Vendite ipnotiche & turismo

Cosa c’entrano, dirà qualcuno, le vendite ipnotiche con il turismo? C’entrano, c’entrano! La vendita è una importante attività, o meglio dire, leva di marketing, potremmo dire con un bel paragone, che le vendite stanno al marketing, come il goleador o il reparto “attacco” di una squadra di calcio sta alla società intera (attenzione non alla semplice squadra). Purtroppo e stranamente, nel turismo si parla poco di vendite, si adopera molto poco o quasi mai questo verbo determinante, senza il quale nulla si fa e nulla si produce o ancor meglio nulla si colloca sul mercato. A si, dimenticavo, si parla di promo-commercializzazione, terminologia buffa, che non appartiene al lessico del marketing, ma che il turismo ha sposato come a voler esorcizzare la paura di usare il termine “vendere“! Non utilizzare questo termine equivale alla squadra di calcio che disattiva il reparto d’attacco.

In questo periodo sto studiando, per motivi professionali e non per il turismo, che ricordo è una mia passione, la vendita ipnotica (sarebbe meglio dire che la sto ripassando). Il collegato è scattato subito! Perché non utilizzare questa tecnica per promuovere e vendere il nostro territorio?

Cos’è la vendita ipnotica? Non va confusa con l’ipnosi, si tratta semplicemente di suscitare suggestioni che creano aspettative verso qualcosa (prodotto o servizio), da utilizzare eticamente solo su clienti che abbiano reale e concreto interesse all’acquisto di determinati prodotti/servizi, al fine che questo potenziale cliente si ricordi in un determinato momento di questa suggestione e sia spinto a compiere un’azione positiva nei suoi riguardi.

Facciamo un esempio di applicazione di questa tecnica al turismo per promuovere un’eccellenza del nostro territorio, l’arrosticino, ipotizzando di descrivere “una cena a base di arrosticini che susciti un’attività ideo-sensoriale, descrivendo il delizioso piatto abruzzese e la bruschettina farcita con amore che accompagna questa degustazione, dando forma all’immaginazione, potendo sentire il profumo fruttato dell’olio extavergine locale, cogliendone aromi, colori, e sfumature, riuscendo persino ad immaginare il frantoio di famiglia dove sgorga un nettare così pregiato, dal colore del sole e dell’orodegustando una varietà di arrosticini rigorosamente fatti a mano, ora di pecora e, in deroga all’abbruzzesità, di fegato ed anche di pollo per i più piccini. Sentire il caldo bocconcino di carne in bocca sfilato dallo spiedino di legno con grazia mista a leggera forza che riempie di delizia il palato. Uno che tira  l’altro, in una infinita gara di numeri di bontà, innaffiando questa delizia con birre autoctone di nuova generazione che bagnano la gola, facendolo scivolare nel più profondo peccato di gola.”

Dopo aver detto questo a qualcuno (che non sarà vegetariano, ma forse …), se questo qualcuno riceverà la fatidica domanda dalla moglie o dalla fidanzata «hai fame», siamo certi che a livello coscio, trasmesso dall’inconscio, probabilmente gli verrà una voglia matta di mangiare, … immaginate un po’ cosa? Questo mistery shop non vive in Abruzzo? E ancora probabilmente gli verrà una voglia matta, oltre che di mangiare ghiotti arrosticini, anche di venire in Abruzzo!

Foto by www.venditaipnotica.it

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