Eccellenza d’Abruzzo n. 50 – Crognaleto (TE): il Santuario di Santa Maria della Tibia e la Valle delle Cento Cascate

Continua il viaggio straordinario alla scoperta delle 305 Eccellenze dei 305 Comuni d’Abruzzo.  Oggi Abruzzomania, con la rubrica Eccellenze d’Abruzzo, presenta la sua 50° Eccellenza, , quella del comune di Crognaleto in provincia di Teramo, con la Chiesa Santuario di Santa Maria della Tibia e la Valle delle Cento Cascate.  Per festeggiare il raggiungimento della 50° Eccellenza, andiamo in deroga al nostro regolamento e invece di indicare una sola eccellenza per questo piccolo comune, ne segnaliamo ben due. Ricordo che di eccellenze abruzzesi ne abbiam censite ben 305, una regina per ognuno dei 305 comuni della nostra regione, per cui ne mancano all’appello 255, tutte già selezionate! Ogni paese d’Abruzzo merita di partecipare a questo concorso di Eccellenze d’Abruzzo per mettere in mostra la sua eccellenza speciale ed avere il suo meritato riconoscimento.

“C’è una piccola e graziosa chiesetta rupestre, in bella posizione isolata a 1187 di quota e collocata all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga che sorge su di una rupe e che si raggiunge con breve e ripida salita dall’abitato di Crognaleto, è il Santuario diocesano della chiesa di Santa Maria della Tibia o Madonna della Tibia. La singolare e apparentemente macabra denominazione del santuario è attribuita dalla tradizione popolare per una grazia ricevuta quattro secoli fa, nel 1617 e nasce quindi come ex voto di un ricco commerciante proveniente da Amatrice, che, trovandosi a passare da quelle parti, cadde in un burrone, invocò la Vergine e avendo riportato solo la frattura di una tibia e quindi salva la vita, fece erigere il tempio, ma anche più prosaicamente deriverebbe dalla fatica necessaria per raggiungere il luogo.”

“La chiesa possiede una copertura a capanna e una facciata a coronamento orizzontale da cui si erge un campaniletto a vela con due fornici che accolgono altrettante campane di diversa grandezza. La più grande reca l’invocazione “Liberaci o Signore dal fulmine e dalla tempesta” e fu proprio un fulmine che nel 2005 distrusse il campanile che venne sistemato pochi mesi dopo dall’Ente Parco. Al di sopra dell’architrave c’è una finestra rotonda incorniciata in pietra, sopra la quale compare in un cartiglio su travertino l’anno di erezione della chiesa e la scritta in latino: “Inginocchiati e venera la Madonna, o viaggiatore, affinché guidi i tuoi passi fuori dai pericoli“.”

“Sulla sinistra si trova una piccola struttura adibita a ristoro dei pellegrini ed oggi riportata all’uso originario.  L’interno è ad unica navata e nella zona presbiterale si trova l’altare ligneo d’orato di fattura barocca con al centro la statua in legno della Madonna della Tibia, a cui vengono attribuiti poteri di protezione dalle calamità, guarigioni miracolose e poteri di protezione dalle calamità. Dal 1619, per concessione del Vescovo aprutino Giovanni Battista Visconti, confermata nel 2006 con Decreto della Penitenziaria Apostolica, viene accordata un’indulgenza di cento giorni all’anno per ogni visita alla chiesa nel giorno del 9 agosto. La devozione per la Madonna della Tibia, inoltre, rientra nel culto popolare mariano delle “Sette Madonne Sorelle“, molto diffuso nelle zone rurali. Il luogo è silenzioso e suggestivo, il panorama magnifico e riposante. La chiesa risulta sia stata edificata nel 1617, ma le sue fattezze fanno pensare a origini più antiche, infatti fonti storiche riportano che già nel XII secolo in quel luogo vi fosse una chiesetta conosciuta con il nome di “Tibbla” da cui potrebbe dunque derivare la curiosa denominazione tramandata fino a oggi.”

 

“Prima di descrivere la seconda eccellenza di Crognaleto, è bene da sapere che il piccolo paesino, di poco più di mille anime, è suddiviso in quattro borghi + uno (la borgata centrale). La parte più antica, ai piedi del paese, si chiama borgo “Combrello” (Colle Morello) in cui si ammirano le case costruite in arenaria, che rispecchiano la geologia del luogo, il paesaggio è mozzafiato e qui vi era un antico monastero di Gesuiti con la presenza del divino ancora tangibile testimoniato in quasi tutti gli architravi del 1600 delle case, con epigrafi in latino di monito di lode e motti, contenenti il monogramma gesuita con le lettere IHS e il più significativo, datato 1755, è posto sull’architrave di una porta in piazzetta “DESCENDANT IN INFERNUM VIVENTES, NE DESCENDANT MORIENTES” che significa “se si considerasse di più l’esistenza dell’inferno da vivi, non ci si andrebbe da morti”.
Nella parte più alta del paese c’è il borgo “Colle” che si caratterizza per i versetti e i motti incisi su porte e finestre degli edifici e che conserva tante case in pietra. Qui vi sono le sorgenti: l’acqua “d’ lu pirdir”“d’ li finticel”, oltre all’acqua “d’ la lagnett” che proprio per questa sue caratteristiche organolettiche è tra le migliori cinque acque in Italia, ottima soprattutto per il latte dei neonati. Il terzo è il borgo Mastresco dove sono stati trovati resti di insediamenti longobardi, come dimostrano proprio i balconi a forma del gafio longobardo e da racconti popolari si narra che il paese fu colpito da uno smottamento, scivolando verso il basso, solo il “Mastresco” rimase al suo posto, da ciò deriva il suo nome “rimasto ecco”La Villa è la borgata centrale con la grande piazza con la sua fontana, dove si trova la meravigliosa Chiesa di SS Pietro e Paolo che risale al XVII secolo, l’unica nella montagna teramana che conservò il patronato laico, ovvero il diritto dei residenti ad eleggere il proprio parroco.”

