Strategie di turismo destagionalizzato con la Golden Week cinese del 1 ottobre: Italia nella Top Ten

Oggi Abruzzomania accende i riflettori su una delle più grandi problematiche di chi si occupa di turismo, la destagionalizzazione. E perchè la destagionalizzazione è un problema? Semplicemente perché il suo contrario, la stagionalizzazione, è un problema: “il problema più grave del turismo in Europa è la sua elevata concentrazione in alta stagione, il che comporta la congestione delle capacità di trasporto e dei servizi di accoglienza, nonché il degrado dell’ambiente naturale ed umano nell’alta stagione, ed uno scarso impiego delle risorse finanziarie ed umane nella bassa stagione”. (Commissione CEE (1991)). Quindi bisogna darsi da fare per ideare strategie finalizzate a far aumentare i flussi turistici nei periodi dell’anno che hanno meno appeal turistico.

Prendiamo pertanto spunto da un interessante articolo edito sul miglior blog d’Europa, curato dal prof. Giancarlo Dall’Ara, che si occupa da circa 15 anni di mercato turistico cinese. Un livello di specializzazione ed una competenza raggiunte sul turismo cinese  senza precedenti ed una straordinaria capacità visionaria, tale da consentirgli di vedere cose che 15 anni or sono nessuno osava immaginare. Alzi la mano chi 15 o anche 10 anni fa pensava che oggi il turismo cinese divenisse un baluardo nella top five (sono quarti al mondo!) di chi viaggia per visitare il globo!

Ho avuto la fortuna di conoscere il prof. Dall’Ara in occasione di un convegno organizzato dall’Associazione “Francavilla c’è” nel 2010, in cui storicamente, grazie alla sua qualificata presenza, per la prima volta si discusse della materia turistica, nella cittadina di Francavilla al Mare, in modo veramente qualificato.

Leggiamo il suo pensiero ed i suoi preziosi suggerimenti sull’adozione di una possibile strategia di destagionalizzazione, con la speranza che qualche organizzazione turistica o qualche amministrazione illuminata, ne possano far tesoro:

Se la vostra località vuole aumentare il numero dei visitatori nel mese di ottobre, questa notizia fa per voi. L’1 ottobre è festa nazionale in Cina e gran parte della popolazione va in vacanza (Golden Week). Negli ultimi anni è aumentato il numero dei turisti cinesi che vanno in vacanza all’estero e le previsioni per la prossima Golden Week sono di un ulteriore incremento del 4% (secondo Ctrip, leader nel turismo online in Cina). Tra le mete più gettonate quest’anno ci sarà ai primi posti il Giappone, assieme alla Taylandia, e poi Singapore, Stati Uniti e Canada. Ma anche l’Italia è tra le prime 10 destinazioni estere del turismo cinese. A consuntivo vedremo in quale posizione. Il mercato turistico cinese non è solo il più grande mercato turistico al mondo ma è anche quello più destagionalizzato, che cresce di più, e spende di più.

Quindi la speranza di Abruzzomania, è che la nostra regione o qualche destinazione turistica o DMC del nostro territorio, ovviamente non per il 2018, perché siamo in ritardo, possa prendere spunto da questa opportunità cercando di progettare per il 2019 un’iniziativa strategica finalizzata ad attirare turisti cinesi in occasione del Golden Week!

Foto & Fonte: http://turismocinese.blogspot.com/2018/08/golden-week-1-ottobre-italia-nella-top.html

Italia 5° meta turistica del mondo

Nel 1970 l’Italia era la prima meta turistica del mondo! Continuiamo con la metafora calcio/turismo, che ben si adatta e ricordiamo che nel 1970 nel calcio fummo sconfitti nella finalissima dei mondiali per 4 a 1 dal Brasile e quest’anno i mondiali non li abbiamo visti neanche col binocolo, quindi possiamo dire, nonostante i problemi di perdita di posizioni nella top ten mondiale, che nel turismo le cose vanno meglio che nel calcio, ma questo sicuramente non ci conforta! Un dato di fatto è certo, in due settori molto importanti sotto l’aspetto socio-economico, dove eravamo fino a qualche decennio fa potenze mondiali, oggi contiamo relativamente poco.

Lo eravamo perché il mercato del turismo non era ancora globalizzato e perché quando si è globalizzato, la disciplina del marketing del turismo non è stata applicata a questo importante e strategico settore. Abbiamo continuato a vivere di rendita, scivolando in basso alla classifica delle destinazioni turistiche anno dopo anno, senza che nulla, e questo vale sia a livello nazionale che regionale, venisse fatto di concreto per recuperare le posizioni perdute.

