Eccellenze d’Abruzzo oggi accende i riflettori su Castilenti e sulla sua eccellenza: il piccolo Borgo Ottocentesco … e ricordo che di eccellenze abruzzesi ne abbiam censite ben 305, una regina per ognuno dei 305 comuni della nostra regione e mancano all’appello 274 Eccellenze, tutte già selezionate! Ogni paese d’Abruzzo, anche il più piccolo, merita di partecipare a questo concorso di Eccellenze d’Abruzzo per mettere in mostra la sua eccellenza speciale ed avere il suo meritato riconoscimento!
“Piccolo borgo di origine medioevale, Castilenti ha origini antichissime, come testimoniano le tracce di insediamenti rinvenute in località Casabianca dove è venuta alla luce una sepoltura attribuibile al periodo italico con corredo funerario costituito da spada in ferro, scodella e brocchetta con manico in bronzo. Castilenti è sicuramente stata anche una città romana, non citata nel Catalogus baronum del XII secolo, ma il paese è documentato nel 1252 con l’insediamento di Case Egler, detto “Castilenti vecchio“, che corrisponderebbe all’abitato romano.
Castrum Lentuli, infatti, pare fosse un accampamento romano, poi costituitosi in agglomerato urbano. Una necropoli romana è stata scoperta sul vicino Colle San Pietro dove è stato rinvenuto anche un cippo miliario, databile tra il 367 ed il 375 d.C, posto lungo la via che collegava Atri a Penne, recante una iscrizione in cui sono citati gli imperatori Valente, Valentiniano e Graziano. Altri ritrovamenti sono stati rinvenuti in altre località nei pressi del borgo, come la villa romana di Fonte Pisciarello e resti di costruzioni nelle lrazioni Fano, S. Savino, Colle Marciano, S. Croce e Colle Pulciano.
Oggi Castilenti è un borgo di stampo ottocentesco, raccolto intorno alla sua piazza principale, su cui si affacciano la sede comunale e la chiesa parrocchiale. I monumenti più prestigiosi del centro abitato sono il cinquecentesco palazzo dei marchesi de Sterlich e la Chiesa madre di Santa Vittoria, di cui si hanno tracce fin dal 1300, restaurata alla fine del settecento.
Fuori dell’abitato sorge il convento francescano di Santa Maria di Monte Oliveto edificato nel 1598 con fondi dei baroni di Castilenti per radicare il loro potere sul territorio con un’opera di grande prestigio segno della loro munificenza.
Ai margini dell’abitato è situata la “Fonte vecchia”, risalente al XVI secolo costruzione in laterizio ottocentesco con un mascherone centrale e due serpenti, in rilievo sulle pareti laterali, che si avvolgono ad un tridente simbolo della divinità di Poseidone. Poco distante anche la trecentesca Chiesa di San Pietro, restaurata recentemente, e quella di Santa Croce.”
Frazione di Musellaro, Bolognano (foto by Wikipedia)
Il nostro sogno attraverso i Borghi d’Abruzzo che sfidano l’impossibile continua con la lettera “M” di Musellaro(PE), il “Paese della “Pietra Filosofale” dove la pietra si trasforma persino in “oro”.
Semplicemente guardando la foto, a primo acchito, riusciamo già a cogliere la 1°trasformazione della pietra attraverso la superba immagine di una rupe rocciosa da dove emergono all’improvviso delle abitazioni. Le case, infatti, soprattutto quelle più in basso, sembrano prendere forma proprio dalla roccia sottostante. Sembra uno scherzo, ma i suoi abitanti sono riusciti, letteralmente, a tramutare le pietra in un villaggio.
Cantina Zaccagnini (foto by Signorvino)
La 2° trasformazione, invece, sempre per mano dell’uomo, è quella avvenuta dalla pietra al vino. Infatti, su questo terreno pietroso si riuscono a coltivare e produrre vini venduti e apprezzati in tutto il mondo, dal rosso Montepulciano d’Abruzzo al bianco Pecorino.
