cui regione o luogo che vai e pietanza o piatto o squisitezza che trovi.

Ma il posizionamento strategico sarebbe debole o non fortissimo come deve essere questo fondamentale principio ed elemento del marketing strategico. Perché debole o comunque non forte? Perché dal punto di vista dei marketer, del marketing e dei mercati, tutto ciò che è attaccabile e non difendibile al 100% e che potrebbe essere reso non inviolabile, non va utilizzato come leva per fissare il posizionamento strategico. La cucina, come ben sappiamo è delocalizzabile. Apro un bel ristorante, ingaggiando i migliori cuochi d’Italia a Singapore (ne sappiamo qualcosa di cervelli in fuga!) e la frittata è fatta.

Allora marketing docet che la strategia di posizionamento che è direttamente collegata a quella di differenziazione deve fare riferimento, ovviamente nei limiti, e quanto più possibile, facendo leva su ciò che la mia azienda, il mio territorio, la mia destinazione, abbia di esclusivo, che vuol dire di unico, non replicabile, che vuol dire o vieni da me a vivere questa esperienza o “nisba”, l’esperienza non la vivi!

Quindi, è presto detto, il vero turismo dell’Italia non è quello enogastronomico, come Farinetti asserisce, ma è quello storico-culturale, perché mentre il ristorante italiano a Singapore lo puoi aprire, il Colosseo è qui e solo qui, in Italia e non è delocalizzabile. Poi va da se, che l’enogastronomia, diventa punto di rafforzamento della strategia suddetta, della serie vieni a visitare il Colosseo (preso ad esempio come padre putativo di tutte le straordinarie ed uniche rarità che abbiamo in Italia), e poi mangiati pure un bel piatto di coda alla vaccinara e così via.

Chiaro il concetto? Adesso passiamo all’Abruzzo e cerchiamo di tessere lo stesso ragionamento innestandolo sulla nostra bella e amata regione. Domanda: qual è il vero turismo dell’Abruzzo? Io la risposta ce l’ho come dissi in un precedente articolo pubblicato su Abruzzomania, ma avrei piacere che si aprisse un ampio dibattito su questo delicatissimo tema.  Attenzione però, perché prima di iniziare a ragionare su questo scottante argomento, mi chiedo e vi chiedo, conosciamo bene gli assets turistici dell’Abruzzo? Perché è da qui che si parte, Individuati e poi selezionati gli assets, si passa successivamente a valutare il posizionamento strategico.

 A voi la parola, stakeholder del turismo!

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