Gran bella notizia per il turismo abruzzese: le miniere del Parco della Majella diventano destinazione turistica.
“L’Abruzzo ha una nuova meta turistica e culturale: le ex miniere del Parco nazionale della Majella.
La location è infatti la protagonista di un protocollo d’intesa firmato da Agenzia Demanio, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti, Regione Abruzzo, Provincia Pescara, Ente Parco Majella e Anci.
L’obiettivo del documento è valorizzare i siti minerari dismessi per utilizzarli per attività turistiche e culturali. In totale, la rete di gallerie si estende su un territorio che appartiene a 11 comuni. L’area comprende anche edifici e reperti.”
“La conoscenza del sottosuolo della Maiella e delle sue risorse risalgono al periodo romano, come testimonia un panetto di asfalto iscritto ritrovato in zona, che conferma come in età romana anche in Abruzzo fosse praticata la lavorazione degli idrocarburi. Lungo la vallata del fiume Lavino, infatti, lo sfruttamento dei giacimenti di bitume presenti nel sotto suolo iniziano fin da subito ad interessare il territorio di Abbateggio e degli altri siti che un tempo erano sotto la giurisdizione di Interpromium. L’avvio dell’estrazione e della lavorazione del minerale asfaltifero era necessario per impermeabilizzare il fondo delle navi che i romani tenevano ormeggiate nel porto della vicina Aternum (Pescara).
Con il progetto VALSIMI è stato avviato il recupero della memoria della realtà industriale cessata da circa cinquant’anni. L’industria asfaltifera della Maiella è stata molto importante per l’intero fabbisogno nazionale, tanto che fino agli anni ’60 le miniere di Abbateggio, Manoppello, Lettomanoppello, Roccamorice, San Valentino in Abruzzo Citeriore e Scafa fornivano circa il 40% della produzione italiana.
La prima attività estrattiva del bitume della Maiella con metodologie industriali avvenne nel 1844 per iniziativa di Silvestro Petrini. L’imprenditore abruzzese, infatti, aveva condotto delle ricerche sul campo sin dal 1840, e nel 1844 impiantò uno stabilimento per la lavorazione del petrolio e degli asfalti partendo con un capitale sociale di 40.000 lire. Dall’iniziativa di Petrini prese avvio una stagione di grande sviluppo industriale con la costruzione di fabbriche, ferrovie per il trasporto del materiale, teleferiche, centrali elettriche e vennero coinvolte società italiane, tedesche, inglesi, svizzere, che di volta in volta entrarono in possesso delle licenze minerarie per lo sfruttamento delle risorse. E’ possibile visitare i resti dell’attività estrattiva della Maiella ancora presenti lungo la vallata del Lavino grazie ad un sentiero che si snoda tra la miniera di Cusano e la galleria del Pilone.”
Fonte: www.ttgitalia.com – https://it.wikiloc.com- Foto by abruzzolive.it