Continua il viaggio straordinario alla scoperta delle 305 Eccellenze dei 305 Comuni d’Abruzzo. Oggi Abruzzomania, con la rubrica Eccellenze d’Abruzzo, presenta la sua 59° Eccellenza, quella del comune di Rivisondoli in provincia di L’Aquila, con il suo magnifico Borgo fortificato arrampicato. Ricordo che di eccellenze abruzzesi ne abbiam censite ben 305, una regina per ognuno dei 305 comuni della nostra regione, per cui ne mancano all’appello 246, tutte già selezionate! Ogni paese d’Abruzzo merita di partecipare a questo concorso di Eccellenze d’Abruzzo per mettere in mostra la sua eccellenza speciale ed avere il suo meritato riconoscimento.
Il borgo di Rivisondoli (AQ) è una rinomata località di turismo sia estivo che invernale, base di partenza per escursioni sciistiche nel comprensorio di Roccaraso, ma è anche e soprattutto un antico borgo fortificato, un tempo racchiuso tra imponenti mura. Situato alla base del Monte Calvario, tra l’altopiano delle Cinque Miglia e quello di Roccaraso, dopo il devastante incendio del 1792, l’attuale aspetto della cittadina è prettamente di carattere storico-artistico ottocentesco. Alcuni resti a testimonianza delle antiche fortificazioni sono ancora visibili le porte che consentivano l’accesso al borgo, la quattrocentesca Porta Antonetta caratterizzata dai tipici piombatoi e la porta nei pressi di Palazzo Sardi, nonché la cosiddetta Porta di Mezzo.
E’ tra la fine dell’XI secolo e l’inizio del XII, il paese andò acquistando la tipica fisionomia di borgo arrampicato, avvinghiato alla roccia, centrale rispetto alle aree coltivabili e alle zone adibite a pascolo che tornavano ad essere decisive per l’economia ed il progresso sociale del luogo, il quale, finita l’epoca delle invasioni, cominciava di nuovo a fiorire grazie alla ripresa della transumanza.
Il nucleo del borgo arroccato che sempre di più si sviluppò dal ‘300 in poi è ancora oggi evidente e presenta una struttura urbana raccolta, con edifici che s’affacciano su un sistema viario reticolare originario, fatto di stradine a scalinate che assecondano perfettamente il ritmo del pendio, e provvisto di un particolare tipo di cinta muraria (case a schiera).
Non solo l’incendio del 1792 ma anche eventi bellici e tellurici (come il terremoto del 1915) hanno cancellato per sempre molte evidenze storico-artistiche, risparmiando tuttavia importanti testimonianze architettoniche quali il Palazzo Baronale, la settecentesca chiesa del Suffragio e la chiesa di Sant’Anna; quest’ultima, restaurata nel 2013, è la cappella annessa al palazzo Baronale e internamente ospita un altare barocco in stucco.
Da visitare nel borgo sono la Chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari, ricostruita nei primi anni del ‘900 nello stesso luogo su cui sorgeva quella antica, la Chiesa di Santa Maria del Suffragio con il suo portale dalle volte barocche ed il Santuario di Santa Maria della Portella a cui è rivolta una particolarissima devozione popolare. Nacque nel periodo del 1300 la primitiva ed ormai scomparsa chiesa parrocchiale di Santa Maria a Fonte o dell’Ospedale che si ergeva di fianco all'”albero della fonte“, un olmo altresì non più esistente, che si riteneva prova dell’origine longobarda del comune, e alla piccola ma monumentale fontana che rappresenta l’unica superstite vestigia dell’antica parrocchia.
Ciò che l’ha resa famosa anche a livello internazionale è la Sacra Rappresentazione del Presepe Vivente che ha luogo il 5 Gennaio di ogni anno: l’intero borgo è scena della venuta del Salvatore, la popolazione tutta è coinvolta in quella che è certamente una delle manifestazioni abruzzesi di maggior rilevanza. Il Comitato Presepe si è reso promotore di molteplici iniziative di carattere culturale, prima tra tutte l’allestimento di un Museo dell’Arte Presepale, oltre ad aver creato un piccolo ma interessantissimo Museo del Costume.
Per chi si recherà a visitarla, un saggio consiglio è quello di assaggiare il tradizionale pane casereccio locale preparato con lievito naturale e patate e le deliziose ciambelle di San Biagio. Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 cominciò una fase di straordinaria importanza per Rivisondoli, con l’inserimento sulla ferrovia Sulmona-Isernia e l’arrivo di re Vittorio Emanuele e della sua famiglia, che nel 1913 furono ospitati nell’elegante edificio ottocentesco dell'”albergo degli Appennini“, attualmente conosciuto come “residenza reale“. La venuta dei reali contribuì a fare diventare Rivisondoli una delle più note stazioni sciistiche e favorì l’arrivo di sempre maggiori quote di turisti ed appassionati della montagna.
Fra gli altri edifici di valore storico-architettonico vi sono alcune “case” e palazzi settecenteschi: Casa De Capite, Casa Torre, Casa Romito, Casa Caniglia, Casa Gasparri, Casa Notar Grossi e Casa delle Signorine Ferrara, quest’ultima situata al lato dell’antico teatro del paese; di spicco è il Palazzo Ferrara in via del Suffragio, appartenuto al gentiluomo Don Eugenio Ferrara, grande proprietario terriero e illuminato podestà di Rivisondoli nel periodo fascista. In tutti i casi, si tratta di edifici caratterizzati da portali con elementi anche molto particolari, incorniciati da fregi in pietra finemente lavorata e in alcuni casi anche da “vignali“, tipici pianerottoli con scala prospicienti l’ingresso, e da balconi e terrazzini che fanno registrare la presenza di accurati lavori in ferro.
Fonti:
Foto by Abruzzomania
Rivisondoli – Pietransieri Racconta (pietransieri-racconta.com)