Continua il nostro viaggio nell’Abruzzo terra degli Eremi, proseguendo il cammino sulla montagna madre della Majella. Custodi dell’Eterno che hanno permesso all’uomo di entrare in contatto con il Silenzio, dove è tutt’ora possibile recarsi per dare tregua all’irrefrenabile scorrere del tempo. Luoghi, circondati dall’Infinito, costruiti dove non solo lo spirito, ma anche tutti i sensi possano essere in grado di rinfrancarsi.

Lungo la strada che abbiamo utilizzato per circumnavigare la montagna, è avvenuto il nostro settimo incontro, quello con uno tra i più incantati dei luoghi di culto rupestri di questo territorio: l’Eremo della Madonna dell’Altare a Palena, posto in cui è ancora possibile percepire la presenza, nonostante siano passati molti secoli dopo l’ultimo suo passaggio, di Papa Celestino V, uno dei più grandi eremiti di tutti i tempi.



Dedicato alla Madonna dell’Altare, proprio per il fatto che l’edificio si erge a strapiombo su di un’imponente rupe scoscesa che da l’idea di un imponente altare naturale, appositamente realizzato dal Creatore per permettere all’uomo in ricerca di poter affacciare il suo sguardo sull’Infinito. E cosi, infatti, è stato probabilmente ancor prima del cristianesimo ma per scopirne realmente l’essenza si è dovuto attendere l’arrivo dell’eremita Pietro da Morrone, il futuro Papa del “Gran Rifiuto“, l’unico così profondamente connesso con Dio e con la Sua Creazione da riuscire a percepire per primo la presenza di questa “porta di accesso” all’Eterno.

L’attuale struttura, però, è una costruzione dei Celestini non ancora presente ai suoi tempi, visto che nella sua umiltà, quando lo scelse personalmente come meta in cui dimorare nel Silenzio, si accontentò di una semplice cavità naturale situata nella roccia sulla quale oggi poggia l’eremo. In seguito al passare del tempo, l’edificio passò alla mercé di una ricca famiglia, i baroni Perticone, che ne fece la sua dimora estiva, apportando diversi restauri che furono necessari al cambiamento d’uso, poi con l’arrivo dei soldati tedeschi, nella II Guerra Mondiale, fu adibito a carcere. Fortunatamente, però, l’eremo è riuscito a preservarsi da queste dure prove ed oggi è stato restituito alla sua originale funzione, quella di luogo in cui rigenerare lo Spirito.


A differenza degli eremi finora visitati, spesso semplici grotte o piccole cappelline realizzate tra gli anfratti rocciosi, questa volta la struttura del luogo di culto si presenta in tutta la sua magnificenza. Un piccolo complesso molto curato esteticamente dove l’esterno si presenta quasi come se fosse un monastero fortificato. Porta d’accesso, particolari che fanno pensare a piccole guglie, una rocca inaccessibile. Ma anche l’interno, da poco restaurato, si presenta di grande fascino. Il refettorio, un antico camino per cucinare che soltanto con lo sguardo permette di assaporare la sua storia, e nei piani superiori le camere per l’ospitalità e una biblioteca, sempre con camino, dove potersi rifugiare nella lettura e nella ricerca interiore. Dalle finestre è dall’orto dove si coltivano le piante aromatiche, è possibile godere di un panorama stupefacente.


Insomma, in questo eremo ci sono tutti i presupposti per poter continuare a ricaricarsi, ancora oggi, allo stesso modo in cui facevano gli eremiti sulle orme di Celestino V. Non manca la chiesetta dedicata alla Madonna dell’Altare con una bella statua in suo onore e le campane i cui rintocchi continuano, attraverso i secoli, ad aiutare l’attento visitatore a ritrovare la concentrazione necessaria per ritornare al Silenzio.


Dei riti della religiosità popolare sorti in questo luogo, purtroppo, rimangono solo il pellegrinaggio in onore della festa tradizionale della Madonna dell’Altare, il 2 Luglio. I pellegrini partono da Palena, molti arrivano anche dai paesi limitrofi, e giungono all’eremo dove, almeno anni fa, si usava pernottare per poi ripartire il giorno successivo.



Attualmente l’eremo è gestito dall’associazione Eremo Celestiniano Palena, che custodisce nelle sue sapienti mani questa meraviglia. Siamo stati ricevuti da loro con grande accoglienza. Siamo stati trasportati dai loro racconti e dalla loro guida alla visita della struttura, e sicuramente troveremo l’occasione per tornare, un giorno, per soffermarci alcuni giorni e godere della loro preziosa ospitalità, nonché per immergerci nel Silenzio e rinfrancare il nostro Spirito.
Riferimenti bibliografici:
- Micati Edoardo, Eremi e luoghi di culto rupestri della Majella e del Morrone, CARSA Edizioni, Pescara 1990, pp. 114-118
- Tavano Giovanni, Eremi d’Abruzzo: guida ai luoghi di culto rupestri, CARSA Edizioni, Pescara, 2007, pp. 33-34
“Eremi della Maiella”: 1. Eremo di Sant’Onofrio a Serramonacesca, 2. Eremo di San Giovannino a Serramonacesca, 3. Eremo della Madonna della Mazza a Pretoro, 4. Grotta del Colle a Rapino, 5. Eremo di Sant’Angelo a Palombaro, 6. Monastero di S. Martino in Valle a Fara S. Martino, 7. Eremo della Madonna dell’Altare a Palena