Oggi Abruzzomania, vi racconta la 13° Eccellenza d’Abruzzo, l‘Abbazia di San Liberatore a Majella, a Serramonacesca, una delle meraviglie medievali che si trovano nel nostro territorio, e vi ricordo che di eccellenze ne abbiam censite ben 305, una regina per ognuno dei 305 comuni della nostra regione. Mancano all’appello 192 Eccellenze, tutte già selezionate.
“Serramonacesca è famosa in particolare per la presenza sul suo territorio delle più belle chiese medioevali d’Abruzzo e proprio l’abbazia di San Liberatore ha caratterizzato la storia di questo piccolo borgo curato amorevolmente in passato soprattutto dai monaci. La Badia dedicata a san Liberatore martire, è uno dei più antichi monasteri dell’Abruzzo ed è diventata monumento nazionale dal 1902.
E’ dato certo che la Badia di san Liberatore a Majella esisteva prima dell’anno 884 e godeva di una posizione di privilegio, che la poneva a capo dei beni e dei monasteri cassinesi d’Abruzzo. La tradizione lega l’origine del monastero a Carlo Magno: si dice che, nel sito ove sita la Badia, nell’anno 781 sia avvenuta una battaglia che avrebbe visto l’esercito franco vittorioso su quello longobardo. Carlo avrebbe quindi deciso di costruire una chiesa nel luogo di battaglia e dedicarla al culto del Divino Liberatore; questa notizia sulla sua origine può essere considerata attendibile perché nell’anno 884 la Badia era ricca e potente e godeva di grande prestigio e autorità.
Nella parete dell’abside della navata centrale si nota una pittura che sintetizza alcuni avvenimenti di particolare importanza per il monastero, e raggruppa alcuni grandi personaggi della storia: San Benedetto (la cui immagine, corrosa dall’umidità, è quasi completamente scomparsa) con il libro della sua “regola” in mano; l’abate Teobaldo, che regge la Chiesa di San Liberatore, da lui fatta risorgere all’inizio del secolo XI (mantenendo la posizione planimetrica dell’abbazia carolingia, sud-est / nord-ovest), nell’atto di porgerla a San Benedetto; il patrizio romano Tertullo, che, secondo la tradizione, donò alcuni territori alla Badia; l’imperatore Carlo Magno e il benefattore Sancio, signore di Villa Oliveti.
Il monumento, imponente nella sua forma composta dalla Chiesa e dal campanile, si incastona con la sua massa lapidea di colore chiaro, come una pietra preziosa nel complesso arboreo verdeggiante del pendio settentrionale della Majella. Dal 1967 al 1996 vi sono stati diversi interventi di restauro che hanno riportato alla luce gli antichi splendori del monumento, lasciato all’abbandono fino agli anni ’60.”
Fonte: http://www.comune.serramonacesca.pe.it