A titolo puramente esemplificativo, nel 1970 un turista dell’entroterra abruzzese, con gli equivalenti 1.000 euro odierni, si godeva una bella vacanza sul litorale abruzzese, oggi, grazie ai voli low cost ed all’ipercompetizione delle strutture ricettive, creata dalle OTA, con la stessa cifra va in Croazia o in Spagna ed a parità di tempo di soggiorno nella stessa metà a pochi chilometri da dove risiede, molto probabilmente spenderebbe di più!

Ma vediamoli un po’ da vicino questi dati del turismo mondiale“LUnwto (Organizzazione Mondiale del Turismo) nell’edizione 2018 dei suoi Tourism Highlights, quantifica in 1,323 miliardi i turisti nel pianeta nel corso del 2017, 84 milioni in più rispetto all’anno precedente (più 6,8%). E’ il record dei record!

A trainare l’incremento i Paesi del bacino del Mediterraneo, ben lungi dal poter essere considerati destinazioni ‘mature’: tra le macroregioni, infatti, l’Africa con le destinazioni del nord porta a casa un + 8,6% di arrivi, seguita dall’Europa, a + 8,3%. In totale i turisti nel Vecchio Continente sono stati 537,6 milioni, di cui 266,2 nella parte dell’Europa del Sud e mediterranea.

Nella top ten delle mete preferite dai turisti di tutto il mondo troviamo l’exploit della Spagna che, grazie a un incremento dell’8,6%, è cresciuta fino a diventare la seconda destinazione più visitata dopo la Francia con 81,8 milioni di arrivi internazionali.

Sul terzo gradino del podio gli Stati Uniti, a quota 75,9 milioni, seguiti dalla Cina con 60,7 milioni. L’Italia stabile al quinto posto con 58,3 milioni di visitatori e un incremento dell’11,2% rispetto all’anno precedente. Il maggiore aumento di visite è della Turchia, che con un + 24,1% conquista l’ottava posizione tra le top ten del turismo mondiale scavalcando la Germania, ferma al nono posto con 37,5 milioni di turisti.

Il Messico, al 6° posto con 39,3 milioni di arrivi, 7° la Gran Bretagna a quota 37,7 milioni, 8° Turchia, 9° Germania e, ultima con 35,4 milioni di arrivi, la Thailandia, completano la classifica delle mete più visitate.”

Fonte: www.ttgitalia.com

Veneto vs Abruzzo

La grafica che possiamo osservare in capo all’articolo è un po’ datata, è del 2012, ma è ancora rappresentativa di come l’Italia è vista dagli stranieri da un punto di vista turistico. Ne esce fuori ovviamente un’immagine deformata che presenta il Veneto allora come oggi sullo stesso piano della Juventus del turismo. Una squadra imbattibile con i suoi assi rappresentati da Venezia, Verona e il Lago di Garda. Come si può osservare, l’Abruzzo è un piccolo puntino, praticamente inesistente da un punto di vista turistico!

Il Veneto nel settore turistico è quindi la prima della classe, pertanto un paragone con l’Abruzzo apparirebbe impietoso e non consono, un po’ come se si volesse paragonare la Juventus al Frosinone. Ma io obietto  a questa affermazione che nel calcio durante il corso del campionato, anche se i livelli di valore e forza societaria sono totalmente diversi, le due squadre prima o poi, complice il calendario, dovranno confrontarsi. Se si fa nel calcio è bene iniziare a fare questi confronti anche nel turismo. Nel calcio si confrontano 18 squadre, nel turismo 20 regioni, per cui il campionato del turismo è abbastanza simile anche a livello di quantità di competitors. Siamo lì!

Il Veneto è la sesta regione turistica in Europa e prima un Italia con 19,2 milioni di arrivi (+7,4%) e 69 milioni di presenze (pernottamenti) (+5,8%) nel 2017.
L’Abruzzo nel 2017 ha prodotto come risultato in termini di flussi turistici 1.548.653 arrivi e 6.193.473 presenze (pernottamenti). Il gap è di poco meno di 17.000.000 di arrivi e 63.000.000 di presenze. Non pretendiamo che il Frosinone/Abruzzo debba vincere il campionato del turismo, ma siamo sicuri che non possiamo migliorare la nostra classifica nel turismo che ci vede classificati terzultimi davanti solo ad Umbria e Molise? L’Abruzzo è ricco di tentazioni turistiche, quindi le potenzialità ci sono. Dobbiamo semplicemente cambiare paradigma turistico.
A Treviso  durante la “Conferenza delle idee” Aiest, l’associazione che riunisce i più importanti esperti internazionali di turismo, sono stati presentati i numeri che testimoniano l’eccellenza del business turistico in Veneto.

Quando anche in Abruzzo si potrà organizzare una Conferenza delle idee sul turismo?

In Italia le prime 50 località turistiche concentrano il 90% dei flussi turistici e il Veneto è la prima regione italiana per arrivi e presenze con il 16% del totale nazionale, seguita da Trentino Alto Adige, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia.