Anche la natura ha contribuito a trasformare la pietra di Musellaro, attraverso il lavoro incessante dell’acqua, in una “galleria d’arte all’aperto” che è possibile ammirare nella Valle dell’Orta. La 3° trasformazione riguarda, infatti, il passaggio dalla pietra alle Marmitte dei Giganti, maestose sculture naturali chiamate in questo modo per il suono impetuoso prodotto dalla forza del torrente che vi scorre all’interno.
Marmitte dell’Orta (foto by Gaspare Silverii, Paesaggi d’Abruzzo)
La 4° trasformazione riguarda il passaggio dalla pietra alle gemme preziose. Anche in questo caso è l’acqua che trasforma la pietra in una piscina naturale, la Cisterna di Bolognano, in un contenitore di verde smeraldo.
Cisterna di Bolognano
A Musellaro, però, così come affermavamo all’inizio, la pietra sono riusciti a farla diventare addirittura “oro”. La tradizione, infatti, narra che nel 1187, un conte, tale Del Balzo, durante una Crociata a Gerusalemme rinvenne, in un fosso, un crocifisso profanato dai Musulmani e decise di riportarlo con se, regalandolo ai baroni di queste terre. Da quel momento il paese fu testimone di numerosi miracoli da parte di questa reliquia, tra i quali anche il suo sanguinamento e divenne oggetto di grande venerazione per i suoi abitanti. Ancora oggi la croce è conservata nel Santuario di S. Maria del Balzo, situata al centro del borgo, ed è meta di pellegrinaggio, soprattutto il 19 Settembre, giorno della Festa del SS.mo Crocifisso.
Eccellenze d’Abruzzo oggi accende i riflettori su Casoli e sulla sua eccellenza: il Castello Ducale o Castello Masciantonio… e ricordo che di eccellenze abruzzesi ne abbiam censite ben 305, una regina per ognuno dei 305 comuni della nostra regione e mancano all’appello 275 Eccellenze, tutte già selezionate! Ogni paese d’Abruzzo, anche il più piccolo, merita di partecipare a questo concorso di Eccellenze d’Abruzzo per mettere in mostra la sua eccellenza speciale ed avere il suo meritato riconoscimento!
“Il castello di Casoli è posto in cima all’abitato, su di un colle alla destra del fiume Aventino da cui domina la sottostante valle fluviale con il grazioso lago S. Angelo e le colline circostanti. Tutto ha inizio da una torre, l’elemento più antico, realizzata presumibilmente tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo su un colle a 378 metri sul livello del mare come avamposto fortificato da opere difensive in muratura, che aveva dimensioni più ridotte e merlature alte almeno due metri per meglio controllare le valli dei fiumi Aventino e Sangro e contrastare gli attacchi dei popoli nemici, collegata visualmente con la “Torre di Prata”, posto di guardia situato più a valle e presidiato da due cavalieri con una piccola guarnigione.
Torre attorno alla quale, verosimilmente, fu edificato il nucleo originario del castello, quale ampliamento di una preesistente torretta di guardia di epoca longobarda, castello che fu completato nel 1455 dagli Orsini, successivamente passò ai principi d’Aquino (a loro si deve la configurazione del “Palazzo”), che ne mantennero la proprietà fino ai primi dell’Ottocento e nel 1845 fu acquistato dalla famiglia Masciantonio che lo trasformò in residenza signorile e che lo cedette al Comune nel 1981. Attualmente il castello si articola attorno ad uno spazio centrale di cui il cortile è l’elemento principale.
La famosa torre corrisponde ad una torre normanna pentagonale, da cui è possibile ammirare a 360 gradi la Majella, i monti di Altino e Palombaro, i calanchi, e la zona industriale di Atessa, oltre al centro storico di Casoli, perfettamente inquadrabile, assieme alla torre campanaria della vicina chiesa di Santa Maria Maggiore.
Il Castello Ducale e la Torre nel corso della seconda guerra mondiale furono utilizzati sia dall’esercito tedesco che da quello alleato come punto di avvistamento ed attualmente entrambi sono stati dichiarati monumento nazionale.
