Oggi al centro dell’attenzione delle Eccellenze d’Abruzzo c’è il borgo medievale di Alfedena, nome che deriva dall’antichissima Aufidena, e ricordo che … di eccellenze abruzzesi ne abbiam censite ben 305, una regina per ognuno dei 305 comuni della nostra regione e mancano all’appello 286 Eccellenze, tutte già selezionate! Ogni paese d’Abruzzo merita di partecipare a questo concorso di Eccellenze d’Abruzzo, anche il più piccolo.
Un borgo, Alfedena, segnato nei secoli scorsi, da una transumanza sui generis riconoscibili da due tipi di movimenti più o meno stanziali, la stagione della pietra e la stagione del fieno. Per cui quando c’era da andare in campagna si andava in campagna, e quando il tempo non lo permetteva più ci si riversava sulle vicine cave per recuperare i materiali che avrebbero significato un altro tipo di ricchezza, altrettanto faticosa ma utile a mettere in opera strade e vicoli del paese, portali delle proprie abitazioni e poi, una volta raggiunta la maestria totale nella particolarissima arte dell’estrazione e della posa dei selci, in viaggio verso nuovi posti da decorare con le proprie “teorie” di pietre incasellate una dopo l’altra.
Alfedena è così diventata famosa nel mondo, forse un po’ meno in Abruzzo, come il paese dei Selciatori. Infatti è da questo grazioso borgo di poco meno di mille anime posizionato lì dove l’Alto Sangro diventa Parco Nazionale d’Abruzzo, che si tramanda questa importante tradizione, la lavorazione della pietra: selci, stipiti, scalette esterne, che si possono osservare nelle stradine del paese e nelle strade del centro storico lastricate esse stesse dai sampietrini. Borgo da dove sono partiti gli uomini migliori chiamati ad edificare e ornare le strade di tante città italiane, un sampietrino dopo l’altro, compresa Roma e Piazza San Pietro in Città del Vaticano.
Per testimoniare l’importanza della figura del selciatore, nella Villa Comunale è stato realizzato il monumento al selciatore dallo scultore Sandro Pagliuchi. Ogni quartiere del borgo ha mantenuto sulla pavimentazione disegni e composizioni di pietre che da centinaia di anni sono lì ad indicare la postazione in cui vanno accessi i falò durante la festa di Sant’Antonio Abate a gennaio. Villa Comunale che fu definita Orto Botanico dall’Università di Napoli alla fine del XIX secolo, per la rilevante presenza di varietà botaniche.
Foto monumento al selciatore
Alfedena mantiene ancora intatti alcuni tratti salienti della sua storia medievale, con ancora visibili le sue antiche porte, i resti della torre ottagonale Normanna e del castello medievale del principe Caracciolo di Cellammare e la Torre Normanna del X-XI secolo e la chiesa dei Santi Pietro e Paolo nel cuore del suo centro storico, con facciata di ispirazione romanica, costruita nel XIII secolo e nel 1902 dichiarata monumento nazionale.
Foto antica porta
Foto torre normanna
Foto chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Due curiosità prima di andare avanti, è conosciuta anche come paese dei Dottori, perché in passato vi era un elevato numero di laureati rispetto al numero di abitanti e l’albero monumentale che ha più di 130 anni di vita.
Albero monumentale
Perché se inizialmente i selciatori di Alfedena lavoravano “semplicemente” all’estrazione della pietra nelle cave più vicine al paese, di lì a poco un intero pezzo di comunità si trasferirà nella zona dell’Agro Romano, all’altezza del ventesimo chilometro della Casilina, dove fonderanno la frazione di Laghetto, che ancora oggi rappresenta il più importante centro industriale di Monte Compatri, nelle cui vicinanze sorgevano le importanti cave di basalto che hanno assicurato la fornitura eccezionale per gran parte delle strade della Capitale. È da lì che ancora ogni estate tornano tanti degli emigranti di seconda e terza generazione, quei figli o nipoti dei selciatori di Alfedena che purtroppo sono ormai scomparsi senza che nessuno sia stato in grado in passato di raccoglierne le testimonianze.
E grazie a Gaetano Di Filippo, fotografo documentario e giornalista, uno dei promotori culturali della ricca offerta di eventi e iniziative in programma d’estate in paese, che siamo a conoscenza della Società Cooperativa Selciatori di Alfedena fondata proprio a Monte Compatri il 14 dicembre del 1890 dai primi operai specializzati giunti a Roma dall’Abruzzo, uomini di un’altra epoca, simbolo identitario di un’intera comunità.
Ma Alfedena è anche antico centro sannitico, con l‘acropoli e la vasta necropoli italica di origine sannitica identificabile con l’antico centro di Aufidena da cui assume il nome. Esplorata dagli archeologi a partire dal 1882 presenta notevoli somiglianze con altri due siti alto sangrini, di Opi e di Barrea e tali analogie hanno permesso agli esperti di parlare di una vera e propria facies culturale dell’Alto Sangro.
Le circa 2.000 sepolture rinvenute, databili tra il VII secolo a.C. e l’inizio del III secolo a.C., hanno restituito numerosi reperti, alcuni dei quali conservati presso il Museo civico aufidenate intitolato all’archeologo Antonio De Nino. Il sito fortificato del Curino, posto a monte della necropoli, faceva probabilmente parte di un vasto sistema funzionale di roccaforti e costituiva un punto di controllo sul fondovalle. Molti reperti provenienti dalla necropoli furono purtroppo trafugati o distrutti dalle truppe di occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale …
… ma se in un solo borgo di 800 anime troviamo tutto questo ben di Dio, quante meraviglie possiede l’Abruzzo? Tante, che noi di Abruzzomania, insieme al lavoro svolto in collaborazione con l’Associazione TREe abbiamo censito e selezionato accuratamente, tutte da vedere, tutte da gustare, tutte da ammirare … quante eccellenze, quante esperienze, quante emozioni!
Abruzzo, grazie di esistere!
Fonte: blog www.qualcheriga.it di Gianluca Salustri