Nel 2017 il turismo ha apportato al Veneto oltre 17 miliardi di euro che corrispondono a: 6 volte il bilancio del comparto agricolo, 5 volte l’agrifood, 4 volte il comparto moda. Inoltre, senza il turismo nel 2017 il Veneto avrebbe perso  il 10% del Pil regionale, il 18% dei consumi interni e oltre mezzo milione di posti di lavoro.”

Quando anche in Abruzzo comprenderemo che il turismo è volano dell’economia e quindi occorre investire sul turismo con competenza!

Fonte: www.guidaviaggi.it/ – Foto by corrieredellasera.it

Vacanze Abruzzesi 2018

Foto Laghetto di Ortucchio by Paolo D’Intino

Che bello fare Vacanze Abruzzesi e conoscere luoghi, usi, costumi e persone che si trovano a poche decine di chilometri dalla città in cui vivi. Non visitarli avendone la possibilità, è un po’ come avere oro a portata di mano, trascurarlo (per non si sa bene qual motivo, forse perché l’oro del vicino è sempre migliore!) e andare nel Klondike, in Canada per trovarne meno della metà! Dove siamo stati io e Bruna, la mia dolce consorte questo agosto? Abbiamo per prima cosa concluso un “lavoro” iniziato circa un mese fa e finito di visitare tutti i bei borghi e paesi della Valle del Giovenco.

Foto borgo abbandonato di Sperone (Gioia dei Marsi) by Paolo D’Intino

Se ricordate, nell’articolo http://www.turismoreligiosoabruzzo.it/ABRUZZOMANIA/2018/08/08/una-bella-giornata-trascorsa-visitando-4-paesi-della-valle-del-giovenco/ , pubblicato l’8 agosto scorso, avevamo scritto su Pescina, Collarmele, Cerchio e Aielli. Per concludere la visita dei paesi della Valle del Giovenco che sono complessivamente 10,  mancavano all’appello 6 comuni, San Benedetto dei Marsi, Lecce nei Marsi, Ortona dei Marsi, Gioia dei Marsi, Ortucchio e Bisegna. Tutti ben visitati, per cui possiamo affermare: missione compiuta!

Foto Torre di San Martino in Agne a Lecce nei Marsi by Paolo D’Intino

Comuni tutti visitati, ma non ci siamo fermati qui. Abbiamo infatti scoperto anche uno dei borghi più belli d’Europa (si ho scritto bene, d’Europa!), Pacentro, pittoresco borgo medievale con strade in pietra, porticati e palazzi rinascimentali. Emblema del paese è il magnifico castello attribuito alla potentissima famiglia Caldora, che si erge alla sommità della collina con le due torri altissime, memori ancora dell’antico fasto. Tutto ciò pernottando in un meraviglioso Country Relais, chiamato Rocca Lorenizo, nome che apparentemente sembra strano, ma approfondendo scopriamo che il nome deriva da ciò che è stato questo straordinario luogo. Rocca perché questa amena location circa 1000 anni fa (si, mille!) era un avamposto del castello di Pacentro, quindi castello a sua volta e Lorenizo perché in prossimità della rocca era edificata una chiesa dedicata a San Lorenzo che in dialetto locale si pronuncia Lurenizo, poi lievemente italianizzato in Lorenizo. Che meraviglia scoprire queste piccole splendide storie! Che dire poi dei gestori del country relais, squisiti e discreti, ma soprattutto al di la della speciale colazione servita e dell’incredibile luogo che ci hanno dato la possibilità di vivere, sono da ammirare perché grazie al loro lavoro questo straordinario posto resta vivo come merita.

Foto country relais Rocca Lorenizo by Paolo D’Intino

Poi Bugnara, Introdacqua, Campo di Giove, Prezza, Scanno, Pratola Peligna, Cocullo e visita speciale a Sulmona all’opificio con annesso museo dislocato su 4 piani della Premiata Fabbrica di Confetti Pelino. Onore a questa dinastia di imprenditori che hanno dato lustro all’Abruzzo nel mondo con i loro deliziosi confetti. Nei prossimi articoli vi racconteremo e descriveremo più nel dettaglio cosa abbiamo avuto la fortuna di vedere, conoscere, scoprire e incontrare durante le nostre splendide Vacanze Abruzzesi 2018!

Foto museo Pelino by Paolo D’Intino

The Abruzzese Dream – n°1

(foto by David Giovannoli)

Gli abruzzesi che hanno “fatto” l’America – Rocky Marciano

(vedi Intro)

Ad aprire le porte della “Hall of Fame” dei nostri VIP sarà proprio lui, Rocky Marciano, alias Rocco Francis Marchegiano (Brockton, 1 settembre 1923 – Newton, 31 agosto 1969) figlio di un abruzzese, espressione in carne ed ossa dell’appellativo “Abruzzo Forte e Gentile”. Ispiratore del celeberrimo film e della saga di “Rocky Balboa” interpretato da un altro Italo-Americano, Sylvester Stallone.

