Eccellenza d’Abruzzo n. 26 – Civitella Alfedena (AQ): il borgo medievale e la Camosciara

L’inno di Eccellenze d’Abruzzo oggi è il borgo fortificato di Civitella Alfedena e il suo splendido gioiello della natura, la Camosciara e … ricordo che di eccellenze abruzzesi ne abbiam censite ben 305, una regina per ognuno dei 305 comuni della nostra regione e mancano all’appello 279 Eccellenze, tutte già selezionate! Ogni paese d’Abruzzo merita di partecipare a questo concorso di Eccellenze d’Abruzzo, anche il più piccolo.

“Civitella Alfedena, superbamente arroccata su uno sperone che domina la sponda meridionale del lago di Barrea, con i suoi soli 286 abitanti, è il più piccolo paese del Pnalm (Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise), conserva ancora l’assetto medievale, esisteva già in epoca romana, e, con ogni probabilità, si trattava di una cittadella avanzata dell’antica Alfedena, capoluogo dei Safini, i Sanniti che abitavano queste zone.

Foto by Abruzzomania

Il centro abitato conserva i caratteri tipici del borgo appenninico dell’epoca medievale e di cittadella fortificata, con abitazioni asserragliate a formare una “muraglia di difesa” contro gli attacchi nemici e anche contro il freddo, l’isolamento e le difficoltà della vita di tutti giorni, con aperture quasi esclusivamente sul lato interno delle vie, molto strette e caratterizzate da rampe di scalini in selciato bianco. Esternamente le costruzioni formano un unico grande muraglione, con poche e piccole aperture per l’aria, presentando le antiche forme dei feudi.

Foto by Abruzzomania

La prima opera di fortificazione sorta nel nuovo insediamento di Civitella, dopo la distruzione della roccaforte safina, è rappresentata dall’edificio più antico, un’antica torre del 1400, “casa a torre” tipica costruzione medievale, di forma cilindrica, ancora oggi abitata, che rappresenta il nucleo intorno al quale si sviluppò gradualmente il paese.

Foto by Abruzzomania

Nella parte più antica del paese, il Borgo Vecchio, con ogni probabilità, era edificata anche la Civitella di epoca romana e la seicentesca chiesa di San Nicola. In Piazza Pagliara si affacciavano stalle e fienili e si notano ancor oggi le grandi porte e finestre, utili per far passare fieno e bestie, presenti su quasi tutte le costruzioni e che contrastano con le piccole aperture delle abitazioni più interne al paese.

Foto by Abruzzomania

Meraviglioso passeggiare per i vicoli del paese e scoprire storia e di tradizioni dei nostri luoghi, fotografare scorci suggestivi, entrare in una dimensione a misura d’uomo e vedere la torretta della Saettèra, costruzione cilindrica, risalente al 1500, che grazie alla sua posizione strategica permetteva di vedere tutta la valle sottostante. Un sistema di difesa che le famiglie di alta borghesia usavano contro i briganti o le piccole rivolte dei popolani. Attraverso le strette feritoie si potevano usare le “saette”, ossia scoccare frecce o sparare.

Foto by Abruzzomania

L’Arco Scuro è un’altra delle tipiche attrattive del borgo, testimonianza di vita del passato. La muratura faccia vista delle sue pietre è annerita. Questa è una delle poche testimonianze rimaste di quale era un tempo il colore dominante di Civitella e dei paesi dell’Appennino in generale: grigio pietra e nero fumo. Non tutti avevano infatti la possibilità di alzare delle canne fumarie fino al tetto e in molte case il fumo del focolare usciva direttamente da piccoli buchi nei muri. Le finestre con i vetri erano un lusso e solo da un paio di secoli sono diventati di uso comune; il freddo non permetteva di avere grandi aperture senza vetri, per cui si facevano piccoli buchi nei muri che, all’occorrenza, potevano essere aperti o chiusi dal di dentro con sportelli di metallo o di legno.

Foto by Abruzzomania

Dalla Costa di Civitella, rupe sulla quale è costruito il paese, si può ammirare un panorama a vista è aperta affascinante. Oggi c’è un sentiero attrezzato che conduce fino alla parte alta dell’abitato, nell’area faunistica della lince che consente l’avvistamento di questi animali. Come è ben noto a Civitella Alfedena è possibile avvistare il lupo e la lince, animali che vivono in semilibertà in due aree recintate molto ampie adiacenti al paese e vederli nel loro habitat è una scoperta emozionante e più grande è incontrare i cervi liberi, che tranquillamente passano per le strade del paese …o scorgere, occasionalmente, l’orso!

