Continua il viaggio straordinario alla scoperta delle 305 Eccellenze dei 305 Comuni d’Abruzzo. Oggi Abruzzomania, con la rubrica Eccellenze d’Abruzzo, presenta la sua 60° Eccellenza, quella del comune di San Vito in provincia di Chieti, con la sua straordinaria coppia di eccellenze, il Trabocco Turchino e l’Eremo Dannunziano. Ricordo che di eccellenze abruzzesi ne abbiam censite ben 305, una regina per ognuno dei 305 comuni della nostra regione, per cui ne mancano all’appello 245, tutte già selezionate! Ogni paese d’Abruzzo merita di partecipare a questo concorso di Eccellenze d’Abruzzo per mettere in mostra la sua eccellenza speciale ed avere il suo meritato riconoscimento.
Il trabocco ha sempre rappresentato il simbolo della Costa dei Trabocchi ed è sempre stato una forte connotazione del brand turistico d’Abruzzo. Uno dei più belli della Costa dei Trabocchi, il Trabocco di Punta Turchino, si trova a San Vito. Situato nel “Quarto di sotto” in località Portelle, unico della zona a non essere adibito ad attività di ristorazione, prende il suo nome dalla sua posizione, si trova infatti in corrispondenza di una piccola sporgenza della costa denominata promontorio di Capo Turchino, uno dei luoghi più affascinanti di San Vito e qui, complice anche la posizione a strapiombo sul mare che caratterizza tutta la zona, lo spettatore potrà sentirsi trasportato in un’epoca lontana.
E’ completamente realizzato su palizzate di legno senza fondazioni ma fissate in equilibrio, a volte con strallo di cavi e con fissaggio di pali alla roccia. Attraverso un percorso su tavole di legno da riva si arriva al casotto di pesca e alla piattaforma dalla quale, attraverso un complesso sistema di tiranti e bilancieri, è possibile immergere e ritirare le reti da pesca.
E’ questo il famoso trabocco di cui parla D’Annunzio nel suo “Trionfo della morte”, ma già citato in lettere a Barbara Leoni sua amante (soprannominata “la bella romana”) nel 1889 e così lo descrive il Vate “…all’estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli, si protendeva un Trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e travi, simile a un ragno colossale…“.
A due anni dal crollo avvenuto per una violenta mareggiata nella notte tra il 26 e il 27 luglio 2014 il restauro del Trabocco ha consentito la rinascita di un simbolo della cultura e delle tradizioni abruzzesi, riconoscendo la sua valenza culturale, storica e artistica, con inaugurazione avvenuta il 4 Giugno 2016. La ricostruzione della macchina da pesca è costata 185 mila euro attraverso finanziamenti della Regione Abruzzo (110 mila euro) e del Comune di San Vito (75 mila euro).
I trabocchi furono inventati nel XVIII secolo da famiglie ebree di pescatori, sulla costa di San Vito ed il più antico è quello di Punta Turchino. Successive costruzioni si ebbero oltre che in Abruzzo, anche in Puglia (Vieste e Peschici). Oggi i trabocchi sono stati ricostruiti ed ampliati rispetto ai precedenti originali, ma non sono più funzionali al loro scopo precipuo, quello della pesca. Diversamente non potrebbe essere, perché, nonostante gli importanti interventi di raccolta delle aste fognarie effettuati dai comuni del bacino imbrifero fin dagli anni sessanta, il funzionamento non sempre a pieno regime degli impianti di depurazione che sussiste ancor oggi ha permesso in varie occasioni l’accumulo di una certa quantità di agenti inquinanti nel torrente Feltrino che sfocia nei pressi del molo, rendendo non sempre commestibile l’eventuale ittiofauna pescata.
I trabocchi nell’area comunale sanvitese sono: Trabocco Mucchiola (confine Ortona-San Vito, località Ripari); Trabocchi “Vento di Scirocco” e “San Giacomo”, sul pontile del lungomare di Gualdo, presso la Marina; Trabocco Punta Fornace, su viale Colombo, lungo la SS 16; Trabocco Turchino (calata Turchino, località Fosso San Fino); Trabocco Annecchini (località Fosso San Fino, sotto il promontorio dannunziano); Trabocco Traforetto (SS 16, località Portelle); Trabocco Valle Grotte (SS16, località Fosso Canale).