(foto by Wikipedia)

“Forte” perché, secondo gli esperti, è stato il più grande pugile di tutti i tempi, l’unico peso massimo della storia a ritirarsi imbattuto, su 49 incontri professionistici disputati non ha mai perso e ha vinto mettendo KO gli avversari in 43 occasioni. E’ stato campione dei pesi massimi dal 1952 al 1956. Aveva uno stile di combattimento abbastanza “sporco”, non possedeva, infatti, una grande tecnica e non era dotato di un’impostazione bella a vedersi come ad esempio poteva avere Muhammad Ali, pugile molto più celebrato ma che è stato sconfitto in un match surreale faccia a faccia, intitolato “The Super Fight“, ricostruito attraverso tecniche video ma straordinariamente vere. La vittoria del pugile abruzzese fu decretata da una commissione di tecnici e dal risultato di un complesso algoritmo di probabilità calcolato da un computer.

Rocky Marciano, durante i match, ne prendeva parecchie ma sapeva incassarle bene perché non si arrendeva mai, accompagnando i suoi avversari in lunghi ed estenuanti incontri, fino a quando riusciva a trovare il momento giusto per sferrare il suo destro micidiale. Una descrizione, questa, che ci sembra sentire ogni volta che si parla della nostra regione, soprattutto nei momenti drammatici, in cui gli abruzzesi danno prova, nonostante tutto, di essere sempre capaci di continuare a combattere e conquistare nuove vittorie.

“Gentile” perché basta guardarlo e invece di riscontrare un’espressione da guerriero ti imbatti in un volto che esprime bontà d’animo e serenità. Rocky Marciano non dimostrava di sentirsi mai superiore a nessuno e quando combatteva assumeva una postura così bassa che sembrava voler esprimere tutta la sua umiltà. Storia di emigranti, la sua, come quella di migliaia di italiani che lasciarono la loro terra in cerca di fortuna e che, invece, si imbatterono in una vita di stenti e di sacrifici dove la dignità non era una certezza. Storia di una favola che si realizza, dove la fatica e il sudore condurranno al riscatto dalla povertà e a raggiungere un insperato successo, riuscendo a portare onore ad un popolo, quello italiano, all’epoca fortemente discriminato e vittima di pregiudizi. Il motivo per cui il pugile abruzzese cominciò a combattere, infatti, fu per riuscire ad allontanare il padre dalla fabbrica di scarpe all’interno della quale rischiava quotidianamente la vita per le condizioni lavorative, e con l’unico risultato di riuscire a malapena a sfamare la propria famiglia. Un pugile, che, quando spediva in ospedale gli avversari, si preoccupava per loro e rimaneva al loro fianco finché non guarivano, e che salvò dalla disgrazia finanziaria l’avversario più importante mai sconfitto in carriera, Joe Louis, nonché suo idolo da bambino.

Le origini del pugile abruzzese ci conducono a Ripa Teatina, paese che ha dato i natali al suo amato papà, Quirino Marchegiano, e che ogni anno, nel mese di Luglio, ricorda il suo campione con il Festival Premio Rocky Marciano che celebra le gesta dei più grandi eroi dello sport. La Cantina Ripa Teatina, inoltre, gli ha dedicato addirittura un vino, il “Montepulciano d’Abruzzo Rocky Marciano“. Ma per scoprire a fondo questo personaggio la cosa migliore da fare è quella di addentrarsi tra le vie di questo piccolo borgo situato sulle colline frentane ripercorrendo, di pari passo, le strade che Rocky calpestò quando, il 1 Settembre 1964, giorno del suo 41° compleanno, decise di farvi tappa per “colpa” della Porchetta più buona del mondo. (https://www.gazzetta.it/Sport-Vari/21-07-2018/rocky-marciano-ritorno-casa-280784658416.shtml) Mentre si cerca di comprendere la sua storia in profondità, oltre a lasciarvi andare alla ricerca di dove sia possibile assaggiare questa delizia assolutamente abruzzese, accompagnata dal vino che porta il nome del campione assoluto di boxe, non si riuscirà ad evitare di farsi attrarre dalla Torre muraria di Porta Gabella che sarà capace di condurvi all’interno

(foto by Wikipedia)

delle viscere del paese e alla visita di un interessante museo. E, ricordandosi di sua madre, che durante gli incontri, invece di assistere ai match, preferiva recarsi in chiesa per pregare la Madonna affinché evitasse a suo figlio e ai suoi avversari incidenti che mettessero a repentaglio la loro vita, non si può che concludere questo straordinario viaggio se non recandosi alla Chiesa di S. Pietro Apostolo dove è conservata la bellissima tela della Madonna del Sudore (http://www.ripateatina.org/madonna-del-sudore-a-ripa-2/),

(foto by Wikipedia)

immagine quasi sicuramente conservata in casa dei genitori di Rocky e che ogni anno, il 22 Marzo, giorno nel quale nel 1728 avvenne il miracolo, gli abitanti portano in processione perpetuando, ormai da secoli, l’antico rituale. La comunità di Ripa Teatina, inoltre, la festeggia ogni estate, durante l’ultima settimana di Settembre, nella “Festa Patronale della Madonna del Sudore e di San Rocco“.

