La Via Lattea d’Abruzzo (n°3): Cacio Marcetto di Castel del Monte

La Strada dei Formaggi d’Abruzzo: Cacio Marcetto di Castel del Monte PAT

(vedi Intro)

Le mosche, a volte, si posano anche sul pulito.

È il caso del Cacio Marcetto di Castel del Monte, dove le uova di questi insetti trovano terreno fertile per schiudersi e prosperare. Succede quando le Mosche Casearie (piophilacasei) riescono ad infiltrarsi all’interno del luogo predisposto alla stagionatura del Pecorino fresco, preparato da poco, e posandosi sulla sua crosta ancora morbida e umida, riescono a trovare una sistemazione per far crescere i loro “piccoli”.

Marcetto fermentato (foto by formaggio.it)

Le loro larve, i cosiddetti Vermi Saltarelli, nome che rimanda quasi ironicamente al Saltarello abruzzese, il ballo tipico della nostra regione, mentre si sviluppano nel Pecorino, attraverso la loro “danza” permettono la formazione di crepe sulla crosta del formaggio che si indurisce ma non protegge il suo interno e, di conseguenza, invece di stagionarsi come nei normali processi di maturazione, si fermenta, trasformandosi in una pasta cremosa.

A questo punto non verrebbe altro in mente che di gettare la forma di formaggio in cui è avvenuto questo disastro. Ma a Castel del Monte, così come in altri paesi vicini che vivevano di pastorizia sul Gran Sasso, gli abitanti, spesso, erano così poveri che non potevano assolutamente permettersi di perdere una parte del loro, già esiguo, sostentamento. Nei secoli sono riusciti, così, a trasformare un formaggio che per altri può sembrare perduto, in uno dei prodotti caseari più buoni sulla faccia della terra. Diciamo che, di solito, per ottenere formaggi spalmabili vengono utilizzati prodotti o tecniche artificiali, mentre in Abruzzo siamo talmente bravi che per lasciare che il prodotto sia totalmente naturale ci facciamo aiutare dalle mosche!

Crema di Marcetto (foto: abruzzo with gusto)

Ovvio che tutto ciò potrebbe destare un po’ di sospetto, e fare pensare ad un prodotto adatto solo per i degustatori più “audaci”.

Ad oggi, però, è difficile trovare produttori che “assumino” ancora mosche casearie per fermentare il Cacio Marcetto e che, in ogni caso, non potrebbero far trovare sul formaggio (anche perché sono vietate per legge). Nella maggior parte dei casi, il Marcetto, viene fatto fermentare con l’ausilio di procedure simili ma che non prevedono più l’utilizzo di questi piccoli aiutanti. Il risultato ottenuto è, quindi, una Crema di Pecorino straordinaria, spalmabile, dall’odore particolarmente intenso e penetrante, dal retrogusto piccante e di un colore giallo oro. La crema viene quindi riposta in recipienti di terracotta o di vetro per essere consumata. Un altro fiore all’occhiello di cui andare fieri del nostro Abruzzo e che ci invidiano in tutto il mondo. Un prodotto dell’enogastronomia abruzzese per i palati “fini”.

Marcetto in vetro (foto: Fratelli Marronaro)

Per noi di Abruzzomania è anche uno dei 15 formaggi più buoni della nostra regione. Provare, per credere!

Il Cacio Marcetto rappresenta una delle tante storie in cui, nel nostro “bel  Paese”, da una situazione di povertà estrema è riuscito ad emergere qualcosa di straordinario. Un po’ come avvenuto, ad esempio, per i Sassi di Matera. Perché, quindi, non eleggere il Cacio Marcetto, e il paese di Castel del Monte, come Capitale Europea dei formaggi 2019? (senza dimenticare che in questo paese di produce anche il mitico Pecorino Canestrato di Castel del Monte, e tanti altri incredibili prodotti caseari).

Il Cacio Marcetto è anche il simbolo della “resilienza”, parola tanto di moda adesso nel nostro Abruzzo, dopo le numerose sciagure che ci sono capitate, dal terremoto dell’Aquila in poi, e che sta a significare la capacità di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà, trovando alternative in modo da trasformarlo in un’opportunità. Proprio come avvenuto per questo formaggio o per altre circostanze a Castel del Monte, paese che, lo ricordiamo, è stato anch’esso colpito dal terremoto del 2009.

Castel del Monte (foto by italianways)

Come dimenticarsi, ad esempio, del suo pastore, Francesco Giuliani, uomo al quale il duro lavoro e la povertà nella quale viveva non gli hanno impedito di diventare un grande poeta. (per approfondire leggi anche questo articolo)

Un paese che, a volte, durante i secoli, non potendo offrire molto ai suoi abitanti in termini di lavoro, ha visto partire schiere di emigranti, soprattutto in America, ma che rimane ancora oggi un borgo di particolare bellezza e unico nel suo genere, incastonato all’interno di uno degli scenari più incantevoli sulla faccia della Terra, facendolo eleggere, proprio dal Cinema americano, soprattutto tra gli anni ’70 e ’90, come la “piccola Hollywood d’Abruzzo“. Castel del Monte, infatti, è divenuto lo scenario ideale dove girare molti dei film con attori del calibro di Michelle Pfeiffer, Richard Gere, Arnold Schwarzenegger, Sean Connery e, ultimo fra tutti, George Clooney con il suo “The American”, girato proprio poco dopo la distruzione subita dal terremoto aquilano.

E allora, cosa aspettiamo? Andiamo a scoprire questo fantastico borgo e, soprattutto il Cacio Marcetto!

Scopri le Stelle della Via Lattea d’Abruzzo: 1. Pecorino di Farindola2. Canestrato di Castel del Monte, 3. Cacio Marcetto di Castel del Monte, 4. Caciofiore aquilano