Scozia? No, Abruzzo!

Assomiglia alle Highlands, gli altopiani scozzesi abitati, in passato, dai temibili guerrieri immortali degli Higlander, famose anche per i suonatori di Cornamuse. In realtà, però, ci troviamo ad una latitudine molto più bassa, in Abruzzo. Quello che vediamo nella foto è uno scorcio di Campo Imperatore, l’altopiano più spettacolare del Gran Sasso, e questi non sono i cavalli di fieri guerrieri perché qui non vivono altro che pastori, i quali, pur non essendo immortali, grazie alla vita su queste montagne insieme alle loro pecore, immersi in questi paesaggi dell’Infinito, arrivano a godere sicuramente di una vita lunghissima. E, seppure non hanno la cornamusa, sono spesso e volentieri accompagnati dalle loro Zampogne, strumenti quasi simili che molti esperti, sebbene siano meno conosciute nel resto del mondo, ritengono abbiano caratteristiche di gran lunga superiori.
Campo Imperatore, che deve il suo nome al grande Imperatore Federico II di Svevia, il quale lo aveva originariamente denominato “Campo Imperiale”, può benissimo essere considerato, alla pari di questo sovrano, lo “Stupor Mundi“, lo stupore del mondo. Nei secoli, infatti, ha continuato a sbigottire chiunque ne venisse a conoscenza, così come si può leggere in uno scritto di circa cinque secoli fa:
«Questa piana tra altissimi monti fa un bellissimo vedere. Quando i pastori vi sono con gli animali a pascolare, par esser uno esercito grossissimo a vedere tante capanne e tante tende, massime la sera quando tutte hanno acceso i fuochi.» |
(Francesco De Marchi, Il Corno Monte, 1573) |
Luogo incantato dove tutto “Stupisce et Impera“, già a partire nel momento in cui si rimane con lo sguardo impietrito difronte alla sua immensità e alla sua altitudine di 1800 metri di quota. In questo angolo d’Abruzzo si riesce a toccare le stelle del cielo, anzi, le si potrebbe addirittura raccogliere sul prato se le Stelle Alpine non fossero una specie protetta. Qui il tempo sembra fermarsi mentre dal tetto del mondo si ha la possibilità di osservare, in una giornata nitida, che tutto intorno continua a scorrere velocemente, dall’impeto del Mare Adriatico alla frenesia che si percepisce nel momento in cui lo sguardo cade sulla Città Eterna, Roma. Così come “Stupisce et Impera” la dirompenza della natura che avvolge qualunque cosa, e dove si possono vedere i cavalli che addirittura corrono al galoppo allo stato selvaggio, quasi indomabili. Luogo di fiabe e leggende dove si ha la possibilità di incontrare il volto, impresso nei macigni di roccia che sovrastano la piana, del “Gigante che dorme“. Ermes, figlio di Zeus e Maja, il guerriero che, dopo essere rimasto ferito in battaglia, dalla Frigia giunse in Abruzzo alla ricerca disperata di una cura che gli avrebbe potuto salvare la vita ma che non riuscì mai a trovare in tempo prima di morire. Rimanendo a giacere sul suolo con il suo corpo diede vita alla catena montuosa del Gran Sasso.

Si narra che ancora oggi, al suo fianco riposa anche la madre, proprio sulla montagna che porta il suo nome, la Maiella. Campo Imperatore è stato a lungo ammirato per la sua bellezza anche dal Cinema, a partire da Hollywood, che lo ha scelto come scenario di indimenticabili film.
Allo stesso tempo, però, Campo Imperatore, è anche un luogo drammatico, se si considera il freddo glaciale che ogni anno, all’avvicinarsi dell’inverno, infierisce senza pietà contro la vitalità della natura e tutto mette a tacere. I pochi elementi dell’uomo che si trovano in questo altopiano, inoltre, non lasciano adito a fraintendimenti. Qui la storia ha lasciato segni indelebili di tragiche vicende: come quella che torna alla mente quando lo sguardo si sofferma sulla rossa Prigione nella quale fu incarcerato Mussolini, e dove fu poi liberato dai Nazisti, periodo delle sconvolgenti vicende della II Guerra Mondiale, e come quella che il Monumento al pastore di Fonte Vetica vuole ricordare, la tragedia avvenuta il 13 ottobre del 1919 quando una tempesta di neve, giunta in anticipo sull’inverno, causò la morte di un pastore, Pupo Nunzio di Roio, dei suoi due figli piccoli e di cinquemila pecore del suo gregge.
Nei dintorni di Campo Imperatore non mancano neppure gloriosi castelli o antiche abbazie. Tutto questo è sufficiente per decidere di rimanere a fare una vacanza in Abruzzo?
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