Continua a seguire la nostra “Hall of Fame”: Bradley Cooper

Il Mondo a portata di Abruzzo – n°1

Irlanda? No, Abruzzo!

(foto by Wikipedia)

(vedi Intro)

Un castello immerso nelle pianure verdi irlandesi? Non siamo lontani se ci venisse di pensare all’Irlanda, una volta scoperto che in questo territorio i castelli sono innumerevoli… forse in estate c’è un po’ meno verde, l’erba tende a ingiallirsi per via del caldo ma, visto che il luogo in questione è situato nel Centro Italia, ci può stare. A dire la verità l’immagine non avrebbe nemmeno bisogno di essere commentata visto che questa rocca è diventata un’icona ed un simbolo per la sua regione, l’Abruzzo. Che, non a caso, di recente è stato dichiarato la “Baviera d’Italia“. Ci troviamo, infatti, come forse ben sapete, difronte al Castello di Rocca Calascio, secondo un sondaggio di National Geographic, uno dei 15 castelli più belli del mondo, non tanto per la struttura o la costruzione in sé per sé ma per il suo pittoresco aspetto che si fonde nella meraviglia dell’immensità del paesaggio che lo circonda.

E, seppure non ci sono stanze reali e non dà l’impressione di essere un castello principesco, è stato a lungo, ed è ancora, fonte d’ispirazione e di profonda ammirazione per i viandanti. Come dimenticare, ad esempio, la bellissima fiaba di Ladyhawke, immortalata nell’omonimo film girato proprio a Rocca Calascio dal cinema di Hollywood. La storia d’amore tra una donna che di giorno si trasforma in un falco e di un cavaliere che di notte diventa un lupo a causa di un sortilegio da parte di un potente malvagio, innamorato della bellissima fanciulla, interpretata da una giovane Michelle Pfeiffer, che cercava in tutti i modi di impedirle di incontrare il suo amato. L’unico modo per il cavaliere di rivedere la sua bella era quello di rompere l’incantesimo… riuscirà l’eroe nel suo intento? Molti di voi già conoscono il finale ma, se ci fosse qualcuno interessato a saperlo lo invitiamo a vedere il film. O, comunque, a venire in questo luogo per immergersi, in prima persona, nella sua straordinaria atmosfera dove, magari, riuscirsi a sentire cavalieri o principesse almeno per un giorno!

Ci sarebbe ancora molto di cui parlare ma, per il momento, speriamo di essere riusciti a farvi venire voglia di visitare anche il nostro bellissimo Abruzzo!

Scopri gli altri luoghi ai quali assomiglia l’Abruzzo: Scozia? No, Abruzzo

Borghi Impossibili d’Abruzzo – Intro

(M. C. ESCHER, foto by flickr.com)

Borghi mozzafiato

Luoghi che vanno oltre ogni immaginazione, spettacolari visioni dove non si riesce a percepire ne un punto d’inizio e ne una fine, rocce che si tramutano in abitazioni, architetture impossibili. I borghi costruiti in Abruzzo sono una sfida alla percezione e nascondono, sotto la loro apparenza, un’esperienza millenaria di cui oggi non abbiamo più traccia, un’istinto di sopravvivenza che ha portato alla realizzazione di luoghi e paesaggi che si rivelano dei veri e propri paradossi della logica.

I primi ad apprezzare la straordinarietà di questi posti furono i viaggiatori stranieri del Nord Europa che arrivavano in Abruzzo in cerca di nuovi e maestosi luoghi ancora inesplorati e da scoprire, spesso artisti e scrittori che, rimanendo incantati da superbe visioni, riuscivano così ad esaltare il loro estro. Il motivo per il quale i borghi abruzzesi trasmettono così tanto fascino è perché, oltre ad essere belli, riescono a colpire il nostro intimo.

M. C. Esher, autoritratto (foto by PescaraPescara)

Proprio come il grande Mauritius Cornelis Eschner, l’incisore e grafico olandese, vissuto tra la fine dell’ottocento e i primi anni del novecento,  per il quale la nostra regione è stata la maggiore fonte d’ispirazione da cui trarre ispirazione per la sua arte “illusoria” e dal quale abbiamo deciso di prendere spunto per questo nostro straordinario viaggio.