Spicca A San Vito insieme al trabocco Turchino e all’omonima spiaggia site a poca distanza, straordinaria eccellenza di questo altrettanto straordinario luogo, l’Eremo dannunziano chiamato anche eremo di San Vito dove nell’estate del 1889 risiedette Gabriele d’Annunzio. Attualmente il casolare è adibito a casa-museo dedicata a Gabriele D’Annunzio. Il promontorio, denominato anch’esso “dannunziano”, si configura come parte dell’eremo e ospita un piccolo centro di documentazione sulla flora e fauna marina della zona. È situato al di sopra del Trabocco Turchino, descritto e immortalato da D’Annunzio in uno dei suoi romanzi, Il trionfo della morte. “…Quella catena di promontori e di golfi lunati dava l’immagine d’un proseguimento di offerte, poiché ciascun seno recava un tesoro cereale. Le ginestre spandevano per tutta la costa un manto aureo. Da ogni cespo saliva una nube densa di effluvio, come da un turibolo. L’aria respirata deliziava come un sorso d’elisir.”
In questa residenza il poeta pescarese soggiornò dal 23 luglio al 22 settembre 1889 insieme alla sua amante Barbara Leoni (soprannominata la “bella romana”), qui trovò ispirazione e ambientazione per il Trionfo della Morte, ultimo della cosiddetta trilogia dei Romanzi della Rosa dopo Il piacere e L’innocente. Nel testo è ai piedi del promontorio che i protagonisti del romanzo perdono la vita. La residenza, oggi di proprietà privata, può essere visitata d’estate su richiesta.
D’Annunzio affittò la casa del massaro Nicola di Sciampagna, detto “Cola”, presente anche nel Libro III del Trionfo della morte tra i personaggi citati dal poeta. L’innamorata di D’Annunzio, Barbara Leoni detta affettuosamente “Barbarella“, era nata come Elvira Natalia Fraternali a Roma il 26 dicembre 1862, aveva sposato nel 1884 il conte Ercole Leoni da cui prese il nome, un matrimonio infelice a causa della sua sterilità provocata da una malattia venerea trasmessa dal marito. Il poeta D’Annunzio si incontrò con Barbara il 2 aprile 1887 presso il Circolo Artistico di via Margutta a Roma, assistendo a un concerto; al loro amore presto sbocciato, iniziarono a nascere i pettegolezzi, così D’Annunzio si rivolse all’amico francavillese Francesco Paolo Michetti perché trovasse in Abruzzo un rifugio sicuro lontano dalle malelingue e dalla chiassosa città romana. Michetti trovò un casale nei pressi di San Vito Chietino, lungo la costa adriatica, dove i due amanti passarono l’estate del 1889.
Secondo la critica l’amore di D’Annunzio per la Leoni fu tra i più genuini insieme a quello per la Duse, il 20 luglio 1889 inviata da Pescara in una lettera nella quale aveva riportato uno schizzo della casetta dell’eremo, D’Annunzio avvertiva Barbara: “Parto ora da Francavilla, sono stato stamani in San Vito, con Ciccillo [Michetti]. Oh, amor mio, che nido strano e meraviglioso! Bisognerà che sii molto paziente, perché ogni comodo della vita mancherà…! Il poeta fece ricoprire il giardino dell’eremo di ginestre non appena giunse la Leoni, soprattutto il viale sterrato che collegava l’eremo alla stazione ferroviaria sulla Marina. D’Annunzio tornerà all’eremo anche nei primi anni del Novecento, in segreto, ritrovando ancora il massaro Cola che glielo affittò. Di recente è stato acquistato da Fernando De Rosa, un cassinate salvatosi dalle battaglie cruente della seconda guerra mondiale, fuggendo il 15 febbraio 1944 dalla città bombardata. Il De Rosa ristrutturò l’eremo, cercando di riportarlo alla struttura originaria dell’epoca di D’Annunzio, ricostruendo la camera da letto e la biblioteca.
Barbara Leoni era morta a Roma nel 1949, sepolta al cimitero del Verano. Dato che la concessione trentennale della tomba stava per scadere, il De Rosa provvide a riesumare il corpo, nel 2009 è stato collocato nel giardino della casa sanvitese, in un piccolo tumulo ornato, con l’incisione in versi “Barbarae Leoni / Siste! / Sub hisa saxis / sunt ossa / frementia amore: / hic / ubi amore arsit / Barbarae rursut / adest / F.D.R / Memorae causa”. D’Annunzio invece ricorderà un’ultima volta la costa sanvitese e l’eremo nelle pagine del suo Il libro segreto di Gabriele d’Annunzio (1936).
FONTI
Foto by Abruzzomania
https://it.wikipedia.org/wiki/San_Vito_Chietino
https://www.youtube.com/watch?v=QbN-yob745I
http://www.vasteggiando.it/it/il-trabocco-di-punta-turchino
https://it.wikipedia.org/wiki/Eremo_dannunziano