Una bella giornata trascorsa visitando 4 paesi della Valle del Giovenco

(foto Torre Piccolomini di Pescina by Paolo D’Intino)
Prima di parlarvi della Valle del Giovenco e descrivere quanto di bello ed interessante abbiamo visto (io, con moglie Bruna e nipoti al seguito, tutti Abruzzomaniaci come me, si anche i giovani ragazzi che ogni volta che sanno che andiamo in giro per l’Abruzzo ci chiedono di venire con noi), durante la splendida giornata di vacanza trascorsa in questi ameni luoghi, vorrei pormi la  seguente profonda domanda : “Non mi chiedo quanti non abruzzesi conoscano la Valle del Giovenco, ma quanti abruzzesi la conoscono e l’abbiano mai visitata“.
(foto casa natia di Ignazio Silone di Pescina by Paolo D’Intino)
La domanda sorge spontanea perché noi di Abruzzomania abbiamo deciso di non nasconderci dietro al classico dito e quindi ci vogliamo interrogare sui gaps, sui limiti, che non permettono alla nostra meravigliosa regione di essere apprezzata a livello nazionale, europeo e mondiale. Nella mie esperienze dialettiche, e quindi non parlo per sentito dire, purtroppo molto spesso mi imbatto in abruzzesi con cui intavolo chiacchierate sul più e sul meno e spesso si scivola a discutere sull’annosa questione del perché la nostra amata (è tutto da vedere!) regione non sia apprezzata e conosciuta per quanto meriterebbe, grazie alle meraviglie di cui è dotata ( e sic … spesso le meraviglie iniziano con le montagne su cui si può andare a sciare in pochi minuti per arrivare al mare e … tutto il resto, dove lo mettiamo?).
(foto concattedrale di Santa Maria delle Grazie di Pescina by Paolo D’Intino)
Orbene, non appena il mio eloquio si discosta un po’ dai monti e dal mare ed inizio a parlare delle meraviglie archeologiche e non solo ad esempio di Capestrano e di tutti i gioielli che questo piccolo borgo possiede, di straordinarie eccellenze religiose, di particolari siti naturali, di speciali tradizioni enogastronomiche e dell’artigianato, di storiche feste e di tanto altro, nel 90% dei casi il mio interlocutore (che ricordo è abruzzese), finisce appunto di interloquire, si sente in imbarazzo, recita un immediato mea culpa, perché non conosce queste meraviglie, e il discorso si riversa su CR7 o qualcosa di meno impegnativo,  e quindi mi pongo una seconda amletica domanda: “Ma come si può pretendere che arrivino visitatori dal resto del mondo, se noi indigeni non conosciamo ciò che ci appartiene e ci circonda?“.
(foto casa museo Mazzarino di Pescina by Paolo D’Intino)
Ad esempio quanti sanno che Mazzarino, si il famoso cardinale Mazzarino che fece nel ‘600 grande la Francia, colui che succedette a Richelieu, era nativo di Pescina? Ed a lui è dedicato un bellissimo piccolo museo?
Non voglio far polemica, ma siccome questo gap spesso lo incontro anche parlando con addetti ai lavori, capirete bene che la questione diventa spinosa e necessita assolutamente il ricorso ad una strategia per risolverla, partendo dal presupposto che se non mettiamo a punto un motore di sviluppo interno della conoscenza, difficilmente ma molto difficilmente si potrà sperare e pensare che il volano del turismo abruzzese potrà mai decollare. Detto questo, sul quale però invito tutti gli stakeholder turistici a fare una profonda riflessione, torniamo alla Valle del Giovenco.
(foto fontana Fontamara di Ignazio Silone a Pescina by Paolo D’Intino)
Questa bella valle, che si trova nel territorio del parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, prende il nome dal fiume Giovenco la cui sorgente sgorga dal monte Pietra Gentile, a 1250 metri sul livello del mare. Il Giovenco che l’attraversa quasi tutta, sfocia nella conca del Fucino, come quando era lago, confluendo nel fiume Liri nei pressi di Capistrello.
(foto chiesa di Santa Maria delle Grazie di Cerchio by Paolo D’Intino)
Dieci sono i comuni che appartengono alla valle ed in questa occasione ne abbiamo visitati 4: Pescina, Collarmele, Cerchio e Aielli, riservandoci la visita dei restanti 6 nelle prossime giornate di Vacanze Abruzzesi. Ma cosa c’è di bello da vedere in questi bei borghi e paesi? Vediamolo in rapida successione:

la Torre Piccolomini, la concattedrale di Santa Maria delle Grazie, il museo e centro studi Ignazio Silone, la succitata casa museo Mazzarino in quel di Pescina; l’osservatorio astronomico Torre delle Stelle e il borgo vecchio di Aielli Alto; la chiesa di Santa Maria delle Graziemuseo civico a Cerchio (molto bella la storia della santa),  Collarmele, paese famoso per l’alone di mistero che aleggia intorno ad esso per la leggenda, citata dallo storico Pansa, che riferisce che questo all’epoca borgo distrutto dal terremoto del 1915, in tempi passati diede i natali a tutti i persecutori di Cristo, ma noto anche per lo storico valico Forca Caruso e il grande parco eolico. Cosa c’è di bello da vedere negli altri comuni della Valle del Giovenco lo scoprirete nelle prossime puntate di … Vacanze Abruzzesi!

(foto borgo antico di Aielli con porta Jannetella by Paolo D’Intino)

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