Ai Principi Orsini, il cui dominio sul feudo di Casoli ha interessato il corso del XIV e XV secolo, è attribuibile la definizione di un primo assetto strutturale della fabbrica, Orsini che dotarono il castello anche di una cappella palatina che costituisce il nucleo originario della chiesa di Santa Maria Maggiore, ponendovi come ornamento esterno due leoni, attualmente decapitati ed inclusi nella muraglia dell’Arco del Purgatorio.
Pasquale Masciantonio, l’ultimo proprietario, fu un celebre avvocato e parlamentare e ospitò nel castello Gabriele d’Annunzio, di cui fu amico e finanziatore, gli amici del Cenacolo Abruzzese, Francesco Paolo Michetti, Francesco Paolo Tosti, Edoardo Scarfoglio, Matilde Serao ed anche Guglielmo Marconi. D’Annunzio lasciò scritti sulle pareti della sua stanza numerosi pensieri. I Masciantonio vendettero il castello che recentemente è stato restaurato al comune di Casoli nel 1982.
All’interno, preceduto da un cortile con cisterna centrale, si accede mediante due entrate a una sala grande per i ricevimenti, oggi conservata nella matrice del XVII secolo (vi è esposta una sala museale); mentre la seconda entrata conduce alle camere del castello. Appena entrati si trova la pianta del chiostro con cisterna circolare, che ha pianta irregolare. Vi si trovano utensili agricoli come affilatrici.
Il Castello è famoso per le sue celebri sale, prima fra tutte la Sala Wigram (intitolata al Maggiore Lionel Wigram dell’Esercito Inglese che nel corso della seconda guerra mondiale svolse un ruolo determinate nel consentire la costituzione della gloriosa formazione partigiana “Brigata Maiella”).La Sala Wigram oggi è usata come museo della seconda guerra mondiale combattuta a Casoli, punto di passaggio nella linea Gustav in cui vengono descritte le fasi della battaglia, nel novembre 1943, e alcuni personaggi chiave del combattimento, come Ettore Troilo. Invece nella prima sala adibita oggi a Sala del Gusto, si era insediato nell’inverno del 1943, il Comando inglese, ed è qui che il 5 dicembre 1943 ci fu l’incontro con l’avv. Ettore Troilo. L’incontro servì a gettare le basi per la formazione della Brigata Maiella.
Importante anche la Sala Pascal, come era affettuosamente chiamato l’On. Pasquale Masciantonio nell’ambito del “Cenacolo Abruzzese”, che fu ampliata da Pasquale Masciantonio come stanza di cerimonie, oggi è usata come museo dedicato all’ultimo importante proprietario del castello.
Tra queste vi è la stanza dove dimorò Gabriele D’Annunzio, sul cui muro scrisse in data IX Ottobre 1894, la celebre frase “La pazienza è l’immortal nepente che afforza i nervi e l’anima ristora!”, detta Sala del Silenzio e stanzetta di D’Annunzio, nella quale il celebre poeta soggiornava quando si trovava a Casoli, che contiene il busto originale di Masciantonio, quando fu eletto deputato, è raggiungibile dal secondo corpo dell’edificio, salendo una scalinata rinascimentale, costruita nella trasformazione del castello in palazzo gentilizio.
La grande sala usata al tempo anche come circolo culturale, ospita una mostra permanente sui protagonisti del “Cenacolo Abruzzese”, abituali ospiti dell’On. Pasquale Masciantonio, tra cui D’Annunzio, Michetti, Tosti, Barbella, Scarfoglio, De Titta, Serao ed altri, con l’esposizione di pannelli illustrativi delle singole personalità, una vera e propria collezione del carteggio originale tra Gabriele D’Annunzio, che si firmava anche “Ariel”, e Pasquale Masciantonio, definito “Pascal” dal poeta, era con personaggi come Francesco Paolo Michetti e Francesco Paolo Tosti.
Qui soleva essere ospitato d’Annunzio. Le mura di queste meravigliose sale sono ripiene di citazioni colte di autori del passato, come Goethe, Oscar Wilde e Leonardo Da Vinci, alcune scritte dallo stesso d’Annunzio, assieme al famoso ditirambo centrale.