Ancora oggi, se ci capita di ritrovarceli difronte, ancora meglio se dal vivo, ci viene subito l’impressione di esserci imbattuti in un paradosso a cui dare una spiegazione, una situazione apparentemente assurda, illogica, ambigua, ma che sta lì davanti ai nostri occhi e non riusciamo a spiegare. Ed è forse per questo motivo che siamo così inconsciamente attratti da loro. Attrazione che, probabilmente, non dipende solo dalla bellezza in se di questi borghi, ma dal meccanismo del pensiero che si innesca nella nostra mente proprio nell’istante in cui le guardiamo con attenzione e cerchiamo di spiegarle.

Borghi che sfidano la nostra percezione, che mentre ci proiettano verso l’infinito attraggono il nostro sguardo verso i loro piccoli particolari…

Scopri i Borghi Impossibili d’Abruzzo: A – Altino, C – Castrovalva

Il futuro del turismo in Italia e … in Abruzzo?

Noi di Abruzzomania amiamo il futuro, pur mantenendo una grande attenzione al presente e la consapevolezza degli errori del passato. Oggi vi presentiamo il futuro del turismo in Italia descrivendo il dettaglio di 10 progetti che hanno vinto la sfida dell’Accelerathon che si è tenuto a  Napoli nel maggio scorso sul tema della qualità e tasso di innovazione del turismo nelle top destinations italiane.

Nella classifica, delle TOP 10, come si potrà leggere, sono presenti start up turistiche di Basilicata, Lazio, Sardegna, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Toscana. Abruzzo non segnalato. Si obietterà che oltre alla nostra regione mancano all’appello anche altre regioni, ma noi non dobbiamo prendere a riferimento facendo benchmarking, destinazioni non al passo dei tempi e che comunque, fatta eccezione per il Molise, tutte le altre, presenti o non presenti, ci precedono nella classifica dei flussi turistici italici.

La tecnologia rappresenta una delle più importanti leve competitive nel turismo. La regione Abruzzo non deve limitarsi ad utilizzare la tecnologia solo per le proprie esigenze “interne”, ma deve produrre strategie atte a stimolare la nascita di start up.

  • Basilicata: sistema di certificazione delle famigerate  temute recensioni online. Il sistema è strutturato su tecnologia blokchain con un brevetto depositato basato su due prove chiave: proof of  location e proof of identity.
  • BusrapidoLazio: primo sito di prenotazioni in Italia per il noleggio di autobus con conducente.
  • Edgar Smart Concierge – Sardegna:  servizio di prenotazione digitale che permette ad ogni host (alberghi, campeggi, B&B) di personalizzare la propria app attraverso che assistere al meglio i propri clienti. Piattaforma web che fa incontrare domanda e offerta di viaggiatori e host con camere libere. I viaggiatori inseriscono destinazione, prezzo e tipologia di alloggio desiderato e lasciano che siano le strutture a competere per aggiudicarsi la loro presenza. Fantastico!
  • Tueke.com – Lombardia: viaggiatori inseriscono destinazione, prezzo e tipologia di alloggio desiderato e lasciano che siano le strutture a competere per aggiudicarsi la loro presenza.
  • Deed Passepartout Tourism – Piemonte: wearable innovativo per rendere le zone turistiche più efficienti. Si tratta di un braccialetto innovativo con servizi turistici integrati: che permette, sfruttando le vibrazioni che passano attraverso le ossa, di ascoltare audioguide e rispondere al telefono solo appoggiando il dito sull’orecchio.
  • Evway – Lombardia:  piattaforma a supporto degli ev-Drivers, in grado di mappare tutte le stazioni di ricarica in Italia e in Europa.WellCome Italia – Emilia-Romagna: permette di prenotare visite guidate all’interno delle grandi imprese del Made in Italy e fare esperienze al loro interno.Kishare – Veneto:  sconosciuti provenienti da tutto il mondo possono mettersi in contatto per un servizio qualsiasi all’interno del comune di Venezia.
  • Keesy – Toscana: il primo servizio di check-in e check-out completamente automatizzato per gli affitti brevi.
  • Vento d’Italia – Lazio: propone la prima guida interattiva digitale che racconta il patrimonio culturale ai turisti cinesi tramite WeChat.Fonte & Foto: factorympresa.invitalia.it

Eccellenza d’Abruzzo n. 10 – Archi (CH): caratteristico borgo città del tartufo

Oggi Eccellenze d’Abruzzo celebra l’Eccellenza d’Abruzzo n. 10 visitando Archi, la Città del tartufo, piccolo borgo abruzzese che conserva ancora elementi che consentono di riconoscerne il carattere prettamente storico medievale, con resti delle mura fortificate di cinta al borgo detto anche percorso medioevale, tracciato del borgo medievale in cui, tuttora si trovano dei palazzi abbandonati. Particolare è una torre con campana è orologio.