Tornando alla Costa, un tempo non molto lontano, questa era…la discarica del paese. Da qui si gettava la poca immondizia che si produceva, in quanto all’epoca tutto veniva utilizzato, ciò ha permesso che nei secoli si formasse un abbondante strato di terreno fertile e soffice, sul quale successivamente si è formata una vasta decorazione di flora. La strada di fronte alla piazzetta chiamata “taverna”, attuale via Roma, è detta “le mandrelle” perché vi si radunavano le capre che ogni famiglia possedeva che venivano mandate tutte assieme al pascolo in luoghi vicini al paese sotto il controllo di un giovane  pastorello. Quando veniva il momento della mungitura, il latte prodotto da ciascun animale si univa insieme e, a turno, ogni famiglia poteva avere del formaggio che non avrebbe mai ottenuto solo con il latte della propria capra.

Ma  Civitella Alfedena non è solo un bellissimo borgo, ma anche un paese immerso nella natura che si trova ai piedi di imponenti gruppi montagnosi (Monti Meta, Greco, Godi e Marsicano), del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, in un declivio prospiciente il Lago di Barrea. Nel suo territorio montuoso, ricoperto da rigogliose foreste tra le più suggestive degli Appennini, è situata la più grande Riserva Naturale Integrale d’Italia, un gioiello della natura, il selvaggio anfiteatro rupestre dominato dal monte Sterpidalto e del Balzo della Chiesa, la “Camosciara – Feudo Intramonti”, rifugio di una grande varietà di flora e fauna un tempo presenti su buona parte delle montagne e vallate italiane, che costituisce la più zona importante del Pnalm dal punto di vista ecologico, naturalistico e paesaggistico e che “nasce” come riserva reale di caccia verso la fine dell’800, per tutelare alcune specie animali in pericolo già allora, come l’Orso Bruno Marsicano e il Camoscio d’Abruzzo.

Foto by Abruzzomania

La magia dei boschi, vivacemente colorati d’autunno o ammantati di neve, il luccicare del sole dietro una cresta, il fascino di un safari fotografico nel regno del camoscio o sulle tracce dell’orso, e poi il grande silenzio della montagna, rotto improvvisamente dall’ululato di un branco di lupi. Sono alcuni flash di emozioni vissute durante una qualsiasi escursione vissuta in questo meraviglioso ambiente.

Foto by Abruzzomania

Le cascate della Camosciara dette anche delle Ninfe, sono l’itinerario tra i più belli, che si snoda lungo il torrente Scerto, le cui acque tumultuose generano numerose e belle cascate. Percorrendo il sentiero si possono incontrare  visibili alcuni esemplari di trota fario di montagna, riconoscibile dalle sue caratteristiche piccole macchie rosse, in grado di superare con un salto dislivelli di un metro, il farfaraccio, pianta con foglie molto grandi, usata anticamente dai pescatori, per avvolgere le trote durante la cottura, un giovane bosco di faggio, il gambero di fiume, la salamandra pezzata dal tipico aspetto nero lucente con numerose macchie gialle, che esce solo nelle giornate piovose o di grande umidità, sino ad arrivare alla prima piccola cascata detta delle Tre Cannelle dove sono visibili alcuni pini neri di Villetta Barrea. Si incontra poi un bosco misto (faggio, pino, orniello e acero montano), sino ad ammirare il bel salto della seconda cascata e sullo sfondo il roccioso picco del Balzo della Chiesa (2.070 m), primo nucleo, dei monti della “Camosciara”, che per l’enorme valore naturalistico, sono diventati un simbolo della protezione ambientale in Italia.

Foto by camosciara.com

Morfologicamente, la Camosciara si presenta come un meraviglioso anfiteatro roccioso costituito da calcari e “dolomie”, le stesse rocce  delle Dolomiti, che grazie alla loro impermeabilità consentono all’acqua di scorrere veloce attraverso i pendii, formando così quello stupendo scenario di balzi, cascate e torrenti che attraversano secolari foreste di faggio e pino nero, scendono a valle, realizzando così un ambiente unico, da ammirare in silenzio, come un vero “gioiello della natura” le cui balze, inutili per le greggi e inaccessibili per l’uomo, permettono la sopravvivenza del camoscio d’Abruzzo.

Infine da non dimenticare il Museo del Lupo Appenninico, punto di riferimento per chi visita il Parco Nazionale, dotato all’interno di un percorso a pannelli sulla vita, l’ecologia e l’etologia del lupo appenninico e la storia del suo rapporto con l’uomo.” Insomma, tanta ma tanta “roba” da vedere,  in questo paesino lindo e appartato che conserva un intatto centro storico avvolto da una natura che dir meravigliosa è poco!

Fonti:

http://www.comune.civitellaalfedena.aq.it/

https://it.wikipedia.org/wiki/Civitella_Alfedena

Scritti di Roberto Copello

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