“Infine c’è il borgo di Cesacastina, il paese di terra, acqua e legno, con il suo nome che deriva dai termini “cesa: taglio” e “castina: castagni”.
adagiata ai piedi del Monte Gorzano che con i suoi 2.458 m. (la vetta più alta del massiccio dei monti della Laga), è circondata dal verde lussureggiante dei boschi, con la sua inconfondibile forma di croce che ad ogni estremità le corrisponde una borgata: Colle, Villa Mastresco e Combrello. Nel comprensorio di Cescacastina c’è un’altra perla di rara bellezza dello straordinario paesino di Crognaleto, un luogo incantevole divenuto famoso proprio per la sua posizione strategica, poiché in poco tempo è possibile raggiungere la Valle delle Cento Cascate, chiamata anche “Valle delle Cento Fonti, e questa località delle Cento Fonti forma un vero e proprio “anfiteatro”, di cui fanno parte anche le località “Pretaro” e “Le Iaccere”, e che scende fino a Cesacastina. Una vera e propria “Fabbrica dell’Acqua”, un angolo naturale particolarmente spettacolare e suggestivo del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, che prende il nome dalle decine di cascate e cascatelle (circa 100) con cui il torrente Fosso dell’Acero, che ispira questo toponimo, ricchissimo di acque, tra fine primavera e inizio estate, da vita a un vero e proprio grandissimo bacino idrografico che in primavera è solcato da numerosi corsi d’acqua. soprattutto nel periodo tardo-primaverile, e nella sua vorticosa discesa esplode in cascate e forma piccoli laghi anche ravvicinati tra loro, snodandosi in un percorso rocambolesco tra rigogliosi boschi di faggi secolari, alimentando ricchi pascoli lussureggianti e modellando a proprio piacimento i giganteschi costoni d’arenaria che riempiono la zona, tutto sotto l’austero sguardo delle vette del Corno Grande (che con i suoi 2.912 m. è la cima più alta degli Appennini) e del Pizzo di Intermesoli (2.635 m.).  Questo meraviglio luogo lungo il percorso del torrente, che porta ai 1.759 m. dell’Anfiteatro delle Cento Fonti (ed anche più in alto per escursionisti più esperti), si decora di stupendi fiori selvatici d’altura, tra cui diverse specie di orchidee ed in questa area, molto frequentata dai lupi, non è rara la presenza del Cervo, delle Volpi e della famosa Aquila reale che proprio in questi posti nidifica da anni.”

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“Questo angolo particolarmente spettacolare e suggestivo è senza dubbio uno dei più belli e scenografici di tutto il massiccio dei Monti della Laga, che offre panorami mozzafiato ed un ambiente naturale unico. In questo caso, perché non è nostra abitudine, facciamo uno strappo alla regola e diamo alcune informazioni per gli interessati ad andare a visitare questo meraviglioso luogo naturale con partenza proprio da Cesacastina. Per raggiungerlo è necessario seguire rigorosamente il sentiero senza allontanarsene, attraversando il corso del Fosso dell’Acero e dei ruscelli suoi affluenti solamente nei guadi segnalati, senza mettere piede per alcun motivo sui lastroni di pietra a lato del corso d’acqua.  La sua frequentazione richiede una attenzione particolare in quanto gli spettacolari scivoli di arenaria percorsi dal torrente e dai suoi affluenti ai lati del sentiero sono molto pericolosi, in quanto resi estremamente scivolosi dall’acqua, anche quando la ridotta portata estivane riduce il flusso ad un velo sottile.  Il tempo di percorrenza è di circa 2.15 ore, il dislivello è di 620 m, è presente un segnavia parzialmente segnato (bianco-rosso) ed il periodo consigliato per l’escursione va da maggio a ottobre e si svolge su un percorso che non presenta difficoltà tecniche né pericoli purché si resti sempre nel sentiero facile e molto evidente.

Fonti

Foto by Abruzzomania

Foto cascate by Leonardo Pellegrini

https://abruzzoturismo.it/it/la-valle-delle-cento-cascate

Santa Maria della Tibia – Crognaleto (TE) – MoVing Teramo

Viaggio in Abruzzo.it/09-P1040676+

Crognaleto – Wikipedia

http://www.gransassolagapark.it/iti_dettaglio.php?id_iti=1646

http://www.imontagnini.it/valle-delle-cento-cascate

http://abruzzomountainswild.com/event/escursione-alla-valle-delle-cento-cascate/

https://www.abruzzowild.com/escursioni-parchi-abruzzo/lincantata-valle-delle-cento-fonti/

https://www.countryhouseabruzzo.com/valle-delle-cento-cascate-207/

http://6amico.com/crognaleto/cesacastina-home/

 

 

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