Archi è famosa per il tartufo fresco locale, riconosciuto quale prodotto di eccellente qualità che fa parte del circuito nazionale di “Citta’ del Tartufo”, grazie alla congrua presenza di questo nobile fungo ipogeo sul suo territorio.

“Il borgo di Archi, è adagiato su uno sperone roccioso che domina sia la Valle dell’Aventino che la Val di Sangro e per quest’ultima caratteristica è soprannominato “Terrazza sul Sangro” caratterizzandosi per un panorama spettacolare che domina, infatti è possibile allargare lo sguardo a valle scorgendo lo scorrere del fiume Sangro fino alla foce dell’Adriatico, dalla quale ben si distingue l’insenatura del Golfo di Venere.

Inoltre, clima e territorio favorevoli hanno permesso a questo piccolo borgo autentico abruzzese di produrre notevoli quantità di olio di qualità e di essere inserito all’interno degli itinerari dell’olio.

Tracce della storia e della devozione caratterizzano il borgo fortificato di Archi. del quale si hanno notizie a partire dall’XI secolo. Numerosissime le chiese dislocate nel centro abitato e nel territorio circostante. La parrocchiale di Santa Maria dell’Olmo, risalente al XVIII secolo, è situata nel centro del paese. Degne di nota sono la chiesa dedicata a San Rocco, quella dedicata a San Giovanni Battista, la chiesa della Madonna del Rosario, realizzata con conci di pietra, la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria situata di fronte a Piazza Castello e, infine, la chiesa del Santissimo Salvatore, nella frazione Piane d’Archi.

Numerosi palazzi arricchiscono il centro storico e i dintorni: Palazzo BaronalePalazzo CieriPalazzo Angelucci-Cangiano, fatto in muratura e realizzato con pietre e cornici in laterizio, Palazzo Lannutti e Palazzo Pomilio.

Il Castello medievale della famiglia Lannutti svetta imponente sul borgo con le sue mura di cinta e il torrione cordonato, costruito in pietra locale e malta.

Anche il patrimonio ambientale e naturalistico è notevole, essendo caratterizzato dalla presenza di numerosi corsi d’acqua come il laghetto Oasi Vallescura, luogo di aggregazione soprattutto nel periodo estivo, e il lago di Bomba circondato da foreste e dalle “Penne”, le famose guglie e lastroni rocciosi della valle della Majella, ma soprattutto perché Archi è  sito di interesse comunitario o Sito di Importanza Comunitaria (SIC) grazie alla presenza di due aree naturalistiche di assoluta eccellenza, il Parco archeologico naturalistico di Monte Pallano e la Lecceta d’ Isca d’Archi. “

Non si può parlare di Monte Pallano senza considerare il legame che l’uomo ha con questi luoghi, sin da tempi remoti. Ne sono testimonianza le tracce lasciate  sull’altopiano dalle famose mura megalitichelunga muraglia costituita da grossi blocchi di pietra, poste l’uno su l’altro a secco, e nella quale si aprono due aperture alte e strette (denominate Porta del Monte e Porta del Piano), mura ciclopiche o Paladine, così chiamate, da attribuire ad una popolazione italica (Lucani), vissuti nell’area nel V – IV secolo ac e costruite probabilmente per scopi difensivi e religiosi. Senza dubbio l’opera che maggiormente attrae l’attenzione e stupisce, non a caso assunte a simbolo del parco che, nonostante il trascorrere dei secoli, sono ancora oggi evidenti.

Visitate Archi, visitate prima tutte le città d’Abruzzo e poi … il resto del mondo!

Fonte: www.borghiautenticiditalia.it – Foto by Paolo D’Intino

Quale target per il turismo d’Abruzzo?

Oggi noi di Abruzzomania vogliamo porci una dell più difficili domande di marketing che sottintende la presa di decisioni che comportano da un lato gran coraggio e dall’altro grande  capacità di discernimento di marketing strategico ovvero capire il miglior contesto di mercato nel quale il proprio business veleggia o può veleggiare. La domanda è: a quale target l’offerta turistica dell’Abruzzo deve rivolgersi? Questa domanda presuppone un altrettanto importante decisione che precede questa “presa di posizione ideologica”, ovvero qual’è l’offerta? Dei problemi correlati all’offerta abbiamo parlato in articoli precedenti e purtroppo non siamo riusciti a far partire un dibattito sull’arduo tema. Oggi per quanto ci è dato di capire, anche se non abbiamo mai letto un documento strategico ufficiale che dichiari questa scelta, il target turistico della nostra regione è rappresentato dagli amanti del mondo wild, della natura, quindi immaginiamo escursionisti, di età giovane o relativamente giovane e così via. Ecco, noi non siamo d’accordo ne sulla scelta del posizionamento strategico ne su quella del target. Non vogliamo oggi svelare la nostra idea strategica di quello che dovrebbe essere da un lato l’offerta strategica e dall’altro del posizionamento strategico, ma possiamo iniziare a dare un indizio svelando la strategia di targeting che sogniamo. Eccola svelata prendendo spunto da un interessante articolo intitolato “La frontiera del turismo silver: 140 milioni in Europa”. Una interessante ricerca dello studio Giaccardi & Associati svolto per conto della Cna Emilia Romagna che disquisisce su uno specifico target descrivendolo in grande ascesa, dotato di specifiche peculiari e amante del viaggio organizzato. Stiamo parlando del turismo “senior” o “Silver tourism” che conterà entro il 2030 140 milioni di turisti silver in Europa, mentre nel 2010 erano 41,9 milioni con una spesa annuale media di circa 3.800 euro, 1.250 euro in più rispetto ai turisti tra i 35 e i 54 anni.

“I turisti silver viaggiano per salute e benessere, ma anche per ‘recuperare il tempo perduto’. La silver economy è il risultato delle opportunità che nascono dalla spesa pubblica e dalla spesa dei consumatori relative all’invecchiamento della popolazione e alle esigenze specifiche degli Over 55. Si tenga conto del cambio di paradigma: passiamo dal considerarlo invecchiamento a longevità, i silver sono giovani dentro e hanno la necessità di fare e scoprire cose nuove”. Per queste caratteristiche, l’offerta e la sua narrazione devono adottare modalità mirate che superano completamente l’equazione del viaggio per anziani o per la terza età.

L’inquadramento generale del target dice che i consumatori silver sono i baby boomers degli anni ’50 e ’60: questa generazione ha vissuto pienamente gli anni del boom economico dell’Occidente, ha avuto occupazioni fisse e generalmente ben remunerate e gode di una disponibilità economica molto spesso superiore a quella delle nuove generazioni.

“Attualmente questa parte dell’economia ha nel mondo un valore di circa 8 mila miliardi di euro. Entro il 2020 la disponibilità di spesa della fascia di consumatori con più di 60 anni raggiungerà i 12mila miliardi di euro ed entro il 2030 i consumi generati da questi segmenti demografici peseranno addirittura il 50% del Pil di paesi come Stati Uniti e Giappone”.

L’Eurostat ci informa che la popolazione Over 55 europea è il 32% di quella complessiva ed entro il 2080, questa parte della popolazione crescerà di un ulteriore 55%. In Italia, i maggiori di 55 anni rappresentano il 35% dei cittadini.

Che l’economia “d’argento”, come viene definita per il colore dei capelli che si associa all’età e che in questi anni è diventato anche di moda, superando il significato di invecchiamento e sostituendolo con quello di “longevità”, sia da osservare anche per le proposte di viaggio è fuor di dubbio.

Eurostat stabilisce che il 47,1% della popolazione europea Over 65 ha viaggiato nel 2013 (circa 76 milioni di persone); 1 ogni 5 anziani in Italia e in Grecia ha compiuto almeno un pernottamento fuori casa nel 2013, principalmente nei loro paesi. I cinesi silver fanno 2 viaggi all’anno, uno a lunga distanza in Europa o America e uno corto in altre parti dell’Asia. Infine, Più dell’80% dei turisti Over 50 (una soglia più bassa rispetto alla consuetudine dei 55) conta di continuare a viaggiare almeno fino ai 75 anni.

Che tipo di vacanza cercano i viaggiatori silver? Vacanze alla ricerca delle radici genealogiche, soft adventure, intergenerazionali (con nipoti e bisnipoti), culturali per single, viaggi “bucket list”, cioè quelli di “almeno una volta nella vita”.

Inoltre, dall’indagine su un campione di turisti emiliano-romagnoli, emerge che il 30% è online almeno una volta al giorno e tra questi il 79% è su Facebook, “cioè sono anche longevi digitali”.

Interessante certamente scoprire che l’86% dei turisti silver si affida a un tour operator oppure un’agenzia di viaggio. A completamento, l’indagine presenta 28 casi tra imprese specializzate in tutto il mondo, di cui cinque italiane. Esistono anche portali di informazioni per il turismo senior e club con lo scopo di divulgare esperienze su temi specifici come il turismo con scopi sociali e di volontariato internazionale, turismo sostenibile e di avventura. Ad esempio, il progetto europeo “Silver cyclist” tra Germania, Spagna, Danimarca, Regno Unito e Lettonia per lo sviluppo di un prodotto turistico legato al cicloturismo. ”

Allora, vogliamo dare una svolta al turismo abruzzese?

Fonte: www.guidaviaggi.it